Il processo contro il karateka Cristian Arlotti, accusato di aver picchiato l’ex fidanzata, ha preso una piega inaspettata nell’ultima udienza a Torino. Una testimone chiave ha rivisto la sua versione, mettendo in discussione alcuni punti fondamentali dell’accusa. Nel frattempo spuntano nuovi materiali e dettagli che riaccendono i riflettori su un caso che coinvolge uno dei nomi emergenti del karate italiano.
Testimone chiave cambia idea: l’accusa perde un punto centrale
Durante l’udienza più recente, una testimone chiamata a supportare l’accusa ha corretto alcune sue dichiarazioni fatte in precedenza. Si tratta di un’ex amica della presunta vittima, che ha ammesso di non aver assistito direttamente a uno degli episodi chiave: lo schiaffo che Arlotti avrebbe dato in discoteca. «Non l’ho visto – ha spiegato – ed è per questo che ho smesso di frequentarla». Questo cambio di versione colpisce un punto cruciale, visto che quella testimonianza era stata usata per rafforzare l’ipotesi di violenze fisiche da parte dell’atleta.
Il giudice Agostino Pasquariello ha chiesto chiarimenti sui dettagli. La donna ha confermato di aver notato segni visibili sulla ragazza, come rossori al collo e alla guancia, ma ha negato di aver visto percosse vere e proprie. Ha raccontato anche di un momento in cui Arlotti avrebbe spinto fuori di casa la sua ex. Questi elementi potrebbero far cambiare la lettura degli eventi, anche se resta da verificare quanto siano attendibili e supportati da prove concrete.
Nuove indagini e il contesto della vicenda
Le indagini, guidate dalla pm Barbara Badellino, si stanno allargando dopo la ritrattazione della testimone. L’obiettivo è capire meglio il contesto in cui sarebbe successo l’episodio e approfondire le dinamiche tra Arlotti e la sua ex. In questa fase è emerso un video che mostra il karateka mentre assume una sostanza bianca sopra un telefono cellulare. Il filmato è stato portato in aula e risulta noto anche all’allenatore di Arlotti.
Sul fronte giudiziario, la donna che ha denunciato l’atleta è ora sotto indagine per presunta diffamazione, dopo una querela presentata da Arlotti. Questo intreccio di denunce e controdenunce complica ulteriormente la situazione, mostrando come la vicenda abbia molte sfaccettature oltre all’ipotesi di violenza.
Le conseguenze sulla carriera e l’impatto pubblico
Cristian Arlotti, che di recente ha vinto l’oro ai campionati europei di karate, era considerato una delle promesse più solide dello sport italiano. Ma questa vicenda giudiziaria rischia di mettere in crisi la sua crescita sportiva e di cambiare l’immagine che il pubblico ha di lui.
Anche la famiglia è stata coinvolta in prima persona. Il legale della difesa ha chiesto di sentire il padre di Cristian, Paolo Arlotti, ex consigliere comunale di Nichelino. Proprio quando sono emerse le indagini sul figlio, Paolo Arlotti ha deciso di dimettersi dalla carica politica. Un gesto che dimostra come la questione abbia travalicato il privato, entrando anche nel campo pubblico e istituzionale.
Processo in bilico tra testimonianze contrastanti e verifiche tecniche
Ora il procedimento entra in una fase delicata, fatta di verifiche approfondite. Con la ritrattazione della testimone, l’accusa perde un tassello importante, ma resta il video che mostra Arlotti in una situazione problematica e la presenza di segni sulla presunta vittima. Ipotesi che difesa e accusa cercheranno di confermare o smentire.
Saranno fondamentali le perizie sulle possibili lesioni e la verifica dell’autenticità e del valore probatorio del video. Ogni testimonianza dovrà essere valutata con attenzione, per distinguere i fatti certi da eventuali errori o omissioni. Il dibattimento continuerà a scavare in ogni dettaglio, evitando giudizi affrettati, mentre il caso resta sotto la lente dei media e degli appassionati di sport in tutta Italia.