Le nuove misure tariffarie degli Stati Uniti prenderanno effetto dall’1 agosto 2025, con impatti diretti sulle economie di Myanmar, Laos, Sudafrica, Malesia e Kazakistan. Le decisioni, comunicate attraverso lettere ufficiali pubblicate online, rivelano l’intenzione dell’amministrazione Trump di applicare dazi significativi su varie merci provenienti da questi paesi.
Dazi compresi tra il 25 e il 40% sulle importazioni da myanmar e laos
Il Myanmar e il Laos vedranno un aumento drastico delle tariffe sulle esportazioni verso gli Stati Uniti, con un dazio che salirà al 40%. Questa decisione rappresenta un cambiamento netto rispetto alle condizioni precedenti. Le lettere ufficiali mettono in luce che il motivo principale per queste misure riguarda questioni legate a pratiche commerciali ritenute non competitive o a violazioni percepite negli accordi bilaterali. L’aumento delle tariffe mira a proteggere i mercati americani da prodotti importati a costi ridotti, che potrebbero minacciare le industrie locali.
L’impatto economico per questi paesi potrebbe essere pesante, considerando che molte delle loro esportazioni negli USA riguardano beni manifatturieri, tessili e prodotti agricoli. In Myanmar, ad esempio, l’industria tessile rappresenta una parte consistente delle esportazioni verso l’estero, mentre in Laos si segnalano esportazioni di prodotti naturali e alimentari. L’imposizione del dazio al 40% rischia di ridurre la competitività di queste merci, con effetti che potrebbero riflettersi anche sui livelli occupazionali nei comparti coinvolti.
Leggi anche:
Tariffe al 30% sul sudafrica per motivazioni politiche ed economiche
Il Sudafrica, da tempo osservato con attenzione dall’amministrazione Trump, sarà soggetto a un dazio pari al 30% sulle sue esportazioni verso gli Stati Uniti. Tra le ragioni citate emerge il trattamento riservato alla popolazione bianca nel paese, un tema su cui il presidente USA si è espresso pubblicamente in modo critico. Questa mossa tariffaria si inserisce quindi in un contesto più ampio che include valutazioni politiche, oltre che economiche.
Le importazioni sudafricane negli USA toccano settori come minerali, prodotti agricoli e manufatti metallici. L’aumento del 30% sui dazi potrebbe incidere sul volume delle esportazioni e sulle relazioni commerciali bilaterali. È probabile che molte aziende sudafricane dovranno rivedere le proprie strategie di accesso al mercato americano o affrontare costi superiori che potrebbero tradursi in una riduzione della domanda.
Malesia e kazakistan soggette a dazi del 25% sugli scambi con gli stati uniti
Malesia e Kazakistan affronteranno dazi più contenuti, ma comunque significativi, fissati al 25% sui prodotti destinati al mercato americano. Entrambi i paesi esportano una gamma di beni alle industrie statunitensi, tra cui elettronica, materie prime e prodotti agricoli nella Malesia, e risorse minerarie e prodotti chimici in Kazakistan.
Questi dazi rappresentano un segnale chiaro dell’intento degli Stati Uniti di riaffermare il controllo sugli scambi commerciali, limitando l’ingresso di alcune merci straniere rispetto al passato. Per le aziende malesi e kazake si apre la necessità di valutare nuove rotte commerciali o di adeguare i prezzi all’aumento delle tariffe. Sul breve periodo queste tariffe possono diminuire la competitività delle esportazioni verso gli USA, mentre sul medio si potrebbero sviluppare nuove strategie per bypassare gli effetti negativi.
Tensioni e impatti sulle relazioni commerciali internazionali
Le decisioni di Trump segnano un cambiamento nelle relazioni commerciali tra Washington e questi paesi, creando tensioni che potrebbero influenzare il commercio internazionale nei prossimi mesi. I governi interessati probabilmente rivaluteranno le proprie politiche per mitigare l’impatto di questi dazi elevati.