Piano Casa 2025: meloni e salvini puntano su social housing e prezzi calmierati per giovani coppie

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Social housing e prezzi calmierati: la proposta di Meloni e Salvini per il 2025. - Gaeta.it

Elisabetta Cina

28 Agosto 2025

Il governo italiano ha rilanciato l’obiettivo di affrontare il problema del disagio abitativo attraverso un Piano Casa nazionale. L’iniziativa, seguita da mesi dal ministero delle Infrastrutture, punta a sostenere soprattutto giovani coppie, nuclei familiari e fasce vulnerabili con nuove soluzioni residenziali a costi contenuti. Le risorse stanziate, benché consistenti, appaiono ancora insufficienti rispetto alle richieste del mercato edilizio. Il quadro italiano si inserisce in un contesto europeo che sta cercando di regolare i mercati abitativi, soprattutto quelli degli affitti a breve termine, per rispondere alla carenza di alloggi accessibili.

Il rilancio del piano casa dal meeting di Rimini tra promesse e strategie politiche

Nel corso del Meeting di Rimini, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha reso pubblico il rafforzamento del Piano Casa come una priorità del governo guidato da lei e dal vicepremier Matteo Salvini. Meloni ha posto l’accento sulla difficoltà di avviare una famiglia senza una casa, sottolineando il tentativo di calmierare i prezzi degli immobili destinati alle giovani coppie. Salvini ha ripreso questa linea, evidenziando il bisogno di intervenire sulla fascia di reddito media, tra 30 e 60 mila euro annui, e di rivedere i criteri con cui si valuta il bisogno abitativo, segnalando che il calcolo attuale dell’Isee non rispecchia la reale situazione delle famiglie. Il vicepremier, che segue direttamente il dossier al ministero delle Infrastrutture, ha mantenuto aggiornate le parti sociali mediante incontri periodici.

Tuttavia, queste dichiarazioni non sono state accolte senza critiche. Irene Tinagli, presidente della commissione Casa del Parlamento europeo, ha attaccato il governo per la mancanza di interventi concreti sull’emergenza abitativa, segnalando come per oltre due anni si siano succeduti soltanto annunci e tavoli di confronto senza risultati tangibili.

Risorse stanziate e ostacoli normativi per il piano casa in Italia

Il Piano Casa in Italia sta affrontando diversi ostacoli sul piano operativo e finanziario. Il ministro Salvini ha convocato il 17 giugno 2025 le principali associazioni di categoria per presentare lo stato delle risorse. Il totale disponibile ammonta a 660 milioni di euro, cifra ben lontana dai 15 miliardi che i costruttori di Ance ritengono necessari per affrontare efficacemente l’emergenza abitativa. Questi fondi sono distribuiti su più anni: 100 milioni provenienti dalla legge di Bilancio 2024, ripartiti tra il 2027 e il 2028, e 560 milioni stanziati nella manovra corrente, che si spenderanno tra il 2028 e il 2030.

L’attuazione completa del Piano è ancora in attesa di un decreto del presidente del Consiglio , previsto nella legge di Bilancio ma che non è stato ancora emanato. Il decreto doveva fissare entro il 30 giugno 2024 i criteri essenziali del Piano Casa, inclusi accesso alle risorse, modalità di monitoraggio e parametri per la definizione delle fasce di bisogno.

Social Housing e meccanismi di partenariato pubblico-privato nel contesto del piano

Le strategie in fase di definizione per il Piano Casa prevedono una svolta nel social housing e nella gestione delle Aziende casa, con l’introduzione di modelli finanziari che prevedono la collaborazione tra pubblico e privato. Si punta a soluzioni abitative flessibili, integrate all’interno dei tessuti urbani, capaci di coniugare edilizia sociale e residenziale in modo da ampliare l’offerta per fasce di popolazione differenti. Il coinvolgimento del Terzo settore appare centrale per gestire aspetti di natura sociale collegati alla casa.

Queste nuove Aziende casa saranno chiamate a operare in modo più autonomo, con maggiore attrattiva per investitori privati, un aspetto necessario per sostenere i progetti a lungo termine. Parallelamente, il governo lavorerà a un monitoraggio aggiornato e dettagliato del disagio abitativo, distinguendo per gravità e motivazioni delle difficoltà, in modo da incrociare i dati nazionali con quelli regionali e locali.

La questione dei finanziamenti e il ricorso a fondi europei e nazionali

Un nodo centrale per il successo del Piano Casa riguarda la quantità e la qualità dei fondi a disposizione. Oltre alle risorse nazionali, il governo punta a integrare i finanziamenti attingendo a fondi europei come InvestEu e ai prestiti della Banca europea degli investimenti . È stata anche proposta la costituzione di un Fondo rotativo per l’abitare sostenibile e un Fondo dedicato presso il Ministero delle Infrastrutture con l’ok del Ministero dell’Economia, che dovrebbe utilizzare risorse residue italiane e comunitarie, inclusi i fondi Pnrr non ancora spesi.

Il settore privato sarà coinvolto tramite strumenti finanziari che includono fondi immobiliari, fondazioni e casse di previdenza. I costruttori, attraverso Ance, indicano come possibile fonte una combinazione di riprogrammazioni di fondi esistenti, incluse quote del Pnrr, dei fondi strutturali europei 2020-2027, e linee di finanziamento previste nel nuovo bilancio Ue fino al 2033, puntando ad un totale di circa 15 miliardi di euro che potrebbero stimolare il mercato.

Il contesto europeo e le iniziative di altri paesi per sostenere l’abitare accessibile

L’Italia non agisce isolata in materia di politiche abitative. A Bruxelles, nel 2025, la Banca europea degli investimenti ha annunciato un piano da 10 miliardi per il biennio 2025-2026 dedicato al settore abitativo. Parallelamente, la Commissione Casa del Parlamento europeo sta elaborando un pacchetto di misure da 15 miliardi da inserire nella revisione delle politiche di coesione dell’Unione Europea.

Questi fondi sono destinati a sostenere l’edilizia sociale a prezzi calmierati e sono vincolati a regole per stabilizzare i mercati residenziali, soprattutto contro fenomeni come la diffusione incontrollata degli affitti turistici brevi. Paesi come Spagna e Belgio sono pionieri in questo ambito: hanno già introdotto norme volte a riequilibrare il mercato degli affitti e a tutelare gli abitanti permanenti delle città.

In questo scenario, il Piano Casa italiano si confronta con pressioni e modelli europei, e allo stesso tempo si prepara a integrare risorse e criteri di intervento che garantiscano una maggiore accessibilità agli alloggi per i cittadini italiani.