La portualità turistica in italia rappresenta un comparto fondamentale dell’economia blu, con oltre 800 porti, approdi e punti di ormeggio distribuiti lungo 7.700 chilometri di costa. Nel 2025 è stato presentato il primo piano nazionale dedicato a questo settore, in grado di delineare strategie concrete per la valorizzazione e lo sviluppo di infrastrutture e servizi. Il progetto è frutto della collaborazione tra Associazione nazionale porti e approdi turistici e SACE, il gruppo assicurativo finanziario partecipato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che supporta imprese e sistema paese. Il piano individua direttrici di investimento e interventi per incrementare la competitività dei porti turistici italiani, in vista di una crescita dell’intero comparto.
I numeri della portualità turistica italiana e il valore economico generato
Il settore della portualità turistica in italia coinvolge circa 230 mila imprese e impegna più di un milione di lavoratori. Tutti insieme contribuiscono a un valore complessivo stimato intorno ai 180 miliardi di euro nel contesto dell’economia blu nazionale. Sono presenti oltre 800 infrastrutture destinate all’ormeggio, distribuite su 15 regioni costiere, con una capacità totale di 162 mila posti barca. Questa dotazione copre un’estensione di costa pari a 7.700 chilometri, dalla liguria alla sicilia, passando per il tirreno, l’adriatico e le isole maggiori. Il numero di posti barca e la capillarità delle strutture riflettono l’importanza del settore per la mobilità turistica, sia dal punto di vista ricreativo che per lo sviluppo dei territori. Questi dati confermano che la portualità non è soltanto un’infrastruttura fisica, ma un ecosistema connesso con il turismo, la pesca, il trasporto e la cultura del mare.
La collaborazione tra assonat e sace: un piano per la portualità turistica
Il piano nazionale per la portualità turistica è stato presentato nella sede di SACE a roma, alla presenza del ministro per la protezione civile e le politiche del mare, nello musumeci, del comandante generale del corpo delle capitanerie di porto, nicola carlone, e del presidente di assonautica italiana di unioncamere, giovanni acampora. La partnership tra assonat e sace ha permesso di mettere a punto un documento strategico, denominato “Port in Italy: il piano strategico per la portualità turistica italiana”. Il progetto è costruito su un’analisi dettagliata dello scenario attuale, con un’attenzione particolare all’adeguatezza dei posti barca e delle strutture di supporto. Sono stati identificati tre assi principali per gli investimenti, che riguardano il miglioramento infrastrutturale, la digitalizzazione e la sostenibilità ambientale, oltre a una promozione coordinata del turismo nautico.
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Direttrici di sviluppo e investimenti per rafforzare la portualità turistica nazionale
Il piano individua tre direttrici fondamentali per sviluppare e potenziare la portualità turistica italiana. Innanzitutto il rafforzamento delle infrastrutture con interventi di manutenzione, ampliamento e adeguamento tecnologico dei porti. Questo passaggio mira a superare carenze strutturali, aggiornare i servizi e garantire una migliore ospitalità per gli utenti. In secondo luogo la digitalizzazione delle operazioni e dei servizi offerti: si punta a fornire piattaforme e sistemi integrati che permettano la gestione facile e trasparente degli ormeggi, delle prenotazioni e delle informazioni turistiche. Infine, il piano evidenzia la necessità di investimenti per la sostenibilità ambientale, promuovendo soluzioni per ridurre l’impatto delle attività portuali sulle coste e sul mare, con sistemi di energia pulita e riduzione degli sprechi idrici e energetici. Questi interventi puntano a bilanciare crescita economica e tutela del patrimonio naturale.
Un comparto in crescita con sfide e opportunità per l’economia blu italiana
La presentazione del piano nazionale per la portualità turistica risponde alla necessità di valorizzare un comparto già importante, ma con margini significativi di espansione e miglioramento. La portualità nautica rappresenta un driver essenziale per la mobilità turistica in italia e contribuisce a creare indotto economico nei territori costieri. Le sfide riguardano la necessità di aggiornare infrastrutture spesso vecchie e non più adeguate, la competitività nei confronti di altri paesi mediterranei e la crescente attenzione verso la sostenibilità. Grazie alle strategie delineate dal piano, è possibile immaginare un rilancio coordinato delle risorse, che favorirà non soltanto la crescita del numero di visitatori, ma anche la creazione di nuovi posti di lavoro e l’incremento dei servizi turistici. La portualità turistica si conferma così una risorsa fondamentale per l’economia italiana legata al mare e all’ospitalità.