Un colpo di scena ha sconvolto ieri la vicenda giudiziaria legata all’omicidio di Zrhaida Mouchine, 32enne di origine marocchina ucciso nel luglio 2022. La corte d’assise d’appello di Torino ha ribaltato la sentenza di primo grado assolvendo Vincenzo Pasquino, unico imputato rimasto dopo la morte del presunto esecutore materiale. La decisione degli giudici si basa su nuove prove tecniche che hanno messo in dubbio la validità delle accuse. Questo articolo ricostruisce gli sviluppi più recenti di un caso che ha segnato la cronaca del Vercellese e mantiene aperti molti interrogativi.
La vicenda giudiziaria e il contesto dell’omicidio a tronzano vercellese
Il 24 luglio 2022 Zrhaida Mouchine fu ucciso con sei colpi di pistola nel cortile del condominio di Tronzano Vercellese dove abitava. Un episodio che scosse la piccola comunità di provincia al confine con il Canavese. La vittima, figura nota e rispettata tra i residenti, era impegnata nel proprio lavoro e ben integrata nella zona con una significativa presenza marocchina. Secondo la procura, il movente sarebbe legato a vecchie tensioni tra vicini di casa.
Le indagini indicarono come presunto killer Bruno Nicandro, vicino di casa e sospettato principale, che morì prima della fine del processo. Rimanendo in gioco un solo imputato, Vincenzo Pasquino, amico di Nicandro e accusato di concorso nell’omicidio. Le indagini si concentrarono quindi sulla sua posizione, a partire da tracce emerse durante i rilievi sulla scena del crimine. Si puntò in particolare sulla presenza di residui di polvere da sparo sulla maglietta di Pasquino, ritenuti dagli inquirenti prova decisiva della sua partecipazione.
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Nuovi accertamenti tecnici rivedono le prove contro pasquino
La difesa, guidata dall’avvocato Antonio Mencobello, ha contestato la forza probatoria dei residui trovati. A sostegno di quella tesi è intervenuto un esperto del RIS dei carabinieri chiamato a effettuare una nuova perizia tecnica. Il consulente ha valutato irrealistico che la polvere da sparo rinvenuta sulla maglietta sia stata acquisita al momento dell’omicidio, sottolineando invece possibili contaminazioni esterne o incompatibilità con le dinamiche contestate.
Un elemento chiave riguarda lo stato pulito del veicolo che Pasquino avrebbe usato per lasciare il luogo del delitto. L’assenza di tracce o detriti dentro l’auto rende difficile immaginare un coinvolgimento direttamente collegato alla scena del crimine. La perizia ha confermato che i residui non sono compatibili con l’utilizzo ipotizzato dell’autovettura quella sera. Queste osservazioni scientifiche hanno indebolito l’impianto accusatorio su cui si basava la condanna di primo grado per Pasquino.
Impatto del caso sulla comunità e conseguenze giudiziarie
La notizia dell’assoluzione di Vincenzo Pasquino ha colto di sorpresa molti a Tronzano Vercellese, dove l’omicidio di Zrhaida Mouchine aveva lasciato un segno profondo. Il fatto che il processo di secondo grado sia terminato senza condanne definitive riporta in primo piano il tema dell’impunità nelle tragedie legate a conflitti di vicinato. La famiglia della vittima aveva visto nella sentenza di primo grado un primo riconoscimento di responsabilità e ora si trova a fare i conti con una giustizia che non ha confermato quei passi.
Con la morte di Bruno Nicandro, ritenuto l’esecutore materiale, la vicenda rischia di chiudersi senza mai individuare i colpevoli. Restano irrisolti molti dubbi sulle dinamiche reali e sul movente che ha spinto a un gesto così violento in un luogo abitualmente tranquillo. L’episodio ricorda come le tensioni domestiche spesso possano evolvere in tragedie, lasciando dietro di sé solo dolore e domande senza risposta.
Un discorso aperto sulla gestione dei conflitti tra vicini
Un discorso aperto riguarda il monitoraggio e la gestione dei conflitti tra vicini, fenomeno che in alcuni contesti può degenerare con esiti fatali. L’omicidio di Zrhaida Mouchine si inserisce in questo quadro, confermando la difficoltà delle autorità nel ricostruire eventi complessi e trovare tutte le responsabilità. Ora la parola passa alle motivazioni della corte, che saranno depositate prossimamente e potrebbero chiarire più nel dettaglio le ragioni della sentenza assolutoria.