Le vacanze tra il 25 aprile e il primo maggio a Modena hanno visto un’affluenza discreta, ma senza grandi sorprese per il settore turistico e della ristorazione. Il sole ha accompagnato i giorni di festa, favorendo spostamenti e visite, ma non ha generato il picco di presenze atteso da hotel e locali. La domanda turistica resta ancora limitata senza eventi particolari che richiamino visitatori, e la città fatica a mantenere il flusso durante i ponti festivi come accade nelle grandi capitali del turismo italiano.
La ristorazione tra luci e ombre durante il ponte lungo
Dal punto di vista della ristorazione, il ponte si è rivelato “particolare”. Davide Forghieri, presidente provinciale di Fipe-Confcommercio, ha notato un’affluenza limitata e in leggera diminuzione rispetto all’anno precedente. Le serate animate da dj set e aperitivi nei locali hanno richiamato soprattutto un pubblico giovane, mentre la ristorazione tradizionale ha sofferto maggiormente. Anche il traffico veicolare è risultato scorrevole, segno che la città si è svuotata più del solito durante questi giorni.
Molti modenesi e visitatori con disponibilità economica hanno preferito spostarsi verso mete più rinomate come il mare o la montagna, ma non solo. Le seconde case sono state una destinazione scelta per trascorrere questi giorni di festa, riducendo quindi l’afflusso verso il centro storico. Forghieri osserva che questa tendenza si manifesta soprattutto nei periodi che anticipano la stagione estiva, con una domanda che si concentra su località fuori porta o rurali, meno sulla città vera e propria.
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In effetti, gli agriturismi delle colline intorno a Modena e gli esercizi fuori dal centro storico sembrano aver beneficiato maggiormente del lungo ponte festivo. Senza dati ufficiali ancora disponibili, la sensazione degli operatori è che proprio queste zone abbiano registrato un movimento superiore rispetto al cuore della città, sostenendo così un segmento del turismo differente, più legato al paesaggio e alla natura.
Aspettative per la stagione estiva e le sfide del settore ricettivo e della ristorazione
Con il mese di maggio e l’avvicinarsi dell’estate, gli operatori modenesi mostrano segnali di ottimismo. Federalberghi spera in un aumento delle prenotazioni associato a eventi di richiamo come il Motor Valley Fest e Radio Bruno Estate. Faenza indica che si punta a un incremento delle presenze vicino al 20%, con un’occupazione degli alberghi intorno al 50%. Queste manifestazioni sono viste come un volano per il turismo, capaci di attirare partecipanti non solo dalla provincia ma da diverse regioni italiane.
La domanda turistica a modena: un andamento limitato senza eventi di richiamo
Gli operatori del turismo modenese sottolineano come la città, in assenza di manifestazioni, non riesca a imporsi come meta attrattiva spontanea durante i ponti festivi. Secondo Amedeo Faenza, presidente di Federalberghi Modena, la crescita delle presenze nelle strutture ricettive si attesta intorno al 10%, un aumento contenuto e non tale da registrare picchi significativi. Il confronto con città come Roma o Firenze è inevitabile: Modena non possiede un richiamo turistico autonomo durante le festività e senza eventi particolari resta difficile raggiungere numeri importanti.
Faenza definisce il problema come “strutturale”, richiamando l’attenzione su un gap che riguarda il posizionamento e la visibilità di Modena come destinazione turistica. Nei giorni festivi le stanze degli alberghi non si riempiono come altrove, e questo limita l’impatto economico per il territorio. Quindi anche se il tempo è stato favorevole, non basta a modificare il flusso di visitatori in modo significativo. Questo scenario fa capire quanto la presenza di eventi culturali, sportivi o manifestazioni di richiamo sia decisiva per accendere l’interesse di turisti e visitatori.