I dati Istat diffusi a giugno 2025 segnalano un rallentamento dell’inflazione generale, ferma al +1,6% su base annua a maggio. Dietro questo dato però si nasconde un aumento marcato dei costi nei servizi legati al turismo. L’associazione Codacons avverte che i rincari rischiano di escludere dall’accesso alle vacanze tanti italiani, soprattutto i più fragili dal punto di vista economico. Questo fenomeno fa emergere difficoltà crescenti nel garantire il diritto al riposo e al tempo libero sancito dalla Costituzione italiana.
Rincari consistenti su voli, traghetti e pacchetti vacanza
I prezzi dei voli nazionali a maggio hanno subito un’impennata del +30,8% rispetto allo stesso mese del 2024. I traghetti seguono con un aumento del +9,7%, mentre i pacchetti vacanza si sono fatti pagare il +7,2%. Anche le strutture ricettive hanno alzato le tariffe del +5,8%, e i costi dei servizi ricreativi e sportivi sono saliti dell’8,3%. Si tratta di incrementi molto marcati e concentrati proprio su quei comparti indispensabili per organizzare una vacanza accessibile.
Questi aumenti vanno ben oltre la media generale dell’inflazione e si radicano in una dinamica di inflazione settoriale. Vale a dire che i rincari non colpiscono tutti i beni e i servizi allo stesso modo, ma si focalizzano su alcuni ambiti, in questo caso il turismo. Tali variazioni prese singolarmente riflettono un impatto diretto e pesante sulle famiglie con redditi più bassi, che trovano sempre più difficile sostenere le spese necessarie per andare in vacanza. Il risultato è un crescendo di disuguaglianze e un peggioramento della capacità di spesa per il tempo libero.
Leggi anche:
Impatto sociale ed economico secondo il codacons
Il segretario nazionale del Codacons, Francesco Tanasi, ha sottolineato le tensioni sociali generate dall’incremento dei costi turistici. “Le ferie stanno diventando un privilegio riservato a pochi con risorse più elevate”, ha detto. Nel contempo ha ricordato l’articolo 36 della Costituzione, che garantisce il diritto al riposo e al benessere, diritti in via di svuotamento se sempre più cittadini sono costretti a rinunciare alle vacanze per motivi economici.
Tanasi ha evidenziato che la situazione minaccia la coesione sociale, facendo emergere una frattura tra dinamiche di mercato e principi costituzionali. Questo squilibrio si traduce in una difficoltà crescente per molte famiglie di ritagliarsi uno spazio dedicato al tempo libero e al recupero energetico. In assenza di vacanze, molti rischiano un peggioramento della qualità della vita anche fuori dal contesto lavorativo.
Sospetti di distorsioni concorrenziali nel trasporto e nell’accoglienza
Il Codacons ha invitato il governo e le autorità competenti a verificare possibili comportamenti anticoncorrenziali nel settore turistico, così come nel trasporto pubblico e privato. Si teme l’esistenza di concentrazioni di mercato e intese tra operatori per tenere artificialmente alti i prezzi, praticando manovre speculative a danno dei consumatori.
Questi comportamenti ostacolano la concorrenza reale e ledono la trasparenza del mercato, impedendo ai viaggiatori di scegliere soluzioni più economiche. L’associazione chiede una verifica approfondita per individuare e reprimere eventuali accordi illeciti o cartelli che riducono la competitività. Solo così si potrà garantire un mercato più equo e condizioni più accessibili per i turisti italiani.
Proposte per interventi strutturali contro i rincari turistici
Secondo Tanasi, gli interventi temporanei non bastano a frenare l’aumento dei prezzi in maniera duratura. Serve uno strumento di sorveglianza pubblica regolare, che monitori le tariffe nel settore turistico per assicurare trasparenza e correttezza. È necessario inoltre promuovere politiche che sostengano la concorrenza tra operatori, demolendo eventuali barriere organizzative o economiche che impediscono una reale competizione.
Tra le misure suggerite ci sono anche forme di detrazione fiscale a favore delle famiglie con redditi bassi, per rendere più accessibili le spese legate al turismo. In un quadro dove le vacanze rischiano di diventare un bene riservato ai pochi, mantenere un presidio pubblico diventa fondamentale per tutelare il benessere collettivo attraverso la possibilità di tempo libero per tutti.
Rimane alta quindi l’attenzione sul futuro del turismo italiano, mentre cresce la pressione perché il mercato non lasci da parte chi ha meno mezzi, tutelando un diritto previsto da norme fondamentali ma spesso ignorate nella pratica quotidiana.