La produzione italiana di grano duro per la campagna agraria 2024-2025 mostra segnali di espansione, con stime che superano i 4,2 milioni di tonnellate. Questo incremento si colloca sopra la media quinquennale e presenta un aumento rilevante rispetto al raccolto del 2024. L’espansione riguarda soprattutto le superfici coltivate, che secondo i dati Istat sono cresciute in modo significativo rispetto allo scorso anno. Le condizioni climatiche favorevoli in alcune regioni meridionali hanno contribuito a migliorare la resa delle colture. Le previsioni più dettagliate sono state illustrate in occasione dei Durum Days 2025 a Foggia, evento di riferimento per il comparto del grano duro in Italia.
Andamento delle semine e condizioni climatiche nelle regioni italiane
Le semine di grano duro in Italia hanno registrato variazioni negli avanzamenti a seconda delle zone. Nel Centro-Nord, le piogge abbondanti hanno causato ritardi nelle operazioni di semina e hanno ostacolato alcune pratiche agricole successive a causa dei ristagni idrici. Anche al Sud, in particolare in Sicilia, Basilicata e Puglia, sono emersi rallentamenti nel periodo autunnale, legati stavolta a una carenza di precipitazioni nel mese di novembre. Le temperature invernali sopra la media hanno accelerato lo sviluppo fenologico delle piante, contribuendo a una crescita più rapida. Le piogge regolari nei mesi successivi hanno sostenuto lo sviluppo delle colture. Lo stato fitosanitario resta però condizionato dall’evoluzione del clima nei prossimi mesi. Precipitazioni intense o umidità elevata potrebbero favorire l’insorgenza di malattie fungine, con possibili ripercussioni negative sulle rese finali sia nelle regioni settentrionali sia in quelle meridionali.
Ampliamento delle superfici coltivate e aumento della produzione nazionale
Il dato che spicca maggiormente è l’incremento del 9,5% delle superfici coltivate a grano duro, attestato a 1,28 milioni di ettari nel 2025 rispetto a 1,17 milioni nel 2024. Questa espansione ha giocato un ruolo determinante nel miglioramento della produzione complessiva. L’aumento della superficie investita, insieme alle condizioni climatiche positive in alcune zone chiave come la Sicilia, la Basilicata e parte della Puglia, ha portato a una crescita produttiva superiore al 20% rispetto all’anno precedente. Sicuramente questo risultato rappresenta un segnale rilevante per il comparto agricolo italiano, considerando anche che la quantità stimata supera del 12% la media dei cinque anni precedenti, rafforzando la posizione dell’Italia nella produzione europea di grano duro.
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Confronto con la produzione internazionale e impatti sul mercato
Gli osservatori di Areté hanno evidenziato come la produzione di grano duro a livello globale mostri tendenze diverse rispetto a quella italiana. Il raccolto complessivo nel 2025 è previsto in leggero calo, soprattutto per la riduzione nelle grandi aree esportatrici come Nord America, dove Canada, Stati Uniti e Messico registrano diminuzioni sensibili . Questo calo nelle forniture dall’estero coinciderebbe però con un aumento della produzione nei paesi importatori, a partire dall’Europa, che prevede una crescita del 10%, e dal Nord Africa, con un incremento attestato al 15%. Il rafforzamento produttivo europeo dovrebbe ridurre le pressioni sui prezzi interni all’Italia, ma la situazione resta fragile. La scarsità di scorte mondiali e la riduzione della produzione nei grandi esportatori lasciano il mercato esposto a possibili oscillazioni improvvise. Eventuali raccolti inferiori alle attese nelle aree importatrici potrebbero generare picchi rialzisti nel costo del grano duro a livello internazionale.