Un caso fatale di peste polmonare ha colpito la contea di Coconino, in Arizona, segnando il primo decesso per questa malattia nella zona dal 2007. Le autorità sanitarie locali hanno confermato la notizia, precisa che il contagio non sembra derivare da un contatto diretto con animali morti, come avvenuto nel passato. Negli Stati Uniti si registrano in media ogni anno circa sette casi di peste umana, segnala il dipartimento della Salute e Servizi Umani della contea, mentre i Centers for Disease Control and Prevention sottolineano che il rischio di esposizione per la popolazione generale resta basso.
La conferma del decesso e il contesto nella contea di coconino
Il decesso è stato ufficializzato nel 2025 dalle autorità della contea di Coconino, area vasta nell’Arizona settentrionale dove la peste non causava vittime dal 2007. L’ultima persona a perdere la vita a causa della peste nella zona era stata infettata dopo aver avuto contatti con un animale selvatico morto portatore del batterio. Per il caso recente, le modalità di trasmissione non sono ancora del tutto chiarite, ma le autorità hanno subito avvertito la popolazione che il rischio di contagio rimane basso.
Le autorità sanitarie locali hanno intensificato i controlli e le campagne informative sul territorio. È stata ribadita l’importanza di segnalare subito sintomi sospetti e di evitare qualsiasi interazione con animali selvatici morti o potenzialmente infetti. La peste resta una malattia rara negli Stati Uniti ma è tenuta sotto osservazione soprattutto nelle zone dove vi sono popolazioni di roditori e insetti vettori, come pulci, che possono trasmettere Yersinia pestis, il batterio responsabile.
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Secondo i dati ufficiali dei CDC, in media sette casi di peste umana vengono diagnosticati ogni anno su scala nazionale. La periodicità di questi episodi riflette la persistenza del batterio in alcune aree rurali e selvagge, con una attenzione particolare alle forme più contagiose e pericolose, come la peste polmonare. Il dipartimento sanitario invita comunque alla calma, evidenziando che la malattia, se riconosciuta per tempo, può essere curata con antibiotici.
Peste: origine, modalità di trasmissione e forme della malattia
La peste è un’infezione causata dal batterio Yersinia pestis, diffusa in alcune regioni tra cui anche alcune aree degli Stati Uniti. Il batterio vive solitamente nei parassiti che infestano roditori come ratti, scoiattoli, e animali come i cani della prateria. Questi ospiti fungono da serbatoi naturali per la malattia.
Esistono tre forme principali di peste, ognuna con caratteristiche e modalità di trasmissione specifiche. La peste bubbonica è la più comune. Si manifesta dopo il morso di pulci infette o tramite contatto diretto con materiale contaminato. In questa forma si sviluppano i cosiddetti bubboni, cioè gonfiori dolorosi delle ghiandole linfatiche, seguiti da febbre alta, debolezza e brividi. La peste bubbonica però non si trasmette da persona a persona.
La peste polmonare coinvolge i polmoni ed è quella più pericolosa per via della trasmissione diretta da individuo a individuo, attraverso le goccioline di saliva o gli aerosol emessi durante la tosse. I sintomi iniziali sono febbre, mal di testa e affaticamento, portando rapidamente a una polmonite grave, con respiro corto e dolore toracico. Se non trattata in tempi brevi, può provocare la morte nell’arco di pochi giorni. Questa forma è al centro di attente misure di controllo perché può causare epidemie locali.
Infine c’è la peste setticemica, che si sviluppa quando il batterio moltiplica nel sangue. Essa può insorgere come complicazione di bubbonica o polmonare oppure iniziare direttamente nel sangue dopo infezione da pulci o contatti contaminati. La peste setticemica produce febbre alta, shock, dolori addominali, e sanguinamenti interni, senza la comparsa di bubboni. Anche questa forma non si trasmette direttamente tra persone.
Le modalità di diagnosi e trattamento attuale della peste
Non esiste un vaccino disponibile contro la peste, cosa che limita molto le possibilità di protezione preventiva. Per questo motivo, la diagnosi tempestiva dei sintomi risulta cruciale. Le linee guida dell’Istituto superiore di sanità si concentrano sulla necessità di riconoscere subito i segnali della malattia.
La peste polmonare, specie nella forma più grave, richiede cure immediate con antibiotici specifici. Tra questi figurano streptomicina, gentamicina, tetracicline e cloramfenicolo. Le autorità americane consigliano di iniziare il trattamento entro 24 ore dall’insorgere dei sintomi per evitare complicazioni fatali. Nel caso di contatti stretti con una persona infetta, è prassi prescrivere antibiotici per una settimana, così da prevenire l’inizio della malattia.
La diagnosi si basa su valutazioni cliniche e su test di laboratorio che identificano la presenza di Yersinia pestis nel sangue o negli altri campioni biologici. Le persone che manifestano febbre alta accompagnata da dolori, gonfiori e difficoltà respiratorie devono rivolgersi rapidamente ai centri medici, specie se hanno avuto contatti con ambienti a rischio o animali selvatici.
Attenzione nelle aree a rischio come l’arizona
L’attenzione resta alta nelle aree dove questa malattia può ripresentarsi, come in Arizona. La tempestività di intervento medico è determinante per evitare la diffusione e per salvare vite umane. Nei mesi scorsi sono stati intensificati i controlli sulle popolazioni dei roditori e sulle pulci vettori, per limitare qualsiasi possibile focolaio.