Il quartiere Pigneto a Roma è travolto da un’escalation di violenze portate da gruppi di giovanissimi, molte volte minorenni, che aggrediscono residenti e commercianti. Le segnalazioni di episodi di risse, atti vandalici e vendita illegale di alcolici si sono moltiplicate nelle ultime settimane, mettendo in allarme la comunità locale e le autorità.
Baby gang al pigneto: le aggressioni che allarmano commercianti e residenti
Gli episodi di violenza coinvolgono gruppi di ragazzi che si radunano soprattutto in via Ascoli Piceno, zona frequentata da numerosi locali. Qui i giovanissimi, spesso minori, si incontrano per consumare alcolici messi in vendita a prezzi molto bassi, con alcuni locali che offrono shot e drink a un euro. Questa facilità di approvvigionamento alimenta la presenza di centinaia di ragazzi che, a volte, sfociano in comportamenti violenti.
Le testimonianze dei titolari di esercizi commerciali descrivono aggressioni fisiche e minacce verbali frequenti. Un proprietario di enoteca è stato picchiato da una comitiva di ragazzi, dovendo poi ricorrere al pronto soccorso. Altri episodi riguardano persone prese a pugni e calci senza apparente motivo, solo perché si trovavano nel quartiere o avevano chiesto ai minori di spostarsi per fare passare la loro auto. Non mancano nemmeno incursioni all’interno dei locali sotto pretesto di usare il bagno, che si trasformano in atti di sfida e molestie, in qualche caso da parte di ragazze giovanissime.
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Il fenomeno previsto occasionalmente lungo la notte si estende fino alle prime ore del mattino, rendendo difficile la gestione di queste situazioni da parte degli esercenti, molti dei quali hanno creato gruppi di supporto per scambiarsi informazioni, chiamare aiuto e proteggersi reciprocamente. Il quartiere vive una crescente preoccupazione per l’ordine pubblico e la sicurezza.
Danni materiali e disagi quotidiani: vandalismi, parcheggi selvaggi e paura per le strade
L’impatto delle baby gang si riflette anche sugli spazi pubblici e privati del Pigneto. Auto e moto vengono danneggiate, cartelli e arredo urbano divelti o rovinati. Le vie pedonali diventano aree di parcheggio irregolare, con mezzi messi a ridosso di tavolini da ristorante, creando disagi sia ai residenti che ai clienti. Piante e piccoli alberi subiscono atti di vandalismo, contribuendo a peggiorare l’aspetto delle strade compromesso ormai da tempo.
I commercianti denunciano che nonostante le chiamate alle forze dell’ordine l’arrivo degli agenti è spesso tardivo, consentendo ai gruppi di fuggire prima che si possa intervenire. Alcuni testimoni raccontano di aver visto i ragazzi cambiare rapidamente vestiti o coprire le targhe delle loro macchine subito dopo le aggressioni, per eludere eventuali riconoscimenti.
Il clima di insicurezza si accumula insieme al disagio sociale, con la percezione che il quartiere non abbia, almeno per ora, strategie efficaci per contenere questi comportamenti. La rete di sostegno tra esercenti rappresenta un primo tentativo di difesa, oltre a segnalazioni e denunce nei confronti dei locali che vendono alcolici ai minorenni.
Vendita illegale di alcolici e responsabilità dei locali del pigneto: la denuncia degli esercenti
Un elemento che contribuisce all’aumento del fenomeno è la disponibilità di alcolici a basso costo offerti in alcuni bar del Pigneto anche ai minorenni. I locali, secondo testimonianze di colleghi onesti, vendono shottini e bevande a prezzi irrisori, creando punti d’incontro per i ragazzi e alimentando gli episodi di ubriachezza e disordini.
Malgrado le segnalazioni ripetute, queste attività sembrano continuare senza controlli rigorosi. Questo elemento alimenta la preoccupazione tra gli esercenti in regola, che denunciano una perdita di clienti e un calo nella frequentazione serale proprio per la paura e la percezione di insicurezza. La presenza di consumatori minorenni nei pressi di questi locali sfida anche i vincoli normativi, ponendo interrogativi sul controllo delle licenze e l’intervento delle forze preposte.
