il festival dei due mondi di spoleto, appuntamento di rilievo nella scena culturale italiana, ha ospitato la prima assoluta dello spettacolo musicale e teatrale “un gatto a tre zampe”, un progetto nato dalla collaborazione tra il regista rolando macrini e il conservatorio gaetano braga di teramo. la rappresentazione, parte della sezione sperimentale la mama umbria international, ha portato sotto i riflettori un lavoro basato sul romanzo “gelsomino nel paese dei bugiardi” di gianni rodari, combinando musica e teatro in un’unica esperienza immersiva.
La prima al festival dei due mondi: un momento di confronto tra sperimentazione e tradizione
la mama spoleto open ha accolto “un gatto a tre zampe” come una proposta sperimentale capace di dialogare con la lunga storia del festival dei due mondi, che negli ultimi settant’anni si è imposto come punto di riferimento per la cultura italiana. rolando macrini ha sottolineato l’importanza di questa occasione, evidenziando come il festival rappresenti un terreno di incontro fra innovazione artistica e patrimonio classico consolidato, in cui si intrecciano culture diverse da ogni parte del mondo. per macrini, partecipare a questa rassegna è un’occasione per misurarsi con linguaggi scenici che riflettono la società contemporanea, dove la produzione artistica contribuisce a far emergere valori sociali e culturali.
la scelta di inserire lo spettacolo nella sezione sperimentale de la mama, dedicata a proposte che esplorano nuovi modi di fare teatro e musica, ha permesso di dare spazio a un progetto che rompe gli schemi tradizionali, integrando l’orchestra con momenti di recitazione e narrazione per restituire fedelmente l’atmosfera surreale e critica del testo di rodari.
Leggi anche:
Un incontro tra musica e teatro nel paese dei bugiardi di gianni rodari
“un gatto a tre zampe” ha unito l’orchestra di fiati e percussioni del conservatorio braga alla messa in scena di due episodi significativi del romanzo “gelsomino nel paese dei bugiardi”. questo intreccio tra sonorità e interpretazioni teatrali ha ricreato la magia e lo spirito ironico del racconto, mantenendo vivo anche il messaggio di impegno civile che rodari ha infuso nei suoi scritti.
il paese dei bugiardi è un mondo rovesciato, dove ogni fatto si presenta in modo distorto e la verità è bandita. gelsomino, il protagonista con una voce straordinaria, diventa l’unico strumento capace di rompere quel muro di falsità e oppressione. la vicenda segue il suo percorso di conquista della libertà attraverso la forza del canto, un modo per restituire dignità e chiarezza in un contesto dominato dalla menzogna.
la scelta di focalizzare lo spettacolo su due episodi del romanzo ha permesso di concentrare l’attenzione su momenti di forte tensione emotiva e narrativa, valorizzando l’impatto del messaggio sociale racchiuso in quelle pagine. la rappresentazione funziona così anche come riflessione sul potere delle parole e sull’importanza della verità nella vita pubblica.
Cast e musicisti al servizio di una regia che mette in luce rodari
la regia di rolando macrini ha guidato le interpretazioni di flavia de benedictis e richard butler, attori chiamati a incarnare i personaggi in scena e a dare voce alle tensioni e alle contraddizioni del testo. il lavoro attoriale si combina con la direzione musicale affidata al maestro antonio d’anto’, che ha curato anche la composizione delle musiche eseguite dal vivo.
l’orchestra del conservatorio braga è formata da musicisti specializzati in fiati e percussioni: fulvio fiorio al flauto, lorenzo luciani all’oboe, edoardo mancini clarinetto, giovanni d’aprile corno, giuseppe ciabocchi fagotti e giovanni damiani percussioni. questi strumenti hanno ricreato un’atmosfera sonora che alterna momenti di leggerezza a passaggi più intensi, in linea con il tono del racconto.
la combinazione tra recitazione e performance musicale ha portato in scena uno spettacolo capace di coinvolgere il pubblico sia sul piano emotivo che intellettuale, una risposta concreta al desiderio di mettere in relazione storie, musica e impegno culturale. l’evento al festival di spoleto conferma il valore delle collaborazioni tra teatri e conservatori nella promozione di opere che partono dalla letteratura per svilupparsi in linguaggi scenici contemporanei.