L’udienza generale a piazza san pietro ha visto papa leone XIV porgere il suo ricordo alle undici persone morte nella recente sparatoria a graz, una città della Stiria in Austria. Tra le vittime ci sono studenti e insegnanti dell’istituto coinvolto, mentre il pontefice ha rivolto un pensiero anche ai pellegrini commercialisti e contabili arrivati a Roma, sottolineando l’importanza di un’economia fondata sull’integrità e la responsabilità.
Il doloroso bilancio della sparatoria nella scuola di graz
Il 10 giugno la comunità di graz è stata travolta da un episodio violento che ha lasciato undici persone senza vita, di cui nove studenti tra i 14 e i 18 anni, oltre a insegnanti e un adulto legato alla scuola Borg di Graz. La tragedia si è consumata quando un ex studente ha sparato nelle aule, causando trenta feriti, alcuni dei quali in condizioni critiche. Poco dopo l’attacco, il presunto autore si è tolto la vita; un ferito ricoverato all’ospedale universitario è deceduto nelle ore successive. Il pontefice, alla fine dell’udienza, ha espresso vicinanza alle famiglie colpite, ai docenti e agli studenti sopravvissuti, dedicando una preghiera per accogliere i defunti nella pace divina. Ha sottolineato la gravità dell’evento, esprimendo l’affetto della comunità ecclesiale verso questa realtà scossa dal dolore.
L’appello del papa a un’economia guidata da valori di giustizia e responsabilità
Durante l’incontro con i dottori commercialisti e esperti contabili giunti a Roma in pellegrinaggio, papa leone XIV ha rivolto un messaggio che punta a un modello economico fondato su giustizia e rispetto. Il pontefice ha evidenziato il ruolo chiave di questi professionisti nella gestione delle risorse finanziarie, nell’assistenza a imprese e cittadini. Ha invitato a operare con integrità e responsabilità, suggerendo che la crescita economica sia un processo che tenga conto del bene comune. In vista della solennità della Santissima Trinità, fissata per la domenica successiva, ha incoraggiato la riflessione sul mistero divino come fonte per alimentare l’amore e per seguire la volontà di Dio in ogni situazione, tanto nel lavoro quanto nella vita quotidiana.
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Una tradizione da coltivare: la devozione al sacro cuore di gesù
Nel momento dei saluti, rivolti a chi parlava polacco, il papa ha ricordato la significatività della devozione al sacratissimo cuore di Gesù, celebrata abitualmente nel mese di giugno. Ha esortato i fedeli a mantenere viva questa pratica, descrivendola come una fonte di vita e di santità capace di sostenere le persone nelle difficoltà e nelle speranze. L’invito che ha rivolto è quello di affidare, con fiducia, a questo cuore divino ogni attesa e ogni problema personale. Ha esortato a chiedere a Dio di rivelare il proprio cuore ai fedeli, ascoltando anche il loro grido, come gesto di vicinanza e di conforto spirituale nel quotidiano.