Per il terzo anno consecutivo incendio distrugge fondo confiscato alla camorra a Santa Maria la Fossa

Per il terzo anno consecutivo incendio distrugge fondo confiscato alla camorra a Santa Maria la Fossa

Un incendio doloso distrugge per il terzo anno consecutivo il terreno confiscato alla camorra a Santa Maria la Fossa, gestito dalla cooperativa Terra Felix, che denuncia gravi danni e intimidazioni.
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Un incendio doloso ha distrutto per il terzo anno consecutivo un terreno confiscato alla camorra a Santa Maria la Fossa, gestito dalla cooperativa Terra Felix, riaccendendo le difficoltà nella riconversione dei beni sottratti alla criminalità. - Gaeta.it

Il terreno confiscato alla camorra a Santa Maria la Fossa, in provincia di Caserta, è stato nuovamente distrutto da un incendio doloso per il terzo anno consecutivo. L’area, gestita dalla cooperativa sociale Terra Felix, è diventata il bersaglio di un attentato che ha compromesso l’intero raccolto previsto per l’inizio di agosto. La vicenda riaccende i riflettori sulle difficoltà di riconversione di beni confiscati e sulle pressioni criminali ancora molto presenti nel territorio.

Incendio doloso danneggia fondo confiscato a santa Maria la fossa

Nella notte che ha preceduto i primi giorni di agosto 2025, un incendio ha devastato il terreno agricolo riconsegnato allo Stato e affidato alla cooperativa Terra Felix. Il presidente della cooperativa, Francesco Pascale, ha riferito che, con questo episodio, è andato perduto tutto il raccolto che si stava per raccogliere. L’entità dei danni è particolarmente grave, perché si tratta di un lavoro svolto durante tutto l’anno, pronto a essere portato a termine oltre che fonte di sostentamento per molte persone coinvolte nella gestione della struttura.

Intervento di vigili del fuoco e carabinieri

I vigili del fuoco sono intervenuti rapidamente per domare le fiamme mentre i carabinieri hanno avviato le indagini sul luogo dell’incendio. Al momento gli investigatori considerano il rogo un atto doloso, risultato di un’intimidazione mirata contro chi prova a dare nuova vita a beni sottratti alla criminalità organizzata.

Terra Felix e legacoop campania rispondono all’intimidazione

La cooperativa sociale Terra Felix è da anni impegnata nella gestione di proprietà sottratte alla camorra. Gli sforzi per coltivare terreni confiscati non si limitano solo a un’azione agricola, ma rappresentano una sfida simbolica e civile per restituire dignità al territorio. Per il terzo anno consecutivo, però, questa attività è stata ostacolata da incendi, che non hanno intimidito la cooperativa ma hanno provocato danni economici e morali considerevoli.

Anna Ceprano, presidente di Legacoop Campania, ha definito l’episodio come un’azione riprovevole e vile, condannando fermamente la tentata intimidazione. Legacoop Campania ha espresso solidarietà a soci e lavoratori di Terra Felix, dichiarando che l’impegno per la gestione dei beni confiscati non si fermerà. La rete associativa si dichiara pronta a sostenere la cooperativa e chiede un rafforzamento dell’azione delle istituzioni e delle forze dell’ordine per prevenire altri atti di questo tipo.

Il contesto della lotta ai patrimoni criminali confiscati in campania

Santa Maria la Fossa si trova in una provincia come Caserta, dove la presenza storica della camorra ha lasciato un segno profondo. La confisca di beni mafiosi e la loro assegnazione a cooperative sociali rappresenta una strategia di contrasto alla criminalità, ma spesso espone chi si occupa di queste attività a ritorsioni violente.

Incendi sui terreni confiscati e loro impatto

Gli incendi sui terreni confiscati non sono rari nel territorio campano e mettono in discussione la sicurezza e la possibilità di recupero reale di queste proprietà. La gestione di questi beni richiede monitoraggio continuo, aiuto delle forze dell’ordine, e presenza costante di figure impegnate sul campo.

Quest’ultimo episodio conferma come la lotta contro le organizzazioni criminali si giochi anche sul fronte della gestione dei patrimoni sottratti. Tutti gli attori coinvolti si trovano quindi a dover difendere non solo un bene materiale, ma un pezzo importante del processo di ricostruzione sociale e di riconquista dello spazio pubblico in territori segnati da infiltrazioni mafiose.

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