Proposta di legge per reintrodurre l'immunità parlamentare presentata alla corte di cassazione a roma

Proposta di legge per reintrodurre l’immunità parlamentare presentata alla corte di cassazione a roma

una proposta di legge di iniziativa popolare promossa da fondazione luigi einaudi, radicali italiani e l’europeista punta a ripristinare l’immunità parlamentare modificata nel 1993 per garantire autonomia al parlamento e rilanciare il dibattito istituzionale in italia
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È stata presentata alla Corte di Cassazione una proposta di legge popolare per ripristinare l'immunità parlamentare nella sua forma originaria, con l'obiettivo di proteggere il Parlamento da interferenze giudiziarie e rilanciare il dibattito sulle istituzioni italiane. - Gaeta.it

Una proposta di legge di iniziativa popolare per ripristinare l’immunità parlamentare è stata presentata questa mattina presso la Corte di Cassazione a roma. La richiesta arriva da un gruppo formato dalla Fondazione Luigi Einaudi, Radicali Italiani, il magazine online “L’Europeista” e altri movimenti civici. L’immunità parlamentare era stata modificata nel 1993, in seguito allo scandalo Tangentopoli, e ora si punta a tornare alla formulazione originaria dell’articolo 68 della Costituzione.

I promotori e il contesto storico della proposta

Davanti alla Corte di Cassazione si sono presentati diversi esponenti di spicco della società civile e della politica. Tra loro Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione Luigi Einaudi, ha spiegato che il testo punta a ristabilire l’immunità così come era stata concepita dai padri costituenti. Secondo Benedetto, quell’articolo non nasceva per proteggere amici o colleghi, ma per garantire un equilibrio tra i poteri dello Stato. Ha definito la proposta una battaglia culturale e si è detto fiducioso nel raggiungere rapidamente le 50mila firme necessarie.

Il gruppo promotore è abbastanza ampio, con figure come Andrea Cangini, Matteo Hallissey, Angelica Albi e altri nominati durante la presentazione. Questo dimostra come più realtà si stiano mobilitando insieme per riaprire il dibattito sull’importanza dell’immunità parlamentare, vista oggi come fondamentale per difendere la funzione del Parlamento da interferenze esterne.

La modifica del 1993 e le sue conseguenze secondo i promotori

Nel 1993, durante l’ondata di Mani Pulite, si decise di riformare l’immunità parlamentare. Andrea Cangini, segretario generale della Fondazione Einaudi, ha precisato che quella scelta fu dettata dalla paura della vecchia classe politica, che sperava di calmare l’onda dell’antipolitica. Ma il risultato, secondo lui, fu fallimentare: non si fermò l’antipolitica e non si placarono le procure.

Per Cangini, è ora indispensabile ridare al Parlamento la libertà di lavorare senza pressioni giudiziarie e ridare funzionalità alle istituzioni. La riforma voluta nel 1993 aveva allontanato il Parlamento dal suo ruolo di garante democratico, creando una situazione di difficoltà politica e istituzionale. Ripristinare l’immunità darebbe modo ai deputati e senatori di agire nel rispetto delle loro competenze, liberi da processi che possono influenzare l’attività politica.

Il rilievo istituzionale e le reazioni attese

Gli organizzatori vedono in questa iniziativa un’occasione per far partire un dibattito in tutta italia sul significato delle istituzioni pubbliche. Si sottolinea come l’attuale classe politica non sembri difendere con orgoglio le istituzioni che rappresenta, e che questa proposta potrebbe stimolare la riflessione pubblica sulla loro funzione.

La raccolta delle firme, si conta, lancerà la questione nel dibattito pubblico e potrebbe anche portare a un referendum popolare. Questo procedimento coinvolgerebbe la cittadinanza e darebbe voce alla società sul tema della tutela dei parlamentari. In un momento in cui la politica appare spesso sotto pressione, l’immunità parlamentare potrebbe tornare al centro dell’attenzione come strumento per proteggere la separazione dei poteri e garantire l’autonomia legislativa.

La presentazione si è svolta il 27 gennaio 2025 nella sede della Corte di Cassazione, un simbolo della giustizia italiana, da dove parte un cammino che potrebbe cambiare la relazione tra politica e magistratura nel paese.

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