In Abruzzo, il dibattito sul progetto di legge ‘Milleproroghe’ ha acceso polemiche tra la maggioranza e l’opposizione. A dispetto delle finalità originarie di questo provvedimento, le recenti modifiche proposte dal centrodestra sono state oggetto di critiche da parte del Movimento 5 Stelle, che accusa i politici di sviare l’attenzione dai veri bisogni dei cittadini. La situazione si inasprisce, e i segnali di malcontento all’interno della giunta regionale diventano sempre più evidenti.
Le critiche al progetto di legge
Il Movimento 5 Stelle, rappresentato dalla Consigliera Erika Alessandrini e dal Consigliere Francesco Taglieri, ha definito il progetto di legge ‘Milleproroghe’ una vera e propria “Milleporcate”. Secondo i due rappresentanti, il provvedimento, che dovrebbe semplicemente prorogare le normative esistenti, si trasforma in un modo per favorire gli interessi di partiti e singoli esponenti della maggioranza. Le nuove disposizioni emendate, sostengono, non rispondono alle necessità degli abruzzesi, ma piuttosto servono a modificare rapidamente norme che interessano settori cruciali dell’economia regionale. Riguardo alla questione, Taglieri ha sollevato un punto critico: la presenza di due versioni del ‘Milleproroghe’, una presentata dalla Giunta e l’altra dal Consiglio regionale, evidenzierebbe divisioni e tensioni all’interno del centrodestra, un’anomalia mai riscontrata prima.
Dopo l’approvazione dell’ultimo bilancio regionale, in cui già si potevano intravedere le spaccature, le frizioni sembrano essere aumentate. Il ritardo nell’approvazione della legge, che normalmente avviene a fine anno, è un chiaro segnale di conflitti interni e mancanza di un’azione politica coesa. Questa situazione caotica rende evidente una disconnessione tra gli obiettivi politici e le urgenze del territorio.
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Le modifiche contestate e le loro conseguenze
Le proposte del centrodestra sollevano preoccupazioni soprattutto in merito alla destinazione della legge, che rischia di ridurre ulteriormente già limitati spazi pubblici. In particolare, un subemendamento alla legge regionale 141/1997 introduce un meccanismo che, pur mantenendo una quota formale di spiagge libere, permette ai Comuni di autorizzare nuove concessioni. Questo potrebbe tradursi in una sempre maggiore privatizzazione delle spiagge, abbattendo il numero di aree gratuite a disposizione dei cittadini. Secondo Alessandrini, l’attuazione di tali modifiche rappresenterebbe un attacco diretto ai diritti dei cittadini, privandoli dell’accesso a un bene comune.
La situazione attuale, aggravata dalla scarsità di spiagge libere già presente in diverse zone costiere, rende evidente il rischio che le aree pubbliche possano scomparire del tutto. Qui, i turisti e le famiglie potrebbero essere costretti a pagare per accedere al mare, trasformando un diritto naturale in un privilegio a pagamento. L’obiettivo di mantenere un controllo minimo sulle concessioni sembra nascondere intenti ben più strategici e opportunistici.
La risposta del Movimento 5 Stelle
Taglieri e Alessandrini hanno sottolineato il fatto che il “cavallo di Troia” del rispetto della soglia del 20% per le spiagge colpite offra un’illusione. Mentre formalmente ciò potrebbe sembrare un accordo, permetterebbe in realtà ai Comuni di gestire le concessioni a proprio piacimento, senza un controllo uniforme. Questa frammentazione amministrativa potrebbe favorire situazioni di favore e una gestione poco trasparente delle concessioni, alimentando possibili speculazioni e trattamenti iniqui.
Non stupisce quindi la ferma volontà del Movimento 5 Stelle di battersi contro ciò che definiscono una grave distorsione nella gestione delle risorse pubbliche e della disponibilità dei beni comuni. Le spiagge, sostengono, non sono solo un patrimonio naturale, ma un diritto per tutti, e non devono essere svendute a privati. I membri del partito hanno già annunciato piani per contrastare le modifiche e proporre alternative che garantiscano una gestione sostenibile e accessibile del demanio marittimo, richiamando l’attenzione pubblica su un tema di grande rilevanza per l’intera comunità abruzzese.