Parmigiano Reggiano e Slow Food protagonisti a Cheese 2025: al centro biodiversità e montagna

Parmigiano Reggiano E Slow Foo

Parmigiano Reggiano e Slow Food valorizzano biodiversità e montagna a Cheese 2025. - Gaeta.it

Laura Rossi

17 Settembre 2025

Torna Cheese, la grande festa dei formaggi a latte crudo, dal 19 al 22 settembre a Bra. Quest’anno l’attenzione è puntata soprattutto sul Parmigiano Reggiano. Il Consorzio sarà presente con uno spazio tutto suo, dove proporrà degustazioni, incontri e approfondimenti sul legame tra prodotto, territorio e sostenibilità. Un occhio di riguardo sarà riservato alle produzioni di montagna, per raccontare come la Dop giochi un ruolo chiave nella salvaguardia dei pascoli e delle tradizioni locali.

Cheese 2025: un programma fitto di eventi e assaggi nel cuore di Bra

Dal 19 al 22 settembre Bra, in provincia di Cuneo, si trasforma ancora una volta nel punto di riferimento per gli appassionati di formaggi a latte crudo. Il Consorzio del Parmigiano Reggiano sarà in piazza dei partner con un proprio stand, dove si potranno assaggiare i prodotti abbinati a vini selezionati di Cantine Bava, Cocchi, Godivino, QBA, Tequila Curado e Venchi.

Le degustazioni sono gratuite, ma bisogna prenotare direttamente allo stand ogni giorno. Venerdì 19 si parte con un focus sulle vacche rosse, la razza che dà vita a una particolare versione di Parmigiano Reggiano. Nel pomeriggio si parlerà di montagna e agricoltura con produttori impegnati nella tutela dei pascoli stabili, seguiti da una tavola rotonda su paesaggi storici e tecniche di valorizzazione agraria. La giornata si chiuderà con un aperitivo accompagnato dai vini Alta Langa Docg.

Sabato 20 si parlerà del battitore, la figura che valuta le forme di Parmigiano Reggiano prima della vendita, e poi di praterie e pascoli insieme a esperti universitari e rappresentanti di Slow Food. In programma anche degustazioni abbinate ai prodotti Venchi, vini Godivino e un incontro tra Parmigiano Reggiano e birre artigianali QBA.

Domenica 21 sarà dedicata alla scoperta del caseificio Rosola, con degustazioni su prenotazione, e a un nuovo momento sul tema della montagna, con produttori di diverse aree coinvolte nei Presìdi Slow Food. Il pomeriggio prevede un altro approfondimento sul mestiere del battitore e un aperitivo con cocktail a base di Tequila Curado. Fuori dallo stand, la Regione Emilia-Romagna organizzerà un’ulteriore degustazione.

Lunedì 22, la mattina sarà tutta per le scuole, con laboratori guidati da esperti assaggiatori sulla storia e qualità del Parmigiano Reggiano. Nel pomeriggio si terrà il terzo incontro dedicato alla montagna, con produttori di Presìdi Slow Food e la moderazione di Slow Food Italia.

Parmigiano Reggiano di montagna: cresce la produzione e c’è una certificazione ad hoc

Il Parmigiano Reggiano prodotto in montagna pesa per oltre il 21,7% della Dop totale, concentrato in 84 caseifici dell’Appennino emiliano. Nel 2024 la produzione ha superato le 884.000 forme, con un aumento del 2,6% rispetto al 2023 e del 15,4% rispetto al 2016. Anche il latte raccolto da più di 800 allevatori di montagna è in crescita, con oltre 425.000 tonnellate, +1,6% sul 2023 e +11,9% sul 2016.

Per sostenere questo segmento, nel 2016 il Consorzio ha creato la certificazione “Prodotto di Montagna”, un marchio che garantisce origine e qualità del Parmigiano Reggiano realizzato in alta quota. Nel 2024 sono state prodotte più di 230.700 forme con questo riconoscimento, segnando un +1,78% rispetto al 2022 e un +29,6% rispetto al 2016.

Il sostegno al Parmigiano Reggiano di montagna ha aiutato a mantenere viva l’agricoltura in territori a rischio abbandono, preservando paesaggi rurali tipici e favorendo uno sviluppo agricolo legato anche al turismo di qualità. La collaborazione tra produttori, enti locali e Slow Food punta su sostenibilità economica e ambientale, valorizzando l’artigianato locale e il legame con il territorio.

Slow Food e Parmigiano Reggiano: un’alleanza per sostenibilità e biodiversità

Il Consorzio del Parmigiano Reggiano è main partner di Cheese e rinnova così il suo legame con Slow Food. Il focus è sulla biodiversità legata al latte crudo e sulla tutela delle pratiche tradizionali, soprattutto nelle zone di montagna. L’evento dà spazio anche ai caseifici, che possono raccontare le loro storie e il loro lavoro.

Il Consorzio sottolinea quanto sia importante la Dop, che difficilmente si può delocalizzare. Il valore economico del Parmigiano Reggiano resta così nelle zone di origine, rafforzando le comunità locali. L’enogastronomia è uno dei grandi motori del turismo italiano: metà dei turisti stranieri sono attratti da queste offerte, e questo rende la Dop ancora più preziosa per le regioni produttrici.

Nei vari incontri, esperti, produttori e ricercatori parlano di pratiche agricole tradizionali, pascoli, praterie e figure chiave come il battitore, simbolo di un mestiere artigiano radicato. Slow Food organizza laboratori e degustazioni per raccontare il legame tra formaggio, biodiversità e paesaggio, con particolare attenzione ai territori montani e alle nuove generazioni di produttori.

Con questo impegno, il Parmigiano Reggiano si conferma un esempio concreto di tutela ambientale, sviluppo locale e trasmissione di saperi antichi, capace di dare forza alle economie delle zone rurali e montane d’Italia.