La questione del rilancio e della valorizzazione delle acque termali di Caramanico Terme, in provincia di Pescara, sta creando allerta tra gli operatori del settore turistico. Recenti dichiarazioni del presidente di Federalberghi Abruzzo, Giammarco Giovannelli, sottolineano la necessità di garantire che questa risorsa sia destinata in modo fruttuoso al turismo termale della regione.
La richiesta di valorizzazione delle acque termali
Giammarco Giovannelli, alla guida di Federalberghi Abruzzo, ha espresso forte preoccupazione riguardo all’utilizzo futuro delle acque termali di Caramanico. Secondo il presidente, la situazione attuale potrebbe arrecare danni significativi all’economia locale. Il timore principale riguarda l’ipotesi che le acque vengano destinate alla produzione di cosmetici, senza alcun legame con il turismo termale. “Senza una strategia chiara di rilancio del settore, questa eventualità rischia di complicare ulteriormente la ripresa della città,” ha affermato Giovannelli, richiamando l’attenzione sulla chiusura prolungata degli impianti, che ha inflitto un duro colpo al comparto turistico.
Giovannelli ha messo in evidenza l’importanza di un approccio integrato, che unisca la valorizzazione delle acque alla promozione del turismo benessere. Infatti, Caramanico Terme è stata, in passato, un punto di riferimento nel settore, e il suo patrimonio naturale deve essere preservato per consentire un futuro prospero. La proposta di utilizzare le acque solo per scopi cosmetici, senza il supporto di un’infrastruttura turistica, rischia di ridurre ulteriormente il flusso di visitatori, compromettere l’indotto economico e minare la reputazione di Caramanico come destinazione turistica.
Impatti sull’economia locale e sul settore alberghiero
Daniela Renisi, presidente di Federalberghi Pescara, ha messo in luce gli effetti devastanti che la crisi del turismo termale ha avuto sulle strutture ricettive e commerciali di Caramanico. Negli ultimi anni, molti alberghi e attività extra ricettive hanno visto un diminuzione drammatica della clientela, una perdita che ha portato non solo a una riduzione dei posti di lavoro, ma anche a una crescente fragilità economica per l’intera comunità.
Il calo dei visitatori ha messo a dura prova le strutture che in passato accoglievano un numero cospicuo di turisti, contribuendo così alla vitalità economica della zona. Senza un’inversione di tendenza, il rischio è di vedere molte di queste attività chiudere definitivamente. Gli albergatori locali hanno evidenziato come la mancanza di investimenti e di un piano per la valorizzazione del turismo termale stia soffocando non solo il settore ricettivo, ma anche il commercio e i servizi accessori, che spesso vivono di turismo.
Appello alla Regione Abruzzo
Federalberghi ha lanciato un appello alla Regione Abruzzo affinché svolga un ruolo attivo nella gestione delle risorse termali. La richiesta è quella di monitorare attentamente le assegnazioni delle concessioni e di facilitare un dialogo tra tutte le parti interessate. Questo include sia gli amministratori locali sia gli imprenditori turistiche, con l’obiettivo di arrivare a una soluzione condivisa e sostenibile.
Tutti gli albergatori di Caramanico hanno chiesto l’istituzione di un tavolo di discussione per valutare come garantire un rilancio efficace e coerente del settore termale. La speranza è che attraverso questo confronto si possano delineare strategie che non solo preservino il patrimonio naturale della città, ma che contribuiscano anche a recuperare il flusso turistico.
La situazione a Caramanico Terme è quindi dalle mille sfaccettature e i prossimi passi da compiere saranno determinanti per il futuro del turismo termale in Abruzzo. Il tempo è essenziale per attuare queste misure e dare nuova vita a una risorsa che, se valorizzata correttamente, potrebbe riportare la località agli antichi fasti.