Da quest’anno alcune delle denominazioni più note del vino piemontese potranno aggiungere l’indicazione geografica “Piemonte” sulle loro etichette. Questa novità riguarda in primo luogo i vini Roero docg e Alta Langa docg e a breve coinvolgerà le altre denominazioni d’origine della regione. La modifica è stata approvata dai consorzi di tutela interessati e sarà estesa progressivamente a tutte le 60 doc e docg piemontesi entro l’inizio dell’estate.
Voto unanime per inserire “piemonte” nelle etichette di roero e alta langa
L’assemblea dei soci dei consorzi di tutela dei vini Roero docg e Alta Langa docg ha votato all’unanimità la modifica del disciplinare di produzione. Questa variazione consentirà di applicare, su base volontaria, l’indicazione geografica più ampia “Piemonte” accanto alle specifiche denominazioni d’origine. L’obiettivo è far conoscere anche ai mercati esteri e ai consumatori il legame territoriale più generale del vino, senza oscurare le caratteristiche tipiche di ogni denominazione.
Il passo è solo il primo di una serie prevista, che nelle prossime settimane riguarderà anche tutte le altre doc e docg della regione. Gli altri consorzi si sono organizzati per convocare le assemblee necessarie ad approvare lo stesso adeguamento. La strategia mira a completare l’iter di aggiornamento entro l’inizio dell’estate.
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Significato e vantaggi dell’indicazione “piemonte” sulle bottiglie
Paolo Bongioanni, assessore alla regione Piemonte con deleghe su commercio, agricoltura e cibo, ha sottolineato il valore di questa modifica. La legislazione europea non permette l’uso di brand o marchi come l’etichetta “Eccellenza Piemonte – Piemonte Is” sui vini doc e docg, ma consente di indicare una localizzazione geografica più estesa come la regione stessa.
Introdurre la menzione “Piemonte” aiuterà a valorizzare meglio l’identità regionale dei prodotti, soprattutto in un contesto globale dove il nome Piemonte è sinonimo di qualità e tradizione. L’inserimento sarà una scelta volontaria per i produttori e potrà unire i vini più famosi con la denominazione più ampia, dando maggiore riconoscibilità all’intero sistema vitivinicolo regionale, fatto di 19 docg e 41 doc.
Francesco Monchiero, presidente di Piemonte Land of Wine, l’associazione che rappresenta i consorzi piemontesi, ha definito la novità come un passo importante per collegare le singole denominazioni al nome condiviso della regione.
Regole grafiche per la nuova indicazione geografica
La posizione dell’indicazione “Piemonte” sarà al di sotto della denominazione d’origine e dell’eventuale cru, non dovrà mai superare per dimensioni i caratteri utilizzati per la denominazione principale. Questa scelta mira a preservare la visibilità e l’identità delle singole doc o docg.
In pratica, sulle etichette dei prossimi vini potrebbero comparire diciture come “Roero docg – Piemonte” o “Alta Langa docg – Piemonte” per segnalare la provenienza più ampia, senza modificare lo spazio dedicato al marchio o al nome specifico del vino.
La modifica del disciplinare dovrà passare l’ultimo vaglio formale presso il Comitato nazionale vini, organo ministeriale che si occupa di questi procedimenti per conto del Masaf. L’approvazione definitiva potrebbe arrivare in autunno, seguita da un decreto ministeriale.
Tempi di attuazione e prime bottiglie con l’indicazione “piemonte”
Le nuove etichette con il marchio “Piemonte” saranno presumibilmente disponibili a partire dalla vendemmia 2026. Questa scadenza tiene conto dei tempi tecnici necessari per adeguare le produzioni e aggiornare le confezioni secondo le nuove regole.
Il cambiamento interessa un numero molto ampio di denominazioni, coinvolgendo oltre sessanta realtà vitivinicole di tutta la regione. Questo porta a pensare che il mercato potrà gradualmente abituarsi a questa nuova grafica e lettura, legata a una maggior chiarezza territoriale per il consumatore.
Da subito l’accordo approvato per Roero e Alta Langa indica la direzione che la regione Piemonte ha deciso di seguire nella promozione e protezione delle sue etichette di vino, per offrire una maggiore riconoscibilità globale senza sacrificare l’unicità delle singole denominazioni.