La recente celebrazione del G7 a Pescara ha portato una serie di eventi e attività nel cuore della città, ma ha sollevato anche preoccupazioni riguardo all’inclusione delle persone con disabilità. La consigliera comunale Simona Barba ha espresso il suo allarme riguardo alle disposizioni di sicurezza adottate per la manifestazione, evidenziando come le transenne predisposte abbiano creato ostacoli per gli ipovedenti. L’episodio solleva interrogativi sulla capacità della città di garantire spazi urbani accessibili e inclusivi, nonostante gli obiettivi stabiliti a livello internazionale.
le criticità dei percorsi per disabili nel centro di pescara
Simona Barba ha segnalato come le transenne, essenziali per garantire la sicurezza durante eventi come il G7, abbiano avuto conseguenze inaspettate per le persone con disabilità visive che utilizzano corsie dedicate. Il Corso Umberto, una delle strade principali di Pescara, è stato trasformato in un’area di festa, ma senza le dovute considerazioni per l’accessibilità. “Le corsie destinate agli ipovedenti non sono risultate affatto sicure né facilmente percorribili”, ha dichiarato Barba nella sua nota. Questo porta a riflettere su un aspetto cruciale: quanto sia complicato trovare un equilibrio tra la sicurezza di eventi pubblici e il diritto dei cittadini a una mobilità libera e sicura.
L’Osservatorio sui diritti delle persone con disabilità ha contestato le misure di sicurezza, evidenziando che in situazioni di grande afflusso come quella creata dal G7, la pianificazione urbana deve prioritizzare il benessere e la sicurezza di tutti. Barba ha sottolineato che, sebbene i responsabili di questi eventi siano impegnati nella preparazione di spazi accoglienti, è fondamentale che venga prestata attenzione ai dettagli che possono influenzare significativamente la vita dei cittadini più vulnerabili.
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obiettivi di inclusione e la realtà dei fatti
La consigliera comunale ha rimarcato il contrasto tra il messaggio che Pescara intende trasmettere durante eventi internazionali e la realtà vissuta dalle persone con disabilità. “L’Agenda 2030 include l’Obiettivo 11, che promuove città inclusive e sostenibili”, ha ricordato. Tuttavia, durante il G7, la realizzazione di tali obiettivi è stata compromessa da scelte logistiche che non contemplavano le esigenze delle persone con disabilità. La mancanza di coordinamento tra le autorità competenti mette in evidenza la necessità di un cambiamento fondamentale nella cultura della pianificazione urbana.
La comunicazione tra i diversi attori coinvolti nell’organizzazione di eventi pubblici deve essere migliorata per garantire che le barriere architettoniche non siano solo eliminate teoricamente, ma anche praticamente. Le recenti critiche rappresentano un segnale di allerta per le istituzioni, affinché sempre più frequentemente si pongano interrogativi sullo stato dell’accessibilità nelle aree urbane, specialmente in occasione di eventi di grande portata.
il futuro delle città inclusive e il piano di eliminazione delle barriere architettoniche
La consigliera Barba ha richiamato l’attenzione sul Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche , recentemente discusso nella Commissione Controllo e Garanzia. Pur essendo un passo in avanti necessario, rimane evidente la strada tortuosa da percorrere per garantire una formazione adeguata a progettisti e tecnici. “Se anche durante un evento che offre massima visibilità e ospitalità ci dimentichiamo di chi ha bisogno di spazi accessibili, c’è un problema di fondo nella nostra politica urbana”, ha osservato.
La questione dell’inclusione non è solamente una responsabilità delle istituzioni locali, ma richiede l’impegno di tutta la comunità. L’interazione tra le diverse entità coinvolte è fondamentale per stabilire linee guida che possano garantire a tutti, senza eccezione, il diritto a spazi pubblici sicuri e accessibili. La speranza è che abbandonare l’approccio reattivo e adottare una pianificazione proattiva possa rappresentare un cambiamento significativo e necessario per il futuro inclusivo della città di Pescara.