L’estate 2025 porta un calo nei prezzi di diversi frutti e ortaggi, segnalato dalla borsa della spesa di bmti e italmercati con il supporto di consumerismo no profit. L’alta temperatura accelera il deterioramento della frutta e riduce la domanda durante il periodo vacanziero. Questi due elementi spingono i listini verso valori più contenuti, soprattutto per meloni, angurie e pesche. Anche gli ortaggi soffrono il caldo: le coltivazioni rallentano e l’offerta si restringe, ma i prezzi risultano stabili o in leggero calo. Qui una sintesi dettagliata dei principali prodotti stagionali più convenienti.
Calo dei prezzi per meloni, angurie e pesche in un mercato influenzato dal caldo estivo
I meloni registrano un ribasso del 7,4% rispetto alla settimana precedente, con prezzi all’ingrosso tra 0,80 e 1,60 euro al chilogrammo. Questo calo è attribuibile alla maggiore deperibilità dovuta alle alte temperature, che accorcia la durata della frutta fresca, e alla riduzione della domanda per il periodo estivo legato alle ferie. Sul podio della convenienza, l’anguria vede un calo ancora più pronunciato del 9,7%, con quotazioni tra 0,30 e 0,60 euro al chilogrammo. Le pesche, infine, scendono del 2,1%, passando da 1,50 a 2,50 euro al chilogrammo a seconda della varietà e qualità.
Questi dati, forniti dalla borsa della spesa – un servizio settimanale che monitora prezzi e disponibilità grazie alla collaborazione di bmti, italmercati e consumerismo no profit – consentono di orientare gli acquisti verso prodotti stagionali con un buon rapporto qualità-prezzo. L’azione combinata del calore e delle vacanze estive influenza fortemente sia l’offerta che la domanda di frutta fresca in questa fase dell’anno.
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Andamento delle produzioni e prezzi delle susine e albicocche tra fine stagione e domanda ridotta
Le susine si confermano tra i prodotti più accessibili: il prezzo all’ingrosso è stabile e contenuto, sceso da circa 2 euro di qualche settimana fa a 1,30 euro al chilogrammo attualmente. Questa varietà di frutta presenta un buon equilibrio tra qualità e prezzo grazie alla domanda sostenuta e ad una produzione ancora regolare. Al contrario, la stagione delle albicocche si sta avviando alla chiusura. Le quotazioni sono diminuite del 4,9% e si attestano tra 1,50 e 2,30 euro al chilogrammo, con variazioni legate alla grandezza e qualità del frutto.
La riduzione delle albicocche nei mercati deriva dall’esaurirsi delle forniture a causa della fine del raccolto, che contrasta con una domanda più bassa nelle settimane centrali estive. Questo equilibrio provoca una lieve discesa dei prezzi, ma il prodotto resta presente fino a fine stagione nelle offerte all’ingrosso. Ancora una volta, le dinamiche di domanda e offerta legate al clima e al calendario influiscono fortemente sulla disponibilità e costo dei prodotti.
Ortaggi estivi: melanzane, peperoncini, peperoni e altre verdure tra prezzi stabili e domanda contenuta
Nel comparto ortofrutticolo, le melanzane si mantengono tra i prodotti con un miglior rapporto qualità-prezzo. Disponibili all’ingrosso intorno a 1 euro al chilogrammo, confermano una produzione soddisfacente nonostante il caldo. I peperoncini verdi lunghi friggitelli si attestano tra 2 e 2,50 euro al chilogrammo ma mostrano una tendenza al ribasso in seguito a una domanda non particolarmente elevata. I peperoni in piena stagione si mantengono con prezzi compresi tra 1,50 e 1,80 euro al chilogrammo.
I fagioli rampicanti freschi restano stabili sui 3,00 euro al chilogrammo all’ingrosso, confermando una disponibilità costante nel mercato, mentre le lattughe registrano una riduzione della produzione senza però aumentare i prezzi. Le quotazioni per le lattughe all’ingrosso si posizionano da 1 a 1,30 euro al chilogrammo, risultando inferiori del 7,3% rispetto all’anno precedente. Tra le verdure considerati dei buoni affari ci sono anche i finocchi del Fucino, proposti intorno a 1,40 euro al chilogrammo.
Effetti del caldo sul settore orticolo e riflessi sui prezzi
L’intero settore orticolo si confronta con le difficoltà causate dall’eccessivo caldo, che limita le semine e rallenta le raccolte. La domanda più bassa per molte specie si traduce in prezzi spesso stabili o in lieve ribasso, in contrapposizione a quanto ci si attenderebbe in presenza di minori quantità. Questi dati aiutano a valutare quali prodotti scegliere per risparmiare senza rinunciare alla stagionalità e alla freschezza.