Presentate le nuove annate de la guardiense a guardia sanframondi con degustazioni guidate da riccardo cotarella e luciano pignataro

Presentate le nuove annate de la guardiense a guardia sanframondi con degustazioni guidate da riccardo cotarella e luciano pignataro

La Guardiense di Guardia Sanframondi presenta nuove annate valorizzando le uve autoctone del Sannio con degustazioni guidate da Riccardo Cotarella e Luciano Pignataro, tra tradizione e innovazione.
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La Guardiense di Guardia Sanframondi ha presentato le nuove annate dei suoi vini sanniti, valorizzando tradizione, territorio e tecniche di vinificazione attraverso una serata di degustazioni guidate da esperti. - Gaeta.it

La cantina La Guardiense di Guardia Sanframondi, nel beneventano, ha svelato le nuove annate dei suoi vini in un evento che ha radunato esperti e appassionati del settore. La serata ha offerto degustazioni approfondite e un racconto sulle varietà autoctone del Sannio, mettendo in rilievo l’identità e l’evoluzione dei vini simbolo della zona.

L’evento di presentazione: tra tradizione e innovazione nel cuore del sannio

Il 24 giugno a Guardia Sanframondi, il presidente di La Guardiense, Domizio Pigna, ha dato il via alla serata dedicata alle nuove annate della cantina. Lo spazio si è subito animato con la presenza di due figure chiave dell’enologia e del giornalismo enogastronomico: Riccardo Cotarella e Luciano Pignataro. I due hanno condotto una degustazione che non si è limitata al gusto, ma ha raccontato l’anima e le storie dietro ogni bottiglia.

L’evento si è trasformato così in un confronto aperto sul valore delle uve autoctone sannite, mettendo in evidenza l’evoluzione delle tecniche di vinificazione adottate dalla cantina. La scelta di presentare sia annate giovani che storiche ha voluto sottolineare la capacità di conservazione e pathos del terroir locale. La partecipazione di professionisti ha aggiunto dettagli tecnici, supportati da osservazioni culturali sul territorio e sulle tradizioni di vinificazione.

I vini degustati: un viaggio tra freschezza, evoluzione e struttura

Durante la serata sono stati serviti sette vini rappresentativi delle produzioni de La Guardiense, selezionati tra annate recenti e bottiglie di qualche anno fa. Ogni vino ha raccontato una fase diversa della sua esistenza e ha permesso di apprezzare le peculiarità di ogni vitigno.

Si è iniziato con il senete Falanghina del Sannio DOC 2024, un bianco fresco e profumato che ha colpito per il bouquet di fiori e frutti come mela verde, pesca e glicine. Il sorso minerale e equilibrato ha lasciato una traccia elegante, mostrata da un finale mandorlato ben definito. La versione 2016 dello stesso vino ha rivelato l’abilità della Falanghina di reggere il passare del tempo, con aromi più profondi di miele e frutta secca e una trama gustativa più densa e complessa.

Tra i vini bianchi spiccava anche il Biancolume Falanghina del Sannio DOC 2022, che ha stimolato i sensi con profumi di pera matura e agrumi, accompagnati da un sorso fresco e strutturato. Il suo carattere più immediato ha raccontato la freschezza delle annate più recenti e la genuinità del territorio.

Nel segmento dei fiano, il Colle di Tilio Sannio DOC si è fatto apprezzare sia nella versione 2024 sia in quella 2016. Il giovane 2024 ha portato sulla scena profumi di fiori di campo, nocciola e agrumi, con un gusto fresco e persistente. La bottiglia 2016 ha mostrato invece le sfumature più profonde del fiano, con sentori alimentati dal tempo, come miele e frutta secca, e un gusto morbido ma ancora vivace.

Infine il Pietralata Sannio DOC Greco ha messo in mostra la sua personalità sia nell’edizione 2024, dolce ma acidula, e corretta nella sua struttura, sia nella versione 2019, più evoluta e complessa, ricca di aromi di miele, zafferano e pietra focaia. Questo vino ha confermato il potenziale di invecchiamento del Greco, spesso sottovalutato fuori dai confini campani.

Il ruolo de la guardiense nella valorizzazione del territorio sannita

L’evento ha avuto un significato più ampio rispetto alla semplice presentazione di nuove etichette. La Guardiense si è confermata come un punto di riferimento per il vino campano, soprattutto per quanto riguarda la riscoperta e la tutela delle varietà autoctone. La presenza di Riccardo Cotarella, tastemaker di fama internazionale, insieme a Luciano Pignataro, giornalista attento alle radici culturali del cibo e del vino, ha offerto una visione a 360 gradi sull’importanza del legame tra vino e territorio.

Si è parlato delle origini dei vitigni sanniti e delle sfide che si trovano ad affrontare per mantenere fede alla tradizione in un mercato sempre più attento alla qualità e alla sostenibilità. In questo contesto, La Guardiense rappresenta un modello per chi punta a coniugare il passato con le richieste del presente. Il racconto tra tecniche di vinificazione, storia delle uve e caratteristiche del suolo ha animato la degustazione e ha dato un’impronta concreta a un settore altrimenti troppo spesso rappresentato da discorsi astratti.

Confronto aperto e patrimonio vitivinicolo

Il confronto aperto tra professionisti e ospiti ha lasciato emergere dettagli precisi sull’andamento delle annate e le tecniche di affinamento, oltre a stimolare l’interesse verso un patrimonio vitivinicolo che merita attenzione e promozione costante. La serata, quindi, ha offerto una testimonianza concreta dell’identità del Sannio, raccontando in modo chiaro ciò che si trova in bottiglia.

“Un momento di grande valore per il territorio e per la valorizzazione delle nostre radici vitivinicole,” hanno commentato i protagonisti dell’evento.

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