Una piena improvvisa del fiume Piave ha causato momenti di apprensione per un gruppo di sette ragazzi rimasti bloccati su un isolotto nella località di Fagarè di San Biagio di Callalta, in provincia di Treviso. Il territorio, già teatro di un grave incidente lo scorso giugno, ha visto l’intervento tempestivo delle forze dell’ordine e dei soccorritori per mettere in sicurezza i giovani.
il luogo e il contesto dell’allarme sul fiume Piave
La zona in cui si è verificato l’allagamento è nota per le sue spiaggette naturali lungo il greto del fiume Piave. Fagarè di San Biagio di Callalta si trova nella fascia orientale del trevigiano, un territorio attraversato dal corso del Piave, fiume spesso soggetto a variazioni improvvise del livello dell’acqua. Proprio in questo tratto, il 18 giugno, un ragazzo aveva perso la vita annegando, mentre era con alcuni amici sulle rive del fiume. In quel tragico episodio la corrente, diventata insidiosa molto rapidamente, aveva sorpreso il gruppo. Da allora, il territorio è sotto stretta osservazione da parte delle autorità locali, soprattutto nei mesi più caldi, quando le persone si avvicinano più frequentemente alle rive per rinfrescarsi.
Non a caso, proprio in questo settore, l’afflusso all’interno di piccoli isolotti all’interno del fiume si conferma un rischio elevato. Il verificarsi improvviso di piena rende difficile valutare la sicurezza di queste aree, spesso raggiungibili solo camminando a pelo d’acqua o su sentieri poco delineati. A Fagarè, la configurazione del territorio e la presenza di aree isolate lungo il letto del Piave sono un elemento che rende la risposta ai fenomeni di piena particolarmente delicata.
Leggi anche:
Il salvataggio e l’intervento delle forze dell’ordine
L’allarme è scattato quando il livello dell’acqua ha iniziato a salire rapidamente, intrappolando i sette ragazzi sull’isolotto. Testimonianze raccolte sul posto riferiscono che i giovani hanno subito richiesto aiuto, consapevoli della difficoltà a superare la corrente crescente. Sul posto sono arrivati Carabinieri, Vigili del Fuoco e operatori del Servizio di emergenza urgenza 118. L’intervento congiunto si è concentrato su diversi aspetti: prima di tutto, assicurare la sicurezza dei protagonisti, verificando lo stato di salute e prevenendo il rischio di ipotermia o altre conseguenze legate alla permanenza nell’acqua.
I Vigili del Fuoco hanno impiegato mezzi nautici e attrezzature specifiche per raggiungere l’isolotto. Il coordinamento tra le forze è stato rapido, permettendo un’evacuazione efficace nonostante il terreno accidentato e la corrente minacciosa. La presenza del Suem 118 ha permesso di intervenire immediatamente su eventuali feriti o soggetti in difficoltà fisica. Il sistema di emergenza ha così impedito che la situazione degenerasse come accaduto in passato in quella stessa zona.
i rischi legati alle piene improvvise lungo il fiume Piave
Il Piave è noto per le sue variazioni repentine nel livello delle acque, soprattutto in seguito a precipitazioni intense a monte. Questi fenomeni meteo condizionano in modo significativo la sicurezza di chi si avvicina al fiume, in particolare nelle zone dove il corso si allarga e si formano spiaggette o isolotti fluviali. Eventi di piena come questo mettono in evidenza la fragilità delle persone che si trovano vicino al fiume senza precauzioni.
Gli esperti mettono in guardia sul fatto che picchi improvvisi di flusso possono trasformare un luogo apparentemente tranquillo in una trappola pericolosa. Le correnti diventano più impetuose e cambiano rapidamente direzione e profondità, rendendo difficoltoso il movimento e generando passaggi insidiosi. Queste condizioni sfidano anche i soccorritori, che devono muoversi con tempestività e attenzione.
precedenti e attenzione sul territorio di San Biagio di Callalta
Il fatto di cui si parla in queste ore non può non essere messo in relazione con il tragico annegamento verificatosi lo scorso 18 giugno nella stessa area. All’epoca un giovane in compagnia di amici si era immerso nelle acque del Piave, probabilmente nelle medesime spiaggette di Fagarè. Quel giorno la rapidità con cui si è alzato il livello dell’acqua ha tolto ogni possibilità di reazione, portando al decesso del ragazzo.
Da quella tragedia le autorità locali hanno intensificato i controlli e le campagne di sensibilizzazione, con particolare riguardo ai periodi estivi, quando l’afflusso sul fiume aumenta. Tuttavia, il territorio rimane esposto alle insidie naturali, soprattutto nelle giornate in cui le condizioni climatiche spingono verso fenomeni improvvisi di piena.
La presenza ingente di forza pubblica durante emergenze come quella di oggi testimonia un impegno concreto nel monitorare la situazione e ridurre i rischi per cittadini e visitatori. Il caso di Fagarè conferma, purtroppo, quanto sia delicata la convivenza tra persone e ambiente naturale lungo il fiume Piave.
Le operazioni di soccorso, soprattutto dopo l’uscita dei ragazzi dall’isolotto, hanno evitato conseguenze drammatiche. Resta alta l’attenzione su questi episodi di piena improvvisa, mentre i protagonisti sono stati affidati alle cure mediche e alla vigilanza delle forze dell’ordine. “Un intervento tempestivo e coordinato ha fatto la differenza in questa situazione critica.”