Piazzale davanti al conad di Settimo Torinese tra degrado e abbandono sociale: il disagio giovanile

Piazzale davanti al conad di Settimo Torinese tra degrado e abbandono sociale: il disagio giovanile

Il piazzale davanti al Conad di Settimo Torinese è diventato un luogo di degrado e inciviltà, con atti di vandalismo e tensioni sociali causate da giovani senza controllo familiare né presidi istituzionali efficaci.
Piazzale Davanti Al Conad Di S Piazzale Davanti Al Conad Di S
Il piazzale davanti al Conad di Settimo Torinese è diventato un luogo di degrado e inciviltà, segnato da atti di vandalismo e mancanza di controllo, riflettendo un più ampio disagio sociale e giovanile che richiede interventi concreti e coordinati tra istituzioni, famiglie e comunità. - Gaeta.it

Il piazzale davanti al supermercato Conad di Settimo Torinese, un tempo semplice area di passaggio, è diventato in poco più di un anno un luogo segnato dal degrado e dall’inciviltà. La quiete serale è scomparsa lasciando spazio a episodi di vandalismo e bottega urbana fuori controllo. Situazioni simili si rintracciano in varie città d’Italia, ma nel caso di Settimo la tensione sociale cresce attirando l’attenzione sui problemi reali di una comunità che fatica a farsi sentire e a trovare risposte concrete.

Il piazzale davanti al conad: epicentro di comportamenti fuori controllo

Il piazzale di Settimo Torinese davanti al Conad ha visto un incremento notevole di atti di inciviltà. Non si parla più di semplici ragazzi desiderosi di divertirsi o sbrigarsi. Sedie vengono lanciate dalle balconate verso i passanti o l’area sottostante, bottiglie di plastica piene di sostanze sconosciute vengono scosse e fatte esplodere nel parcheggio con lo scopo di generare rumori forti o piccoli danni. Urla, parolacce e bestemmie si diffondono a qualsiasi ora, sommergendo ogni tentativo di ordine o quiete.

Il fatto che spesso i responsabili abbiano già dodici anni sottolinea quanto il problema sia radicato nelle nuove generazioni. Nessun presidio serio presenza continuativa; l’assenza di polizia o vigili a lungo termine permette a gruppi di giovanissimi, definiti in gergo “maranza”, di agire senza paura. Il parcheggio è diventato una zona franca, dove le regole si spengono e i diritti dei cittadini onesti sembrano dimenticati.

Lavoratori e residenti esasperati dalla situazione quotidiana

I commercianti intorno al Conad raccontano un clima di esasperazione crescente. Ogni giorno, gli agenti di polizia locale e carabinieri passano per controlli sommari, ma la situazione non modifica a lungo termine. “Ramanzine” formali non fermano certi atteggiamenti, anzi sembrano aggravare il malessere di chi lavora e vive nella zona. Nessun genitore si fa mai vedere per tentare di prendere in mano la situazione o tutelare i propri figli.

Le testimonianze raccolte portano alla luce un nodo importante: l’assenza di un controllo familiare adeguato. Genitori assenti o troppo distratti lasciano i ragazzi liberi di muoversi e agire in modo disturbante e pericoloso. Molti adulti si lamentano: se fossero i loro figli a comportarsi così li isolerebbero in casa. La risposta, però, arriva da più parti: non si sa bene da dove escano questi giovanissimi, né chi li indirizzi.

Il disagio giovanile e la città che si svuota: tra spazi pubblici deserti e mancanza di presidi educativi

Questo fenomeno si inserisce in un contesto più ampio che riguarda molte città italiane, Settimo non fa eccezione. Il malessere giovanile si diffonde tra strade e piazze ormai poco frequentate dagli adulti, dove si percepisce la mancanza di forme di controllo e di educazione. I centri storici perdono vitalità, sempre più negozi chiudono, e i luoghi pubblici diventano spesso postazioni di degrado.

Dove ci sarebbero dovuti essere centri educativi, culturali o semplici punti d’incontro sani, oggi molte zone sono abbandonate a se stesse. C’è poca, o nessuna, presenza di psicologi, educatori o centri giovanili attivi. Alcuni passanti o guardie giurate si trovano a dover subire comportamenti aggressivi senza avere gli strumenti per intervenire. La realtà mostra un quadro di abbandono sociale, in cui i giovani si organizzano senza adulti o istituzioni di riferimento.

L’amministrazione comunale tra proclamazioni e realtà di piazza

La sindaca di Settimo Torinese, Elena Piastra, ormai da tempo presenta la città come un luogo pacifico, inclusivo e bello da vivere. Da parte sua l’amministrazione promuove eventi e iniziative che celebrano l’accoglienza e l’innovazione, ma la vita di strada racconta una storia diversa. Il piazzale del Conad rappresenta uno specchio nel quale emergono sporcizia, microcriminalità e tensioni sociali.

Le manifestazioni culturali che si susseguono mostrano un volto raffinato, pulito e moderno ma non toccano i problemi delle periferie o di chi vive in prima persona le tensioni quotidiane. Manca un investimento sostanziale sul controllo serale e notturno delle piazze, sulle politiche di coinvolgimento reale delle famiglie, e su strumenti concreti di contrasto all’abbandono culturale e civile.

Responsabilità diffuse: genitori, istituzioni e comunità in crisi

La crisi del piazzale davanti al Conad non nasce solo dai ragazzi coinvolti. Il dissesto deriva anche da scelte politiche che hanno ridotto la capacità di controllo e prevenzione. A livello locale si continuano a proporre progetti con effetti estetici o mediatici, senza un reale impatto sulle dinamiche sociali.

La sinergia tra istituzioni, famiglia e cittadinanza appare logorata, e il rapporto tra adulti e giovani è spezzato. Manca la presenza di regole condivise e di riferimenti stabili per i ragazzi che crescono senza guida. Le forze dell’ordine si limitano a interventi sporadici, chi dovrebbe esercitare una vigilanza continua si mostra inefficace o assente. In questa situazione, le zone pubbliche si trasformano in luoghi dove i minori assumono il potere, lasciando gli adulti in una posizione passiva.

La sfida di ricostruire spazi pubblici frequentabili e sicuri

Il problema in piazza non riguarda solo la convivenza civile ma tocca temi più ampi di politica urbana e sociale. Emergerebbe l’urgenza di creare spazi pubblici in cui adulti e giovani possano incontrarsi, imparare, socializzare in modo sicuro e automatico, senza timore o disinteresse. Ciò richiede un cambiamento nelle pratiche amministrative che vada al di là dei soli eventi mediatici e delle dichiarazioni istituzionali.

Solo con la presenza attiva di educatori, con servizi di prossimità, con il coinvolgimento reale delle famiglie e con la presenza continua di guardiania si può sperare di restituire dignità e sicurezza agli spazi comuni. Questo tipo di intervento però necessita volontà politica e risorse dedicate, non slogan o iniziative episodiche.

La situazione a Settimo Torinese fotografata dal piazzale del Conad mostra un disagio diffuso che coinvolge città, genitori, amministratori e giovani. Si allarga il vuoto di presenza adulta e cresce il rischio che le conseguenze ricadano sulla comunità tutta. La risposta passerà attraverso interventi concreti, costanti e radicati negli stessi luoghi dove si consumano questi fenomeni sociali.

Change privacy settings
×