Un patto territoriale per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro è stato siglato nella Prefettura di Catanzaro. L’accordo coinvolge istituzioni pubbliche, associazioni di lavoratori, datori di lavoro e sindacati, con l’obiettivo di mettere al centro la tutela della persona contro gli infortuni e di ribadire il valore della sicurezza come elemento indispensabile nella gestione delle imprese.
Il patto territoriale e la rete di collaborazione per la sicurezza
Il prefetto di Catanzaro, Castrese De Rosa, ha sottolineato come il patto risponda all’esigenza di coordinare tutte le realtà del territorio che si occupano di lavoro e sicurezza. Sono coinvolti enti pubblici, rappresentanti dei lavoratori e degli imprenditori, insieme agli organi preposti ai controlli. Questa rete intende far emergere la centralità della persona umana, affermando che “la sicurezza sul lavoro non deve essere vista come un costo, ma come un investimento per le imprese e per il benessere dei lavoratori.”
In concreto, il patto mira a creare un sistema di azione condiviso, in cui gli attori si scambino informazioni, esperienze e buone pratiche con la finalità di prevenire gli infortuni e promuovere la legalità nei cantieri e nei luoghi produttivi. La volontà è quella di costruire un modello integrato e territoriale che agisca su più livelli e in settori diversi, dall’industria all’agricoltura, dall’edilizia ai servizi.
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Dati sugli infortuni e sfide nella provincia di catanzaro
I dati mostrano una situazione preoccupante. Nel 2022 sono stati denunciati sette infortuni mortali nella provincia di Catanzaro, otto nel 2023 e sette nei primi mesi del 2024. Queste cifre evidenziano un fenomeno che non si arresta e che richiama una maggiore attenzione e un impegno ancora più deciso da parte di tutte le parti coinvolte. Oltre agli incidenti ufficialmente denunciati, ci sono chiamati “sinistri ignoti”, eventi che avvengono nel lavoro sommerso e non emergono nei dati ufficiali, aumentando il rischio e l’incertezza.
I settori più vulnerabili risultano l’industria, i servizi, l’agricoltura, l’edilizia e l’artigianato. In questi ambiti le condizioni di lavoro spesso rimangono a rischio, anche a causa della mancanza di adeguata formazione e di strumenti di protezione aggiornati. Le condizioni del lavoro nero rappresentano un aggravante, inserendo situazioni in cui i controlli risultano difficili e gli infortuni più frequenti.
Obiettivi e metodi previsti dal patto per la prevenzione
Il patto punta a delineare un nuovo modello di prevenzione e contrasto agli infortuni e alle malattie professionali. Questo modello si basa su un aumento della formazione dei lavoratori e sull’adozione di tecnologie recenti che supportino le imprese nelle misure di prevenzione. L’idea è che i lavoratori acquisiscano competenze che consentano loro di affrontare situazioni anche complesse sempre in sicurezza e partecipare attivamente al processo di controllo, segnalando tempestivamente i rischi o gli “incidenti mancati.”
Rilevante è il focus sulla condivisione delle informazioni tra tutte le parti firmatarie. Questo aiuta a ricostruire situazioni di rischio che spesso restano sconosciute ma che rappresentano un campanello d’allarme per evitare incidenti gravi. Si promuove una cultura della prevenzione continua, che passa dalla formazione agli strumenti digitali di monitoraggio.
Incentivi e ruolo di scuole e università nella diffusione della cultura della sicurezza
Il patto prevede forme di incentivazione per i datori di lavoro che applicano misure di sicurezza rafforzate. I premi si ispirano alle regole di Inail relative alla riduzione del premio assicurativo, premiando chi attua interventi concreti. Questi incentivi mirano a dare un incentivo economico per sostenere aziende nella realizzazione di ambienti di lavoro più sicuri.
Un punto chiave riguarda il ruolo di scuole e università. Nel percorso formativo degli studenti deve entrare l’insegnamento della sicurezza sul lavoro. L’obiettivo è creare una coscienza critica nei giovani, non solo sotto forma teorica, ma orientata a sviluppare conoscenze pratiche in tema di prevenzione e protezione. Questo passaggio è fondamentale per costruire una nuova generazione di lavoratori e dirigenti pronti ad affrontare i rischi professionali con consapevolezza.
Formazione per lavoratori stranieri e superamento delle barriere linguistiche
Un’attenzione specifica del patto riguarda la formazione dei lavoratori stranieri. La difficoltà di comprensione della lingua rappresenta un ostacolo che limita l’inclusione sociale e, soprattutto, aumenta il rischio di incidenti sul lavoro. Per questa ragione, sono stati programmati percorsi formativi dedicati che tengono conto delle criticità linguistiche.
Garantire una formazione accessibile a tutti favorisce l’integrazione e riduce la probabilità di infortuni. La conoscenza delle norme di sicurezza e delle procedure corrette diventa quindi una base indispensabile anche per chi è arrivato da poco in Italia, abbattendo barriere linguistiche e culturali che possono compromettere la propria incolumità.