Arresti domiciliari a piacenza per un primario accusato di peculato e truffa nella sanità pubblica

Arresti domiciliari a piacenza per un primario accusato di peculato e truffa nella sanità pubblica

Un primario dell’ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza è agli arresti domiciliari per peculato e truffa continuata, accusato di visite private non autorizzate e appropriazione indebita di farmaci ospedalieri.
Arresti Domiciliari A Piacenza Arresti Domiciliari A Piacenza
Un primario dell’ospedale di Piacenza è stato arrestato per peculato e truffa, accusato di visite private non autorizzate durante l’orario di lavoro e appropriazione illecita di farmaci ospedalieri. - Gaeta.it

Negli ultimi mesi la sanità piacentina è tornata al centro di un’indagine per attività illecite da parte di un medico ospedaliero. I carabinieri del Nas di Parma hanno eseguito un ordine di arresti domiciliari a carico di un primario dell’ospedale “Guglielmo da Saliceto” di Piacenza. Le accuse riguardano peculato e truffa continuata ai danni dell’azienda Usl territoriale. Secondo l’inchiesta, il medico avrebbe svolto visite private senza autorizzazione, anche durante l’orario di lavoro, intascando compensi in contanti e omettendo di registrarli.

Le accuse contro il primario e le modalità contestate

L’inchiesta è partita a marzo 2025, su impulso della Procura locale. Il gip ha ordinato gli arresti domiciliari dopo che le indagini hanno raccolto prove contro il primario, titolare di incarico all’ospedale pubblico. Formalmente il medico aveva l’autorizzazione per l’esercizio della libera professione intramoenia e percepiva un’indennità annua di esclusività di circa 18.000 euro dall’Ausl. Tuttavia, gli inquirenti hanno scoperto che avrebbe effettuato prestazioni private fuori dagli orari consentiti e in diversi casi durante turni istituzionali.

Modalità delle visite private non autorizzate

Il medico avrebbe inoltre omesso di registrare le visite private e dichiarare i relativi guadagni all’azienda sanitaria. Le operazioni si svolgevano con pazienti non prenotati tramite canali ufficiali, ma organizzate privatamente attraverso il telefono personale del dottore. Le visite venivano pagate esclusivamente in contanti, con una tariffa media di 100 euro a visita. In pochi giorni di maggio 2025, il medico avrebbe fatto 37 visite private, incassando almeno 3.510 euro. Questi dati sono emersi da intercettazioni telefoniche e ambientali acquisite dagli investigatori.

Appropriazione di farmaci destinati all’ospedale e sequestro di denaro

Dalle intercettazioni è emerso anche un altro aspetto grave. Il primario si sarebbe appropriato di farmaci della dotazione ospedaliera, per usarli poi con i pazienti visitati privatamente. Questo elemento aggrava la posizione del medico, configurando un reato di peculato che riguarda beni pubblici sottratti all’uso previsto. Durante una perquisizione effettuata nell’abitazione del primario, le forze dell’ordine hanno sequestrato circa 30.000 euro in contanti, somma ritenuta sospetta in relazione all’attività privata non dichiarata.

Questi fatti confermano un possibile sistema illecito messo in piedi, basato su un doppio binario tra l’attività pubblica e quella privata del medico, con conseguenti danni economici e gestionali per l’azienda sanitaria locale. Le autorità mantengono in corso le indagini per verificare se esistano responsabilità di altre persone o istituzioni.

Lo sfondo delle precedenti inchieste nella sanità piacentina

Il caso dell’arresto del primario arriva in un momento di particolare attenzione sulla sanità pubblica piacentina. Recentemente è stata chiusa una vicenda giudiziaria che ha coinvolto un altro primario dell’ospedale locale, Emanuele Michieletti, accusato e arrestato per stalking e violenza sessuale su colleghe e operatrici. Inoltre, un’inchiesta sugli appalti all’interno dell’Ausl piacentina ha portato a 20 indagati per presunti illeciti nella gestione degli appalti pubblici.

Questi episodi mostrano un quadro complesso di problemi e malfunzionamenti nel sistema sanitario di Piacenza, con conseguenze sia sul piano legale sia su quello dell’immagine e della fiducia della cittadinanza. La vicenda del primario arrestato offre nuovo materiale alle autorità per proseguire verifiche e controlli nelle strutture sanitarie. Gli organi competenti sono al lavoro per capire se si tratti di episodi isolati o parte di una rete più ampia di irregolarità.

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