Un lungo presidio dei disoccupati ha coinvolto per più di trenta ore le sedi del consiglio e della giunta comunale a napoli. La protesta ha preso avvio la mattina con blocchi nelle strade intorno a piazza del municipio, portando alla chiusura temporanea di alcune vie principali della città.
Il gruppo di manifestanti fa riferimento a due sigle: “movimento di lotta – disoccupati 7 novembre” e “disoccupati cantiere 167 scampia“. Entrambe chiedono che venga rispettata un’intesa raggiunta un anno fa in prefettura, che prevede l’avvio di progetti concreti per l’inserimento lavorativo dei disoccupati napoletani. La mancata attuazione di quegli accordi alimenta il disagio e la mobilitazione sociale in città.
Modalità e intensità della protesta dei disoccupati napoletani
Il presidio è iniziato nelle prime ore della mattina e ha proseguito senza interruzioni per più di trenta ore. I manifestanti si sono concentrati davanti al municipio, sede del consiglio e della giunta comunale, impegnando attivamente gli accessi istituzionali. Prima della permanenza in sede, sono stati effettuati numerosi blocchi stradali nelle vie adiacenti piazza del municipio, causando rallentamenti e disagi al traffico cittadino.
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I manifestanti sono principalmente associati a due movimenti, legati a realtà di lotta per il lavoro e la tutela dei diritti dei disoccupati a napoli. I blocchi hanno interessato sia veicoli privati che mezzi pubblici, imponendo una pressione significativa sulle attività politiche istituzionali. Le sigle coinvolte hanno dimostrato una forte capacità organizzativa e determinazione.
Fermo dei portavoce e dialogo con le autorità
Durante la protesta, in diverse fasi, almeno due portavoce sono stati fermati e condotti in questura. In quelle occasioni, i rappresentanti dei movimenti hanno chiarito agli agenti e alle autorità la natura pacifica dell’azione, sottolineando che “la mobilitazione è un grido d’aiuto per una condizione di crisi sociale che riguarda migliaia di persone in città.”
Richieste precise avanzate dai movimenti dei disoccupati di napoli
I due gruppi, “movimento di lotta – disoccupati 7 novembre” e “disoccupati cantiere 167 scampia“, reclamano l’attuazione di un’intesa sottoscritta circa un anno fa durante un incontro in prefettura con le istituzioni locali. L’accordo prevedeva l’avvio di progetti che favorissero l’inserimento lavorativo per chi è rimasto senza occupazione in una delle città italiane con il più alto tasso di disoccupazione giovanile.
Secondo i movimenti, la mancata attuazione di questi progetti alimenta il disagio economico e sociale, mettendo in secondo piano le necessità della fascia più vulnerabile della popolazione napoletana. I manifestanti chiedono risposte rapide, soluzioni pratiche che affrontino in modo diretto la crisi del lavoro, senza conflitti di facciata o ritardi burocratici.
I loro messaggi, diffusi anche tramite i canali social, denunciano l’idea di una città considerata solo come un’attrazione turistica, lontana dai bisogni della popolazione operaia e disoccupata. La protesta rivendica “il diritto a un lavoro dignitoso e a misure concrete che non si limitino a parole o promesse non mantenute.”
La visione dei movimenti sulle politiche cittadine
I manifestanti sottolineano come la città venga spesso limitata a un ruolo di attrazione turistica, trascurando le esigenze lavorative e sociali della sua popolazione più fragile.
Reazioni delle istituzioni e sviluppo della mobilitazione
Durante le ore di presidio, la presenza delle forze dell’ordine è stata costante, soprattutto per garantire la sicurezza nelle zone interessate dalla protesta e per gestire i momenti di tensione legati al blocco stradale. L’intervento in questura sui portavoce ha rappresentato un momento di confronto diretto tra manifestanti e autorità.
I rappresentanti dei movimenti hanno ribadito la natura pacifica della protesta e hanno spiegato ai funzionari che l’azione è uno strumento per richiamare l’attenzione su un’emergenza lavorativa non più tollerabile. Davanti al rischio di ulteriori proteste, immaginiamo possano arrivare risposte dalle istituzioni nei prossimi giorni anche se al momento nessuna dichiarazione ufficiale è stata diffusa.
Slogan e clima della mobilitazione
I partecipanti alle mobilitazioni sottolineano che nessuna legge o decreto potrà impedire alle persone di scendere in strada per esprimere i propri bisogni e il disagio che affligge ampi strati della popolazione. Nel corso della protesta si sono visti slogan contro le politiche che distolgono l’attenzione dal lavoro a favore della sola immagine turistica della città.
La lunga mobilitazione si inserisce in un più ampio contesto di tensioni sociali a napoli, dove la crisi economica e la disoccupazione continuano a segnare profondamente la vita quotidiana di molte famiglie. Il presidio ha riacceso il dibattito su come affrontare i problemi del lavoro e la necessità di interventi concreti per rilanciare l’occupazione locale.