Pierluigi dellano racconta l'incontro con allen durante la scomparsa nei boschi

Pierluigi dellano racconta l’incontro con allen durante la scomparsa nei boschi

Pierluigi Dellano racconta il suo incontro casuale con Allen, il bambino scomparso e ritrovato nei boschi, e denuncia la pressione subita durante l’interrogatorio e la perquisizione della sua abitazione.
Pierluigi Dellano Racconta L27I Pierluigi Dellano Racconta L27I
Pierluigi Dellano, inizialmente sospettato nella scomparsa del bambino Allen ritrovato nei boschi, racconta di aver semplicemente cercato di aiutarlo, subendo poi pressioni durante l’interrogatorio e la perquisizione. - Gaeta.it

La vicenda di Allen, il bambino scomparso e poi ritrovato nei boschi, ha coinvolto anche Pierluigi Dellano. Interrogato a lungo come possibile sospetto, Dellano ha voluto chiarire la sua versione dei fatti raccontando l’incontro con il piccolo. Le autorità hanno perquisito la sua abitazione dopo che i cani molecolari si sono fermati davanti al suo cancello. Il racconto è emerso in un’intervista a La Stampa e offre un quadro dettagliato di quel momento complicato.

Il momento dell’incontro tra pierluigi dellano e allen

Pierluigi Dellano descrive l’incontro con Allen come un episodio di pura casualità in cui lui ha tentato un gesto di supporto. Allen, secondo Dellano, si era presentato nei dintorni della sua villa, confuso e incapace di comunicare chiaramente. L’uomo racconta che il bambino cercava di esprimersi ma non parlava bene, ripetendo solo di voler raggiungere il papà. Per un breve periodo, Dellano lo ha accompagnato per strada, alla ricerca di qualcuno che potesse intervenire. Tuttavia Allen si è allontanato, divincolandosi senza un obiettivo preciso. Dellano credeva di stare semplicemente offrendo aiuto a un bambino smarrito e non si rendeva conto immediatamente della gravità della situazione.

L’episodio dimostra la vulnerabilità di un bambino disperso e l’attenzione che può attirare anche chi in quella circostanza appariva soltanto un passante. Dellano ricorda con tono stanco ma determinato quei momenti intensi, durante i quali ha sentito anche la pressione delle forze dell’ordine. Il racconto di Dellano solleva importanti interrogativi sulle dinamiche degli interrogatori nelle indagini di scomparsa, soprattutto quando la comunità è all’erta.

Le indagini e l’intervento della polizia

Dopo il ritrovamento di Allen nei boschi, le autorità hanno subito avviato un’indagine per ricostruire le ultime ore prima della scomparsa. Uno degli elementi che ha chiamato in causa Pierluigi Dellano è stato il percorso seguito dai cani molecolari, che si sono fermati davanti al cancello della sua proprietà. A quel punto Dellano è stato convocato per un lungo interrogatorio; la sua casa ha subito una perquisizione dettagliata. L’uomo confessa di aver subito una pressione evidente durante l’interrogatorio, tanto da ripetere più volte di essere stato “torchaito bene”.

L’attività investigativa ha richiesto una raccolta precisa di elementi e ogni persona che poteva aver incrociato il cammino di Allen è stata ascoltata. Il ruolo di Dellano, in questo contesto, era delicato, perché inizialmente sospettato di qualcosa che poi è stato smentito dal proseguo delle indagini. La perquisizione e l’interrogatorio rappresentano fasi tipiche delle procedure dopo ritrovamenti così delicati, e il caso ha suscitato attenzione mediatica per i particolari emergenti.

Il tentativo di aiutare allen e la reazione alle accuse

Pierluigi Dellano ha sempre sostenuto di aver agito esclusivamente per aiutare Allen. Nella sua intervista, sottolinea di non aver avuto alcuna colpa e di aver cercato di farlo uscire da una situazione di difficoltà. Il bambino, spaesato e incapace di parlare correttamente, aveva bisogno di qualcuno che cercasse di avvicinarlo ad aiuti esterni. Dellano si è sentito coinvolto per empatia e responsabilità, e solo dopo due ore, conoscendo meglio la situazione, ha compreso la gravità di quanto accaduto e la dimensione dell’allarme lanciato per la scomparsa.

La vicenda si svolge tra la preoccupazione, la paura e la diffidenza che sorgono in casi simili. Essere considerati sospetti può pesare molto sull’umore e sulle parole di una persona, come ha raccontato lo stesso Dellano. La sua esperienza rappresenta un episodio di come le indagini si sviluppano a partire da pochi indizi e come chi cerca di fare il bene può, per un tempo, ritrovarsi sotto la lente dei controlli.

Il quadro della vicenda di allen e la reazione pubblica

La storia di Allen ha catturato l’attenzione della città e ha spinto a riflettere su quanto sia fragile la sicurezza di un bambino in luoghi isolati come i boschi. Nei giorni della sua scomparsa, la comunità ha vissuto momenti di apprensione intensa, mentre le forze dell’ordine concentravano gli sforzi per rintracciarlo. L’episodio legato a Dellano è stato uno dei tanti tasselli per ricostruire il percorso di Allen, che ha attraversato situazioni di disagio prima di essere riportato a casa.

Il riscontro positivo delle indagini, con il ritrovamento sano e salvo del bambino, ha però lasciato spazio a dubbi e domande su come vengono trattati i sospetti nei primi momenti delle indagini. Il caso ha ricevuto ampio spazio sui media, spingendo a riflessioni sulla correttezza degli interrogatori ma anche sulla risposta rapida delle forze dell’ordine durante emergenze di scomparsa. Il racconto di Dellano resta una delle testimonianze dirette più importanti emerse nel corso della vicenda.

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