Il Festival di Sanremo come ogni anno non porta solo la musica, ma anche le polemiche. In particolare quest’anno è stata quella sulla collana di Toni F.
L‘affaire della collana di Toni F, scoppiato al cospetto di Carlo Conti è solo la punta dell’iceberg di una regola che da anni, se non da sempre, affligge chiunque metta piede sul palco dell’ Ariston durante la settimana santa del Festival di Sanremo. Com’è noto sui social è scoppiato il finimondo dopo che si è reso pubblico il divieto al trapper, di indossare la sua collana durante l’esibizione.
Il divieto gli sarebbe arrivato poco prima dell’esibizione, quando ormai era ad un passo dal palco. Ma perchè i cantanti a Sanremo non possono indossare i gioielli? In realtà non si tratta di “soli gioielli”, perchè potrebbe riguardare tutto, anche gli stessi abiti, nonostante per questi ultimi c’è più flessibilità, perchè non ci si può presentare di certo nudi.
Ed è qui che si crea la confusione. Quello che è certo è che Tony Effe non l’ha presa affatto bene, sfogandosi con un post diventato virale in cui spiccava la sua contrarietà tanto da minacciare Carlo Conti di non cantare più: “Se stasera mi levano i gioielli sali tu a cantare Carlo Conti.” Queste le sue parole. Una volta sul palco, il cantante ha sfoggiato, al posto della collana, un foulard ben inquadrato dalla telecamera, accompagnato da un’espressione un po’ corrucciata. Secondo molti, si sarebbe trattenuto, accettando quanto gli era stato richiesto.
Niente pubblicità: è un servizio pubblico
La Rai ha vietato a diversi artisti di indossare gioielli durante il Festival di Sanremo, per evitare casi di pubblicità occulta. La motivazione nasce dal fatto la Rai è un servizio pubblico e pertanto non è concesso alle aziende di qualsiasi natura di trarne vantaggio sotto il profilo pubblicitario.
Non solo Toni Effe, tra gli artisti coinvolti ci sono Noemi, che non ha potuto indossare un collier a forma di serpente, e Iva Zanicchi, alla quale è stato tolto l’orologio appartenuto al marito scomparso. La questione tuttavia solleva polemiche sulla parzialità dei criteri con cui vengono prese queste decisioni, dato che alcuni oggetti vengono censurati mentre altri no.
Molti hanno messo al confronto i casi attuali con episodi passati, come quello di Leo Gassmann nel 2023. Emerge in tutto ciò la discrezionalità dei dirigenti Rai nel decidere cosa sia riconoscibile come marchio. Ovviamente la polemica non ha tralasciato nessuno, come le celebri scarpe di John Travolta indossate l’anno scorso, che non furono oggetto di alcuna censura.
