L’ex presidente del consiglio Mario Monti ha espresso un duro giudizio sull’atteggiamento adottato dalle autorità italiane ed europee nei confronti degli Stati Uniti, definendolo “passivo” e influenzato da interessi extra-nazionali. Intervenuto a 24 Mattino su Radio 24, Monti ha sottolineato come la politica attuale sembri dominata da logiche personali e di partito, più che dal reale interesse generale dei paesi coinvolti.
Il ruolo di interessi personali e rapporti politici nelle scelte della diplomazia
Monti ha evidenziato un aspetto che, secondo lui, mostra il declino della politica moderna. Ha detto che le decisioni che dovrebbero basarsi sulla tutela degli interessi nazionali spesso si piegano a motivazioni legate a rapporti personali o a dinamiche di potere. Prendendo come esempio la relazione con l’ex presidente Donald Trump, ha ricordato come alcuni leader politici cerchino di mantenere buoni rapporti per ragioni che riguardano vantaggi personali, come inviti a eventi o incontri più privati . Questo tipo di dinamiche, per Monti, rappresenta un segno del degrado della politica che si riflette in atteggiamenti poco trasparenti e poco orientati al bene pubblico.
Ripercussioni sulla politica estera ed economica europea
Queste relazioni personali rischiano di influenzare decisioni fondamentali, con pesanti ripercussioni sulle politiche estere ed economiche europee. Monti ha criticato l’atteggiamento cauto e poco deciso della politica europea e italiana, ribadendo come le trattative dovrebbero essere più coraggiose e meno condizionate da compromessi politici. A suo dire, l’insistenza su soluzioni negoziali a ogni costo può nascondere proprio questa difficoltà a scindere gli interessi generali da quelli personali o di partito.
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Le concessioni economiche all’europa per compiacere trump
Monti ha poi posto l’accento sulle misure adottate dall’Unione Europea negli ultimi mesi per “ingraziarsi” il presidente Trump. Ha ricordato come siano state introdotte alcune deroghe e concessioni a vantaggio delle imprese americane, decisioni che lui definisce “regali costosi” per l’Europa e che invece sono state respinte con sdegno dagli Stati Uniti.
Secondo Monti queste concessioni sono state assunte in modo ingenuo e errato, forse per evitare ritorsioni sul fronte dei dazi doganali, tema che Trump aveva già menzionato in una lettera con minacce di contromisure. L’ex presidente del consiglio ha proposto di valutare la rimozione di queste eccezioni economiche, anche se riconosce che dal punto di vista legale potrebbe non essere semplice “smontarle”.
Disparità di trattamento tra europa e stati uniti
Il punto centrale della sua critica risiede nella disparità di trattamento: l’Europa ha allentato regole e misure a favore di imprese americane per ottenere un confronto più positivo con gli Stati Uniti, ma ha ricevuto in cambio solo rifiuti e richieste ulteriori. Monti ha accusato l’Europa di una sudditanza non solo strategica, ma anche economica, in una fase delicata per i rapporti internazionali.
Atteggiamenti di sottomissione e reazioni nelle istituzioni europee
Parlando ancora della posizione europea, Monti ha definito “impresentabile” il comportamento di diverse istituzioni e stati membri nei confronti degli Stati Uniti. L’accusa è quella di sottomettersi a richieste e pressioni americane senza difendere con la necessaria fermezza gli interessi europei, finendo per perdere credibilità e peso nel quadro internazionale.
Questa atonia politica si riflette anche nella Commissione Europea, dove alcuni settori sembrano adottare una linea eccessivamente accondiscendente verso Washington, rinunciando a tutelare i propri diritti in contesti cruciali come il commercio internazionale. Monti ha invitato a una maggiore consapevolezza su questo tema, indicando la necessità di un equilibrio più equo tra le parti.
Politica condizionata da logiche personali
Il quadro delineato da Monti riflette una situazione in cui la politica appare condizionata da “opportunità” e scambi più personali che non da logiche di stato o di cooperazione internazionale. Questa descrizione punta il dito contro un meccanismo di decisione che accetta compromessi poco vantaggiosi, a scapito della forza dell’Europa stessa.
La discussione si inserisce in un contesto più ampio di tensioni commerciali e diplomatiche tra Europa e Stati Uniti, con dazi, contromisure e negoziati che continuano a influenzare economia e politica di entrambe le sponde. Monti ha voluto ribadire come la politica rischi di svuotarsi di contenuti seri se pone al centro questi interessi particolari, lasciando emergere una dinamica poco trasparente e poco rispettosa dei cittadini.
L’intervento del senatore a vita è arrivato al momento in cui molte decisioni europee stanno creando discussione sui mercati e negli ambienti governativi: le strategie di trattativa con gli Stati Uniti rimangono uno dei temi più complessi e controversi. La critica di Monti si aggiunge al dibattito, riproponendo il tema della necessità di ripensare la politica estera europea lontano da logiche personali o di convenienza momentanea.