Nel carcere di castrogno, a Teramo, la polizia penitenziaria ha fermato un tentativo di introdurre cellulari e sostanze stupefacenti. L’intervento arriva dopo che ignoti hanno lanciato tre pacchetti oltre il muro di cinta con droga e dispositivi vietati. La vicenda mette in evidenza la difficoltà di controllare le aree esterne del penitenziario e spinge il sindacato della polizia penitenziaria a chiedere misure più stringenti per evitare simili episodi.
Il sequestro dei cellulari e della droga a castrogno
Nei giorni scorsi, alcuni estranei al carcere di castrogno hanno cercato di far entrare oggetti proibiti. Tre pacchetti sono stati lanciati all’interno dell’area del penitenziario, ognuno contenente materiale diverso: un sacchetto con circa 100 grammi di hashish, un altro con quattro smartphone e un terzo con altrettanti caricabatterie. Fortunatamente il tentativo è fallito: i dispositivi e la droga sono stati recuperati dal personale della polizia penitenziaria prima che potessero varcare la recinzione. Nessun cellulare o stupefacente ha dunque raggiunto i detenuti.
Il ruolo di giuseppe pallini nel parlare dell’intervento
Il segretario provinciale del sindacato autonomo di polizia penitenziaria, Giuseppe Pallini, ha diffuso la notizia sottolineando l’importanza dell’intervento. “Non si tratta del primo episodio simile, anche se questa volta il metodo appariva poco elaborato.” L’episodio conferma però le difficoltà nel proteggere le aree esterne di castrogno, dove manca una sorveglianza efficace oltre il muro. Per questa ragione il SAPPE chiede con forza all’amministrazione penitenziaria di dotare gli agenti di droni per sorvegliare il perimetro e di istituire un nucleo con unità cinofile contro le sostanze stupefacenti.
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La presenza di tossicodipendenti nelle carceri italiane e le difficolta di gestione
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha illustrato un fenomeno diffuso in tutta Italia, che riguarda la popolazione carceraria. Circa il 30% dei detenuti è tossicodipendente, con una percentuale simile che riguarda gli stranieri incarcerati. Nonostante in Italia esista una legislazione aggiornata che permette ai tossicodipendenti di scontare la pena fuori dal carcere, molti continuano a soffrire il problema durante la detenzione.
Dati e relazioni recenti del parlamento sulle tossicodipendenze
La questione è stata analizzata anche nelle recenti relazioni al Parlamento dedicate alle tossicodipendenze. I dati mostrano un incremento nel consumo di sostanze illegali e nel numero di reati legati agli stupefacenti, con una crescente domanda di trattamenti sanitari. Questa situazione grava sulle strutture carcerarie, dove bisogna affrontare sia il controllo che la cura dei detenuti con problemi di droga.
Capece ha evidenziato che questo trend crescente coinvolge direttamente le situazioni gestite dalla polizia penitenziaria, che deve affrontare quotidianamente i tentativi di introduzione di sostanze vietate. Per questo motivo il SAPPE spinge per corsi di formazione specifica e aggiornamenti mirati per il personale, con l’obiettivo di migliorare il contrasto e la gestione di queste emergenze.
Le richieste di potenziamento delle misure di sicurezza a castrogno
Il caso di castrogno fa riaffiorare vecchie criticità sulla sicurezza del carcere. Quel muro di cinta, che dovrebbe blindare gli spazi, mostra punti vulnerabili, specialmente dall’esterno. Lanciarsi con oggetti proibiti nel cortile interno non è più un episodio isolato, anzi. Gli agenti lo sanno bene e servono strumenti più efficaci per bloccare proprio quei tentativi.
Le proposte del sappe per un controllo più efficace
Il SAPPE insiste sulla necessità di droni per monitorare il perimetro esterno. Questi mezzi, manovrabili a distanza, consentono di intercettare rapidamente ogni movimento sospetto fuori dalla recinzione. Inoltre, la proposta di istituire un nucleo cinofilo dedicato per la ricerca di sostanze stupefacenti vorrebbe rafforzare il controllo sulle aree interne, a maggior tutela dei detenuti e dello stesso personale carcerario.
In assenza di questi dispositivi, la polizia penitenziaria deve contare solo sull’osservazione diretta, con limiti evidenti. Come dimostra il recente lancio di droga e telefonini, senza un controllo più stretto rischiano di esserci nuovi arrivi illegali. La posta in gioco riguarda la sicurezza interna, ma anche l’efficacia nel contrastare la diffusione di droghe dentro il carcere.
L’amministrazione penitenziaria è chiamata a rispondere a queste richieste per prevenire altri episodi analoghi. L’uso di tecnologia e unità specializzate potrebbe mettere un freno all’ingresso di sostanze proibite, rendendo meno complicato il lavoro degli agenti impegnati ogni giorno.