Preoccupazioni per il futuro dello stabilimento Purem by Eberspächer di Castellalto: richiesto incontro urgente con la dirigenza

Preoccupazioni per il futuro dello stabilimento Purem by Eberspächer di Castellalto: richiesto incontro urgente con la dirigenza

I sindacati di Teramo chiedono chiarezza a Purem by Eberspächer sul trasferimento dei codici produttivi da Castellalto, preoccupati per la stabilità occupazionale e il futuro dello stabilimento nel settore automotive.
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I sindacati di Teramo esprimono preoccupazione per il trasferimento di produzioni dallo stabilimento Purem di Castellalto, chiedendo chiarezza sui piani industriali e la tutela dei posti di lavoro. - Gaeta.it

Nel contesto industriale di Teramo, la situazione dello stabilimento Purem by Eberspächer a Castellalto sta generando una crescente preoccupazione tra i sindacati. Le ultime settimane hanno visto un trasferimento progressivo di codici produttivi verso altri siti, un fenomeno che alimenta dubbi sulla continuità delle attività locali e sulle prospettive occupazionali dei lavoratori coinvolti. Fiom Cgil e Fim Cisl hanno ottenuto un incontro con la dirigenza per chiarire i piani industriali e la tenuta del sito.

Trasferimento dei codici produttivi e rischi per lo stabilimento di castellalto

Gli ultimi giorni hanno registrato un’imponente movimentazione di codici produttivi fuori dallo stabilimento Purem a Castellalto. Le imprese hanno spostato commesse verso altri impianti aziendali, senza proporre nuovi progetti o linee di produzione da integrare nel sito teramano. Tale spostamento rischia di compromettere la capacità produttiva e di creare un vuoto significativo nelle attività quotidiane dello stabilimento.

Questo fenomeno non è nuovo, l’azienda in passato aveva minacciato una delocalizzazione verso la Romania che poi, fortunatamente, non si è concretizzata. Ora però la situazione torna a preoccupare i lavoratori, che si ritrovano a dover fronteggiare nuove incertezze. I sindacati sottolineano come l’assenza di nuovi progetti per rimpiazzare i trasferimenti di produzione metta in discussione la stabilità occupazionale di un impianto centrale per l’economia locale.

Lo spostamento di codici produttivi senza un adeguato rimpiazzo impatta negativamente sul morale dei dipendenti e sulle prospettive di investimento nella zona. La riduzione dei volumi di lavoro può portare a riduzioni di personale o contratti meno stabili. Anche la concorrenza internazionale, che spinge molte aziende del settore ad ottimizzare costi e produzioni trasferendo attività in paesi con condizioni più vantaggiose, esercita una pressione continua su stabilimenti come quello di Castellalto.

Incontro con la dirigenza per chiarire i piani industriali

L’11 giugno è stato programmato un incontro urgente tra i rappresentanti sindacali di Fiom Cgil e Fim Cisl e la dirigenza dello stabilimento Purem. Alla riunione parteciperanno Paola Cugliero, amministratrice delegata del sito, e Marco Matteucci, plant manager con esperienza anche come presidente della Sezione Automotive di Confindustria Medio Adriatica.

I sindacati puntano a ottenere risposte specifiche e precise riguardo ai futuri piani industriali. In particolare, stanno chiedendo quali codici produttivi resteranno operativi a Castellalto e se l’azienda intende affidare nuovi progetti per mantenere e rinnovare le attività. La richiesta mira a garantire una continuità delle lavorazioni e, soprattutto, a tutelare i posti di lavoro attuali.

I rappresentanti sindacali insistono sull’importanza che ogni modifica rilevante venga discussa preventivamente, evitando comunicazioni unilaterali o a posteriori. La trasparenza e il confronto diretto rappresentano elementi essenziali per costruire una base di fiducia tra azienda e lavoratori. L’incontro servirà anche a chiarire quali misure l’azienda intende adottare per sostenere la produzione in questa fase critica.

Situazione del comparto automotive e impatto sullo stabilimento purem

La crisi dello stabilimento Purem si inserisce in un quadro più ampio di difficoltà che sta attraversando il comparto automotive in Italia. Le strategie di alcune case automobilistiche importanti, come Stellantis, appaiono inadeguate rispetto ai bisogni reali di investimento e rilancio. Gli effetti si riflettono sull’indotto e sugli stabilimenti fornitori, che subiscono tagli o spostamenti di produzioni.

La politica italiana, secondo le organizzazioni sindacali, non sta mettendo in campo azioni sufficienti per un sostegno concreto all’industria automobilistica nazionale. La mancanza di un piano industriale mirato rallenta anche la transizione verso modelli produttivi più sostenibili e moderni. Le aziende si trovano così a dover prendere decisioni spesso dettate da logiche esterne al territorio, con rischi evidenti per l’occupazione e la tenuta produttiva locale.

Lo stabilimento Purem, che collabora direttamente con grandi marchi come Stellantis, riflette le tensioni di un mercato in trasformazione e la difficoltà di mantenere l’equilibrio fra produttività, innovazione e salvaguardia del lavoro. I sindacati insistono nel porre l’attenzione su questi temi, chiedendo alle istituzioni e all’impresa un impegno maggiore per evitare nuove crisi occupazionali.

Impegno dei sindacati nella difesa dei lavoratori e del sito produttivo

Fiom Cgil e Fim Cisl di Teramo hanno ribadito con forza la loro intenzione di monitorare la situazione dello stabilimento di Castellalto. Lo scopo è mantenere ferma la difesa dei diritti dei lavoratori e garantire il rispetto degli accordi sottoscritti. Ogni variazione rispetto agli impegni presi deve passare attraverso una trattativa diretta.

La presenza sindacale si concentra sulla salvaguardia dei posti di lavoro e sulla conservazione di un futuro stabile per le lavoratrici e i lavoratori coinvolti. Le organizzazioni stanno preparando strategie per rispondere a eventuali nuove crisi, mantenendo aperta la comunicazione con l’azienda e con le istituzioni locali.

L’attenzione resta alta sul possibile impatto di decisioni aziendali che potrebbero ridurre la produzione o modificare il profilo occupazionale dello stabilimento. La mobilitazione sindacale è un segnale chiaro alla dirigenza: ogni cambiamento deve arrivare solo dopo un confronto approfondito, in modo da non compromettere la tenuta di un presidio industriale significativo per tutta la provincia di Teramo.

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