Il 12 giugno i periti della scientifica di Pavia prenderanno in consegna i reperti del delitto di Garlasco, relativi alla vicenda che ha colpito la villetta di via Pascoli. L’attenzione si concentra su una nuova fase di indagini aperta dalla procura di Pavia, che coinvolge Andrea Sempio, indagato per omicidio in concorso. I reperti saranno analizzati in vista dell’incidente probatorio previsto per il 17 giugno; un passaggio importante per chiarire alcuni aspetti rimasti oscuri negli anni.
Il ritiro degli elementi probatori al comando carabinieri di via moscova
La mattina del 12 giugno i periti della scientifica, la genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchegiani, si recheranno al comando carabinieri di via Moscova per recuperare uno scatolone contenente sessanta fascette para-adesive. Questi strumenti erano stati impiegati subito dopo l’omicidio dalla sezione del Ris di Parma per raccogliere le impronte lasciate nella villetta di Garlasco.
Tra queste tracce c’è la cosiddetta traccia 10, un’impronta rinvenuta sulla porta interna dell’ingresso dell’abitazione. Già in passato questa traccia è stata esclusa sia come appartenente a Alberto Stasi, condannato in via definitiva per il delitto, sia a Andrea Sempio, il nuovo indagato. Non corrisponde nemmeno agli ambienti frequentati dalla vittima, escludendo persone note come le gemelle cugine Stefania e Paola Cappa.
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A oggi lo scatolone, custodito a Vigevano e mai aperto dal nucleo investigativo di Milano guidato da Antonio Coppola e Fabio Rufino, conserva dunque materiali che potrebbero contenere tracce biologiche ancora da analizzare. Il verbale di trasferimento documenta il contenuto e assicura integrità ai reperti, un passaggio indispensabile per le nuove analisi che saranno svolte.
Materiali conservati all’istituto di medicina legale di pavia e oggetti mai analizzati
Nel pomeriggio dello stesso giorno, gli esperti si sposteranno all’Istituto di Medicina Legale di Pavia per esaminare altri reperti raccolti quasi diciotto anni fa nella villetta di via Pascoli e mai approfonditi. Qui sono conservati tamponi prelevati a Chiara Poggi e diversi oggetti trovati nell’abitazione, che diventeranno il fulcro dell’incidente probatorio in programma il 17 giugno.
Tra i materiali più rilevanti spicca il frammento insanguinato del tappetino del bagno, un elemento cruciale che potrebbe legare al momento dell’uccisione. Inoltre sarà esaminato un gruppo di oggetti quotidiani come confezioni di Estathé, Frùttolo, cereali, biscotti e cucchiaini. Questi ultimi potrebbero rappresentare la colazione consumata da Chiara il 13 agosto o – secondo l’ipotesi che emerge dalla nuova indagine – dagli stessi responsabili del delitto.
La presenza di questi oggetti mai analizzati fino ad oggi lascia aperte diverse piste investigative. Mancata attenzione sulle tracce biologiche contenute negli oggetti di uso comune della vittima e della casa limita il quadro dei risultati finora disponibili. La nuova expertise applicata ai reperti potrà fornire dati importanti. Si attendono riscontri precisi una volta completate le analisi che seguiranno il ritiro formale dei materiali.
La nuova indagine della procura di pavia e l’incidente probatorio del 17 giugno
Con l’apertura della nuova inchiesta, la procura di Pavia ha riaperto il caso andando a indagare Andrea Sempio per il delitto che ha segnato la cittadina di Garlasco. L’accusa ipotizza una possibile partecipazione in concorso all’omicidio di Chiara Poggi, una linea investigativa fino ad ora inesplorata.
L’incidente probatorio previsto il 17 giugno rappresenta un passaggio tecnico fondamentale. Questo strumento giuridico consente la raccolta e la verifica di prove che dovranno poi essere utilizzate nel procedimento principale. Verranno quindi sottoposti a nuova analisi con tecnologie aggiornate materiali raccolti nel 2007 e mai esaminati fino al dettaglio.
Le perizie sulla scena del crimine hanno già escluso alcune piste, ma le nuove analisi sui reperti recentemente ritirati potrebbero rivelare dettagli finora ignorati. Le impronte, il dna e i materiali biologici recuperabili nelle fascette para-adesive e sugli oggetti dell’abitazione potrebbero mettere in luce collegamenti fino ad oggi invisibili.
Un quadro investigativo più preciso dipenderà dalle evidenze emerse in questa fase, ma soprattutto dalla capacità di mettere in relazione i reperti con i soggetti coinvolti. Il ruolo dei periti, chiamati a esaminare ogni traccia con cura, sarà determinante per l’evoluzione del procedimento. Si attende che questa nuova fase possa chiarire alcuni punti fermi rimasti elusivi per anni.