I commercianti rispettosi delle regole cercano di mantenere un ruolo di tutela e presidio del territorio, ma si trovano isolati rispetto a situazioni sempre più difficili da controllare senza un supporto più deciso delle istituzioni.
Vladimir luxuria racconta la sua esperienza da residente e lancia un appello per la sicurezza
Vladimir Luxuria, nota attivista e residente del Pigneto, ha condiviso la propria esperienza diretta con le baby gang nel quartiere. La sua testimonianza descrive gruppi di ragazzi minorenni con atteggiamenti prepotenti, capaci di bloccare la strada e impedire il passaggio, creando situazioni di paura anche per chi è abituato a vivere in questa zona della città.
Luxuria sottolinea come il fenomeno sia comparso improvvisamente e abbia mutato l’atmosfera di un quartiere multietnico e vivace, noto anche per l’apertura e la diversità, con bandiere rainbow visibili sulle strade. Secondo lei, questo vento di violenza coinvolge ragazzi che dovrebbero vivere momenti leggeri come l’adolescenza, ma che invece cercano scontri e disordini.
Un nodo fondamentale è la vendita di alcolici ai minorenni, che contribuisce a facilitare le situazioni che sfociano nella violenza. Luxuria esprime preoccupazione pensando ai più giovani e invita all’intervento rigoroso contro chi permette questa pratica, chiedendo responsabilità anche da parte delle istituzioni.
Intervento di confesercenti roma e lazio: la richiesta di un monitoraggio al prefetto
Claudio Pica, presidente di Fiepet Confesercenti Roma e Lazio, ha annunciato che chiederà al prefetto un controllo più stretto sulla zona interessata dai disordini. La richiesta sarà inoltrata nei primi giorni della settimana per instaurare un dialogo diretto con le autorità e pianificare un intervento mirato.
Pica riconosce che esiste un disagio giovanile da affrontare anche con attività sociali e preventive, accanto a una presenza più costante sul territorio. Sottolinea che alcuni esercenti non rispettano la legge, vendendo alcol ai minorenni, e che chiunque commettesse questa violazione potrebbe vedersi chiudere il locale su decisione del prefetto.
L’intervento auspicato punta a rendere più sicuri i quartieri come il Pigneto, tutelando sia chi vive in queste aree che i commercianti onesti che subiscono le conseguenze di questi fenomeni senza poter reagire. Il dialogo con le forze dell’ordine e le istituzioni sembra rappresentare una delle vie principali per contrastare la situazione.
La reazione dei residenti sui social: rabbia, organizzazione e richieste di azioni condivise
I residenti del Pigneto si stanno mobilitando sulle piattaforme social per denunciare i danni e le aggressioni subite. Post e commenti raccontano di vandalismi a veicoli e biciclette, di episodi di violenza e di notti passate tra urla e fischi che disturbano la tranquillità.
Molti chiedono di unirsi per fare denunce collettive e organizzare incontri per trovare soluzioni condivise e arginare i problemi. Alcuni utenti segnalano la presenza dei ragazzi nei bar di via Ascoli Piceno e denunciano la mancanza di interventi tempestivi da parte delle forze dell’ordine.
Questa mobilitazione dimostra una crescente insofferenza verso le condizioni di sicurezza e un tentativo di costruire comunità resistenti a chi vuole imporre il caos e la paura nel quartiere.
Aggressione omofoba al pigneto: il racconto di una violenza intimidatoria su facebook
Un episodio aggravante riguarda un’aggressione a sfondo omofobo avvenuta poco distante dalla metro C Pigneto, denunciata su un gruppo Facebook locale. La vittima racconta di essere stata insultata e poi aggredita insieme a un amico da un gruppo di giovani, dopo aver scambiato un semplice gesto di affetto in pubblico.
Il responsabile, già protagonista di urla offensive, si è armato di bastone e casco prima di tornare insieme ad altri quattro amici, dando vita all’aggressione. La vicenda mette in evidenza come la violenza nel quartiere non risparmi settori vulnerabili della popolazione, aggiungendo un ulteriore livello di preoccupazione nella convivenza civile.
La diffusione di questo episodio sui social aiuta a rendere nota una realtà che spesso resta nascosta, e amplifica l’appello per interventi mirati e una maggiore presenza delle forze di polizia in quartieri già sotto pressione.