L’inchiesta sull’omicidio del sindaco Angelo Vassallo continua a suscitare attenzione a Salerno. Tra i quattro destinatari di misure cautelari in carcere, Giuseppe Cipriano, imprenditore di 59 anni, ha recentemente affrontato un interrogatorio di garanzia. Con il supporto del proprio legale, ha respinto le accuse che lo coinvolgerebbero nel delitto, ribadendo la sua innocenza in un contesto giudiziario che si preannuncia complesso e articolato.
L’interrogatorio di garanzia di Giuseppe Cipriano
Questa mattina, Cipriano è comparso davanti al giudice per le indagini preliminari Annamaria Ferraiolo. L’imprenditore ha risposto per oltre un’ora alle domande del gip, negando ogni responsabilità. Questo interrogatorio non è una novità per Cipriano, che aveva già fornito una versione simile nel 2018, durante un precedente interrogatorio. Apparentemente, la sua strategia di difesa è chiara e in linea con quanto detto in passato.
L’avvocato che lo rappresenta, Giovanni Annunziata, ha dichiarato all’ANSA di ritenere che l’indagine condotta dal pubblico ministero sollevi dubbi rispetto alla solidità del movente. Secondo il legale, le connessioni tra il suo assistito e un presunto traffico di sostanze stupefacenti, che sono state abbinate agli indagati, non sarebbero prove oggettive e concrete. Ci sono solo indizi e presunzioni che non corroborano il legame tra gli indagati e le attività di traffico di droga.
Le debolezze dell’accusa e l’analisi da parte della difesa
L’avvocato Annunziata ha evidenziato la debolezza di quello che lui descrive come un movente fragile. In fase di dibattimento, la difesa intende contestare queste evidenze, basando parte della propria strategia sulla lacuna di prove concrete che collegherebbero Cipriano a reati di spaccio. Queste argomentazioni, secondo il legale, possono giocare un ruolo cruciale nella ripercussione del processo, specialmente quando la Procura dovrà giustificare le sue tesi.
In aggiungendo, l’avvocato ha criticato il corso delle indagini sull’omicidio di Vassallo, affermando che dopo quattordici anni di ricerca non ci sono stati risultati significativi. Ha sottolineato che l’inchiesta si basa principalmente su prove dichiarative, alcune delle quali provengono da testimoni già considerati inattendibili. Pertanto, la difesa percepisce che le possibilità di un esito favorevole per il suo assistito siano più che pertinenti.
La decisione della difesa di impugnare l’ordinanza
Cipriano si è mostrato disponibile e collaborativo durante l’interrogatorio, cercando di chiarire le motivazioni della sua innocenza. Tuttavia, l’importanza di impugnare l’ordinanza non sfugge al suo legale. La difesa punterà a contestare le misure cautelari imposte, nel tentativo di rivedere la situazione del suo assistito alla luce delle prove e delle argomentazioni presentate in sede di interrogatorio.
Questo caso rispecchia un capitolo controverso della storia giudiziaria italiana, dove la ricerca della verità continua a confrontarsi con complesse dinamiche investigative e legali. Con l’incombente ritorno in aula, gli sviluppi futuri promettono di mantenere alta l’attenzione degli osservatori e dei media.
Ultimo aggiornamento il 9 Novembre 2024 da Sara Gatti