Il primo maggio nelle Marche quest’anno si concentra su due temi che restano una priorità per lavoratori e sindacati: i salari bassi e la sicurezza sul posto di lavoro. Marco Ferracuti, segretario generale della Cisl Marche, ha commentato in occasione della festa dei lavoratori i dati che emergono nel territorio regionale, mettendo in evidenza una situazione ancora critica e in peggioramento su alcuni fronti. L’attenzione è focalizzata su numeri precisi riguardo le denunce di infortuni e malattie professionali e su un divario salariale ancora marcato rispetto alla media nazionale.
Salari nelle marche: un ritardo che pesa sul tessuto lavorativo
La questione salariale resta un nodo irrisolto nella regione Marche. Secondo Ferracuti, i salari medi locali si attestano ancora circa l’11% sotto la media nazionale. Una differenza significativa per chi vive e lavora nel territorio, che influisce sulla qualità della vita e sulla capacità di affrontare le spese quotidiane. La disparità salariale non riguarda solo il livello di reddito ma incide anche sulla tenuta sociale e sulla motivazione dei lavoratori. Nel 2025, i dati evidenziano quindi un problema mai superato, nonostante le numerose sfide economiche affrontate negli ultimi anni.
Struttura economica e salari
I salari più bassi riflettono, in parte, una struttura economica ancora legata a settori tradizionali e a forme di impiego spesso precarie. Questo gap retributivo riduce il potere di acquisto e limita le prospettive di mobilità sociale in una regione che ha bisogno di rilancio e innovazione. Nelle Marche la richiesta che arriva dal mondo sindacale è di investimenti reali e misure concrete per colmare questo divario, senza accontentarsi di interventi episodici o di natura simbolica.
Sicurezza sul lavoro nelle marche: i dati allarmanti del 2025
I primi due mesi del 2025 hanno mostrato un aumento preoccupante delle denunce di infortunio nelle Marche. Dopo un lieve calo registrato nel 2024, il trend si è invertito, passando da 473 a 536 denunce nel primo bimestre, con un aumento superiore al 13%. Un segnale inquietante per una regione che, come molte altre, deve ancora far fronte a condizioni di lavoro a rischio e a una presenza insufficiente di controlli e prevenzione.
Malattie professionali in aumento
Accanto agli infortuni, è aumentato anche il numero delle denunce per malattie professionali. Nel 2024 si sono contate 7.725 segnalazioni, equivalenti a una crescita del 14,1% rispetto al 2023. Questi dati indicano che molte problematiche legate alla salute dei lavoratori permangono o si aggravano. Le malattie professionali spesso emergono con ritardo e coinvolgono condizioni di lavoro stressanti o con esposizioni a sostanze pericolose, evidenziando falle nel sistema di tutela.
L’impegno sindacale porta quindi a richiedere interventi strutturali, capaci di rafforzare le misure di sicurezza e di garantire ambienti di lavoro più salubri. Non bastano certo gesti o parole rituali; il territorio ha bisogno di un impegno serio, fatto di controlli frequenti, formazione e regole più stringenti, per evitare vittime e sofferenze evitabili.
Un modello di sviluppo orientato al benessere dei lavoratori nelle marche
Ferracuti sottolinea quanto la crisi attuale del lavoro nelle Marche richiede un cambiamento nel modello di sviluppo economico. Serve un approccio che metta al centro la persona, non solo i numeri o gli indicatori di crescita. Questo significa operare per contrastare forme di lavoro precario, consolidare rapporti professionali stabili e creare condizioni dove ambiente, sicurezza e benessere siano elementi imprescindibili.
Per il segretario della Cisl Marche, il primo maggio è più di una ricorrenza. Può diventare un’occasione per definire un nuovo patto sociale, una base per costruire un sistema lavorativo che tenga conto del valore umano e della dignità del lavoratore. L’appello è rivolto ai decisori politici e alle imprese, con la richiesta di coraggio e responsabilità per garantire un futuro dove il lavoro sia più giusto, più stabile e più umano.
La sfida è aperta. Nel 2025 spetta alle Marche affrontarla con impegno diretto e scelte concrete, senza rinviare quella svolta che numeri e realtà quotidiana stanno da tempo richiedendo.