Piccoli passi per rafforzare la tutela contro racket e usura, la sfida delle istituzioni nel contrasto alla mafia

Piccoli passi per rafforzare la tutela contro racket e usura, la sfida delle istituzioni nel contrasto alla mafia

Il convegno nazionale a Reggio Calabria evidenzia la necessità di aggiornare le norme antiracket e antiusura, superando le difficoltà burocratiche per garantire tutela efficace alle vittime, secondo Colosimo e Nicolò.
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Il convegno nazionale di Reggio Calabria ha evidenziato la necessità di aggiornare le norme antiracket e antiusura, semplificando la burocrazia per migliorare la tutela delle vittime e contrastare efficacemente le nuove strategie criminali. - Gaeta.it

L’attenzione sulle norme antiracket e antiusura torna al centro del dibattito pubblico durante il convegno nazionale svoltosi a Reggio Calabria, promosso dalla Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura Italiane con la collaborazione di FAI Reggio Calabria. Tra le voci presenti, quella di Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare antimafia, e di Mariagrazia Nicolò, commissaria straordinaria per le iniziative antiracket e antiusura, hanno posto in rilievo le criticità burocratiche e la necessità di un adattamento delle leggi rispetto all’evoluzione delle strategie criminali.

Il convegno nazionale di reggio calabria, un momento per riflettere sulle legge antiracket e antiusura

Il convegno ha rappresentato un’occasione per fare il punto sulle norme destinate a contrastare racket e usura, fenomeni criminali che ancora oggi tengono sotto scacco molte realtà del Paese. L’incontro ha richiamato l’attenzione su come la legislazione esistente, risalente più di vent’anni fa, vada rivista per rimanere efficace contro le nuove modalità di azione delle organizzazioni mafiose. La presenza della Commissione parlamentare antimafia ed esperti del settore ha sottolineato l’importanza di un lavoro condiviso tra istituzioni e associazioni antiracket, nel segno della collaborazione e della lotta collettiva. Il concetto di fondo è chiaro: la mafia si può sconfiggere solo insieme, non con l’isolamento delle vittime o dei singoli operatori.

La presidente Colosimo ha espresso l’idea che, pur con limiti e ritardi, qualche passo avanti si possa fare a breve, partendo dalla volontà di semplificare e velocizzare le procedure spesso ostacolate dalla burocrazia. Questo punto è apparso come una questione prioritaria per garantire che chi denuncia o subisce usura e racket possa accedere rapidamente ai benefici previsti dalla legge.

Le difficoltà della burocrazia rallentano la tutela delle vittime, il caso delle vedove luciani di san marco in lamis

Tra gli esempi concreti portati durante il convegno c’è la vicenda delle vedove Luciani di San Marco in Lamis, che hanno ottenuto tutte le sentenze a loro favore relative a usura e racket. Nonostante il riconoscimento legale dei loro diritti, la consegna dei benefici si è fermata a causa di ritardi burocratici e passaggi amministrativi che non coincidono con le esigenze di rapidità che il tema imporrebbe. La presidente Colosimo ha sottolineato che questa discrepanza tra sentenze e applicazioni pratiche non dovrebbe più accadere.

Problematiche burocratiche come ostacolo alla giustizia

Le difficoltà burocratiche sono un nodo spesso denunciato da chi si occupa di supportare le vittime, perché rischiano di compromettere l’efficacia stessa delle tutele previste. La necessità di fluire più velocemente attraverso gli uffici competenti è un tema che riguarda non solo il caso specifico citato, ma l’intero sistema di contrasto a racket e usura. A quel punto diventa fondamentale che le istituzioni adottino misure immediate per minimizzare questi ostacoli.

Questa situazione rende evidente come il cammino per migliorare le tutele debba comprendere anche una revisione delle procedure amministrative, meglio coordinate e meno frammentate. L’esperienza delle vedove Luciani conferma che la legge può riconoscere diritti ma è sul come si concretizzano che spesso si arena la giustizia.

Le norme antiracket e antiusura oggi e i possibili interventi per aggiornarle secondo mariagrazia nicolò

Mariagrazia Nicolò, commissaria straordinaria per le iniziative antiracket e antiusura, ha definito l’architettura normativa che regola oggi queste materie come solida e funzionante, con leggi che risalgono al periodo tra il 1996 e il 1999. Lo sforzo attuale si concentra più che altro sull’adattamento delle norme alle nuove forme di criminalità. La assimilazione degli strumenti legislativi è stata già aggiornata di recente, per esempio con l’introduzione dell’esperto di sostegno alle vittime di usura, figura pensata per fornire un aiuto concreto dopo il riconoscimento giudiziario.

Innovazione normativa per rispondere alle nuove sfide criminali

La trasformazione delle organizzazioni criminali richiede un’attenzione continua alle modalità operative di queste, in modo da inserire nelle leggi nuove strategie di contrasto, senza però stravolgere un quadro normativo consolidato. Nicolò ha evidenziato che questo equilibrio tra conservazione e innovazione è necessario per non disperdere i punti di forza accumulati in decenni di lotta al racket e all’usura.

Il commissario ha anche fatto riferimento all’importanza di servizi e strumenti pratici di supporto alle vittime, con un’attenzione particolare a chi si trova a denunciare o a uscire da situazioni di sopruso economico. Le modifiche recenti ne sono esempio, con il coinvolgimento di figure professionali capaci di accompagnare le persone lungo un percorso difficile, garantendo un’assistenza più immediata e concreta.

Nel complesso, le parole di Nicolò evidenziano una attenzione verso un sistema legale che sappia evolvere con i tempi, riconoscendo le difficoltà di chi affronta queste situazioni e intervenendo prima che la burocrazia o la lentezza rovinino i risultati ottenuti in aula di tribunale. La sfida resta aperta tra norme antiche e contesti sempre più complessi.

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