Un uomo di 53 anni residente a Brendola, nel vicentino, è stato diagnosticato con un caso autoctono di febbre di dengue. La diagnosi è stata confermata dalla Direzione prevenzione sanità della regione Veneto. Questo contagio rappresenta un evento raro, considerando che finora le infezioni in regione erano sempre legate a viaggi in aree dove il virus è endemico.
Descrizione della febbre di dengue e sintomi principali
La febbre di dengue è una malattia virale trasmessa dalle zanzare, principalmente dalle specie Aedes aegypti e Aedes albopictus. Questi insetti si trovano in diverse zone del mondo, ma anche in alcune regioni italiane come il Veneto. Il virus provoca sintomi simili a quelli influenzali: febbre alta, forti dolori muscolari e articolari, mal di testa intenso. Spesso si manifestano anche nausea e eritemi cutanei.
Il contagio avviene esclusivamente tramite la puntura di una zanzara infetta. Non esiste trasmissione diretta da persona a persona. Questo dato è importante perché limita la diffusione del virus al ciclo vettore-uomo. Gli operatori sanitari sottolineano l’importanza di riconoscere tempestivamente i sintomi per una diagnosi corretta.
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Peculiarità del caso di brendola e implicazioni sul territorio veneto
Il caso registrato a Brendola è peculiare perché il paziente non ha effettuato viaggi recenti in Paesi in cui la dengue è endemica, come molte aree del Sud-est asiatico o del Sud America. Questo indica che l’infezione è stata acquisita localmente attraverso una zanzara vettore presente nel territorio vicentino. È il primo caso autoctono confermato in Veneto.
In passato, ogni infezione accertata era legata a turisti o residenti rientrati da paesi tropicali dove la dengue circola abitualmente. L’insorgere di un episodio locale segnala che le condizioni ambientali e la presenza di zanzare vettori hanno raggiunto un livello tale da permettere la trasmissione sul posto.
Misure di prevenzione e sorveglianza contro la diffusione della dengue
La Direzione prevenzione sanità della regione Veneto ha avviato controlli e monitoraggi per limitare la diffusione delle zanzare nel vicentino. Le autorità raccomandano l’eliminazione dei ristagni d’acqua e l’uso di repellenti per proteggersi dalle punture. Le campagne informative invitano i cittadini a segnalare la presenza di zanzare aggressive.
Per il momento non sono stati registrati altri casi in Veneto senza legami con aree endemiche. Gli esperti stanno valutando l’eventuale rischio di focolai locali, specialmente nelle stagioni calde in cui le zanzare sono più attive. Anche gli operatori sanitari devono restare all’erta davanti a sintomi sospetti di dengue, per garantire diagnosi precoci e bloccare eventuali catene trasmissive.
L’evento di Brendola apre un capitolo fino a oggi sconosciuto per la regione. La presenza del virus sul territorio impone un monitoraggio continuo e un coordinamento tra istituzioni sanitarie e cittadini per ridurre la possibilità di nuovi casi autoctoni.