La situazione urbanistica di Pescara è al centro del dibattito pubblico, con la recente sentenza del Consiglio di Stato che ha messo in discussione le politiche di cementificazione del Comune. La città, pur essendo arricchita da molte risorse naturali e aree verdi, sembra trovarsi in un dilemma tra sviluppo urbano e preservazione ambientale. L’attenzione si concentra ora sulle politiche urbanistiche e sui progetti di riqualificazione necessari per migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Una città frammentata e senza un’identità chiara
Pescara è caratterizzata da una rete di poli urbanistici che non riescono a comunicare tra loro, creando una sorta di “non luogo”. Le potenzialità della città sono notevoli, con il Fiume Pescara che scorre in mezzo a riserve naturali e parchi, ma, al contempo, sono visibili numerose aree dismesse, come l’ex COFA e l’ex FEA. Queste zone, però, restano abbandonate e trascurate, mentre la spiaggia di Pescara è soffocata dal cemento, privando i cittadini di spazi vitali.
La mancanza di corridoi ecologici e vie verdi denota una pianificazione urbanistica che non ha saputo integrare gli elementi naturali nella vita quotidiana. Nonostante la presenza di 86 parchi e giardini, si sente la necessità di una strategia che colleghi meglio gli spazi pubblici e favorisca la creazione di ambienti vivibili. Alla luce di queste osservazioni, la città si pone interrogativi su quale direzione deve prendere per diventare un luogo coeso e sostenibile.
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La sentenza del Consiglio di Stato: un colpo alla cementificazione
La recentissima decisione del Consiglio di Stato ha sollevato polveroni. La sentenza ha annullato il permesso di costruire un nuovo palazzo in Via Oberdan, sgrassando il Comune di Pescara da una politica di espansione automobilistica che si muove in deroga al Piano Regolatore Comunale. Il Consiglio ha giudicato “illegittima” la Delibera Comunale n. 20, datata 9 marzo 2023, che si basava su un’applicazione indiscriminata delle misure premiali. Tali misure erano state adottate senza una motivazione adeguata riguardo alla sostenibilità dei progetti e all’effettiva necessità di aumentare la volumetria sulla base delle specifiche caratteristiche del territorio.
In questo contesto, la sentenza è stata vista come una vittoria per i cittadini, che si sono opposti a un’urbanizzazione incontrollata, a discapito della qualità della vita. È da segnalare come il TAR avesse già messo in guardia il Comune, evidenziando la mancanza di giustificazioni concrete per l’applicazione di premi volumetrici in deroga. La questione si fa ancor più seria, considerando che il risparmio del suolo urbano dovrebbe essere un obiettivo prioritario, e che dispersione e speculazione rischiano di aggravare la situazione ambientale ed economica.
Riconversione e pianificazione strategica: il futuro di Pescara
Con la sentenza del Consiglio di Stato emerge una nuova opportunità per il Comune di Pescara. Si pone ora l’esigenza di un ripensamento radicale delle politiche urbanistiche, a favore di una pianificazione che miri a valorizzare il patrimonio esistente. Serve una mappa chiara delle zone degradate da riqualificare e una definizione precisa degli interventi da intraprendere. Gli aspetti statici, come l’adeguamento sismico degli edifici, e quelli energetici, rivolti all’efficientamento energetico, dovrebbero costituire la base di partenza per una nuova urbanistica.
È fondamentale che il Comune non si limiti a proporre nuove delibere o interventi spot, ma che avvii uno studio serio e approfondito sulle necessità della città, considerando anche il recupero delle aree periferiche e il miglioramento della qualità degli spazi pubblici. L’obiettivo finale deve essere la creazione di un ambiente vivibile e sostenibile, dove i cittadini possano percepire un senso di comunità.
La sfida per Pescara è quella di trasformare questa opportunità in un cambiamento concreto, dove l’urbanistica e l’ambiente possano trovare un equilibrio, riportando la città al centro delle scelte politiche. Riconnettere le diverse aree della città, migliorare i servizi e gli spazi verdi potrebbe segnare una vera svolta per il futuro di Pescara, rendendola finalmente “una città vera”.