Processo Molinaro per omicidio della ex a Roma: emergono dettagli sulle molestie e minacce precedenti al delitto

Processo Molinaro Per Omicidio

Processo Molinaro a Roma, emergono dettagli su molestie e minacce prima dell’omicidio. - Gaeta.it

Armando Proietti

18 Settembre 2025

Il tribunale di Roma torna a esaminare il caso dell’omicidio di Manuela Petrangeli, uccisa il 4 luglio 2024 dal suo ex compagno Gianluca Molinaro. Le udienze in corso svelano particolari sulle azioni persecutorie e sulle tensioni tra le due parti prima del tragico evento. Il procedimento raccoglie testimonianze dirette e prove audio che delineano l’atmosfera di paura e controllo vissuta dalla vittima.

Nuova testimonianza svela sospetti di sorveglianza e molestie prima dell’omicidio

Durante l’ultima udienza davanti alla Prima Corte d’Assise di Roma, un testimone ha riferito di aver sentito dalla vittima, Manuela Petrangeli, accuse precise nei confronti dell’ex Gianluca Molinaro. Secondo questa testimonianza, Manuela avrebbe raccontato che Molinaro le registrava le conversazioni e avrebbe messo delle cimici all’interno della sua auto. Il racconto del testimone si fa ancora più inquietante quando il testimone esprime la sua sorpresa per la gravità di questi atteggiamenti, definendo l’uomo «matto» per essersi spinto fino a tanto.

Il testimone aveva conosciuto Manuela nel 2021 in una clinica di riabilitazione, dove la donna lavorava e lui era ricoverato dopo un incidente. Tra i due si era sviluppato un rapporto di amicizia. Tuttavia, all’improvviso Manuela gli impose di interrompere i contatti senza spiegazioni. Questa rottura improvvisa aggiunge elementi di mistero sul contesto emotivo e psicologico che circondava la vittima prima dell’aggressione fatale.

Testimonianze sui comportamenti di Molinaro: gelosia e controllo protratti nel tempo

Nella stessa udienza sono stati ascoltati colleghi e conoscenti dell’imputato, assente in aula per scelta. Dalle deposizioni emerge una descrizione di Molinaro come uomo dominato da ossessioni legate a un presunto tradimento da parte di Manuela e da comportamenti di controllo.

Un testimone ha ricordato la forte gelosia di Molinaro, manifestata verbalmente e con azioni concrete come richieste a terzi di monitorare gli spostamenti della donna. Uno di questi episodi ha coinvolto un conoscente della palestra frequentata dall’imputato, a cui fu chiesto di riferire se sotto casa della ex compagna fossero parcheggiate moto o automobili sospette. L’uomo declinò la richiesta, ma attestò l’episodio in aula.

In aula è stato mostrato un messaggio spedito dall’imputato il 28 marzo 2024, in cui Molinaro esprimeva nervosismo e minacciava possibili azioni violente riferite a un allenatore di calcio. Questa comunicazione dà un’idea della tensione degli ultimi mesi precedenti all’omicidio, in cui i pensieri ossessivi sembrano aver preso il sopravvento sulla lucidità dell’uomo.

Gli avvocati della parte civile, rappresentanti della famiglia e del figlio minore di Manuela, hanno sottolineato che le testimonianze confermano un quadro di persecuzione protratta per almeno due anni e mezzo, dal 2021 al 2024. Il periodo copre quindi l’intera fase successiva alla separazione tra Molinaro e la vittima, rivelando un crescendo di attenzioni morbose.

Messaggi audio confermano minacce e pressioni della vittima Sull’imputato

Nel prossimo appuntamento fissato per il 16 ottobre, sarà possibile ascoltare in aula i messaggi audio scambiati tra Manuela e Molinaro. Questi file, scelti anche dalle parti civili, rappresentano una prova diretta delle condotte persecutorie contestate.

Le registrazioni documentano minacce, insulti e continue denigrazioni rivolte da Molinaro a Manuela, elementi che rafforzano le accuse di stalking e abuso psicologico. L’avvocato della famiglia ha definito questi scambi comunicativi come fondamentali per comprendere la sistematicità della pressione esercitata sulla vittima.

La pubblica accusa, guidata dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, attribuisce a Molinaro non solo l’omicidio aggravato dalla premeditazione ma anche la detenzione illegale di armi e la ricettazione, reati strettamente collegati alle dinamiche di violenza che hanno preceduto il fatto di sangue. L’evoluzione del processo segnerà nuovi passi attraverso la valutazione di queste prove sonore e delle testimonianze raccolte fino a oggi.