Primo maggio a Napoli, ricordate le vittime degli incidenti sul lavoro in Campania nel 2025

Primo maggio a Napoli, ricordate le vittime degli incidenti sul lavoro in Campania nel 2025

A Napoli, il primo maggio 2025 Cgil, Cisl e Uil manifestano in piazza Municipio per ricordare le vittime sul lavoro in Campania e chiedere maggior sicurezza dopo il drammatico caso di Patrizio Spasiano.
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Il primo maggio 2025 a Napoli, la tradizionale manifestazione sindacale si è trasformata in un appello urgente per la sicurezza sul lavoro, ricordando le vittime campane e denunciando negligenze che causano tragedie evitabili. - Gaeta.it

Il primo maggio del 2025 a Napoli ha assunto un significato diverso dal solito. La tradizionale manifestazione di Cgil, Cisl e Uil predisposta in piazza Municipio si è trasformata in un richiamo urgente alla tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro. La Campania piange le undici vittime registrate dall’inizio dell’anno e ne rende omaggio rimarcando la necessità di cambiare registro. Il ricordo di chi ha perso la vita nelle attività lavorative ha scandito la giornata.

La manifestazione in piazza municipio tra ricordo e denuncia

La protesta dei sindacati a Napoli si è svolta in un clima di forte commozione. La piazza, solitamente scenario di festa e rivendicazioni, si è fatta custode del dolore per le morti sul lavoro. A tenere alta l’attenzione è stato il pensiero rivolto a due casi emblematici: Carmine Parlato, vittima di un incidente sulla funivia del Faito, e Salvatore Renna, morto in un cantiere della metropolitana poco distante dal luogo della manifestazione.

Il momento più sentito è stato l’intervento di Simona Esposito, madre di Patrizio Spasiano. Patrizio aveva appena 19 anni quando è mancato in un incidente nello stabilimento Frigocaserta, a Gricignano d’Aversa, iniziato come giovane saldatore appena assunto. La sua testimonianza ha smosso la piazza richiamando tutti a non dimenticare quanto accaduto.

Il caso di patrizio spasiano: un dramma che scuote la campania

Patrizio Spasiano aveva da poco iniziato il lavoro in fabbrica. Assunto da due mesi, avrebbe dovuto seguire un percorso formativo in una piccola realtà produttiva. Eppure, senza le competenze richieste e senza un corso sulla sicurezza, è stato prima spostato tramite subappalto ad un altro stabilimento. Lo stesso ambiente dove poi si è verificato il fatale incidente il 10 gennaio del 2025.

Una fuga di ammoniaca ha causato il crollo in cui Patrizio ha perso la vita durante le operazioni di manutenzione di un serbatoio. La madre ha ricordato che nessuno gli aveva spiegato il rischio a cui era esposto. “È stato mandato su un trabattello da solo, in un capannone dove passano tubi di ammoniaca. Non sapeva cosa contenessero quelle condutture”, ha raccontato. Quando è scoppiato uno dei tubi, gli altri presenti sono subito scappati, lasciando Patrizio solo con l’ammoniaca che gli toccava il viso. È rimasto lì per cinque ore, senza protezioni adeguate, protetto solo dalle sue mani.

La denuncia di Simona Esposito ha avuto una forza netta e sincera. Non si è trattato di un semplice incidente, ma di una catena di negligenze che hanno portato al dramma. Quella perdita è diventata simbolo di una situazione che riguarda tutta la regione, dove condizioni di lavoro insicure ancora oggi causano troppe vite spezzate.

La risposta dei sindacati e il richiamo alla sicurezza nei luoghi di lavoro

I sindacati presenti alla manifestazione hanno rilanciato l’appello a mettere fine a queste tragedie. La richiesta di maggiore controllo e di rispetto delle norme di sicurezza si è fatta più urgente che mai dopo il ricovero di questi ultimi mesi. Cgil, Cisl e Uil hanno puntualizzato che le vittime non rappresentano solo numeri ma persone con famiglia e futuro.

Sulla scia del ricordo di Patrizio e degli altri lavoratori, è stato chiesto un impegno concreto alle istituzioni per verificare le condizioni negli ambienti di produzione. Assicurare corsi di formazione adeguati, eliminare subappalti inadeguati e garantire la presenza di presidi di sicurezza potrebbe evitare nuovi incidenti. Questa giornata, legata a un momento simbolico quale il primo maggio, è servita a richiamare attenzione su una piaga che non può rimanere nascosta.

Un appello vibrante nel cuore di napoli

Il dramma accaduto in Campania ha portato in piazza un dolore collettivo e un appello vibrante che punta a cambiare dei comportamenti. Nel cuore di Napoli si è respirata la volontà di fermare quelle morti,ppure ancora oggi troppe, per rendere omaggio a chi ha perso la vita lavorando e continuare a chiedere rigore e garanzie per chi lavora ogni giorno.

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