Il messaggio di papa leone xiv arriva in una fase delicata per il Perù, segnato da ferite profonde causate da abusi nelle istituzioni religiose. Lo spettacolo teatrale “proyecto ugaz”, in scena fino a fine giugno a Lima, prende spunto dall’inchiesta della giornalista paola ugaz sul sodalicio, movimento soppresso dalla Santa Sede per abusi e corruzione. Il pontefice ribadisce l’urgenza di proteggere i giornalisti e di diffondere una cultura che non tolleri violenze di alcun tipo, sottolineando il legame stretto tra democrazia e libertà di informazione.
La vicenda sodalicio e il messaggio al teatro plaza di lima
“Proyecto Ugaz” riflette la realtà vissuta in Perù e porta in scena le storie raccolte da paola ugaz, giornalista che ha denunciato per prima abusi all’interno del sodalicio di vita cristiana. Questo movimento, nato negli anni ’60 e molto influente in America Latina, è stato sciolto definitivamente il 14 aprile 2025 da papa francesco, in seguito a indagini che hanno confermato abusi sessuali, di potere e corruzione.
Il processo ha coinvolto anche il fondatore, luis figari, rivelando una “mancanza di carisma fondativo”, come riportato dalla Santa Sede. Lo spettacolo, sostenuto da papa leone xiv con un messaggio letto da monsignor jordi bertomeu, mette in luce il dolore delle vittime che per anni sono rimaste in silenzio e invita a un impegno forte per il cambiamento.
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Il teatro come mezzo di memoria e giustizia
Il papa ha sottolineato che il teatro non è solo arte, ma un mezzo di memoria, denuncia e giustizia per chi ha subito violenze dentro una realtà spirituale tradita. Ha ricordato anche il coraggio di chi ha accompagnato le vittime, tra cui paola ugaz e altri giornalisti, spesso esposti a minacce e pressioni. La presenza simbolica di papa leone xiv a questo evento conferma quanto la chiesa voglia affrontare senza sconti un capitolo doloroso del proprio passato.
Paola ugaz e l’impatto del suo lavoro investigativo
paola ugaz rappresenta un punto di svolta nella storia recente del giornalismo investigativo in Perù. Fin dal 2015 ha raccolto testimonianze e prove sugli abusi nel sodalicio, spesso a costo di affrontare intimidazioni personali e campagne diffamatorie, soprattutto tramite i social media. La sua determinazione ha innescato un processo giudiziario e l’intervento diretto della Santa Sede.
Nel novembre 2022, in un momento particolarmente critico, ha chiesto protezione a papa francesco insieme ad altri colleghi, ricevendo il suo appoggio pubblico durante un incontro in Vaticano.
Una voce per chi è nell’ombra
Il coraggio dimostrato da ugaz ha stimolato riflessioni anche nell’ambito ecclesiale sul rapporto tra verità, giustizia e responsabilità. Attraverso il suo lavoro, la giornalista ha dato voce a chi spesso ha vissuto nell’ombra, rompendo il muro di silenzio che circondava le vittime e contribuendo a far emergere quella realtà con tutta la sua complessità. La vicenda di paola ugaz rappresenta un esempio chiaro degli ostacoli che si possono incontrare nel raccontare verità scomode, ma anche di quanto questa sfida sia decisiva per la democrazia.
Le parole di papa leone xiv e la richiesta di una cultura di prevenzione nella chiesa
Nel messaggio inviato per “proyecto ugaz”, papa leone xiv ha fatto appello a tutta la chiesa affinché costruisca una cultura che impedisca ogni forma di abuso: di potere, di coscienza o sessuale. Ha ribadito che la conversione ecclesiale non è semplice retorica ma un percorso concreto di umiltà, verità e riparazione, che deve essere alla base di ogni azione pastorale.
Ha definito prevenzione e cura come elementi centrali del vangelo, insistendo sul fatto che una fede che ignora le ferite del corpo e dell’anima non può definirsi autentica.
Il pontefice ha anche citato la lettera al popolo di dio scritta da papa francesco nel 2018, rilanciando l’impegno a proteggere minori e persone vulnerabili. Ha riconosciuto il lungo silenzio attorno a queste ferite, che ha causato ulteriori danni e sofferenze, e ha ringraziato chi – giornalisti compresi – ha perseverato nonostante le difficoltà.
Un appello anche per le autorità e la società civile
Il messaggio si è rivolto con forza anche alle autorità e alla società civile peruviana, esortandole a tutelare chi racconta la realtà, senza lasciare spazio all’omertà o a forme di intimidazione.
Il ruolo del giornalismo libero nella difesa della democrazia
Il papa ha messo al centro dell’appello il valore della libertà di stampa, definendola un bene comune indispensabile per ogni democrazia che voglia essere solida e partecipata. Ha ricordato che quando un giornalista viene zittito dalla paura o da interessi, si indebolisce l’anima stessa del paese.
Ha rivolto un incoraggiamento appassionato ai media peruviani, invitandoli a non temere, perché il loro lavoro può accendere speranza e contribuire a costruire un clima di pace e dialogo sociale.
“seminatori di luce tra le ombre”
L’esortazione di papa leone xiv ha avuto anche un tono pastorale, riconoscendo nel mestiere del giornalista la vocazione di grande responsabilità. Ha definito questo ruolo come quello di “seminatori di luce tra le ombre”, capaci di fare emergere fatti e verità anche quando è difficile.
Ha rimarcato che la verità non appartiene a nessuno, ma tutti abbiamo il dovere di cercarla e difenderla con integrità. Queste parole arrivano in un momento in cui il dialogo tra istituzioni e società civile nel Perù si presenta teso e necessitano segnali di coesione e trasparenza.
Le reazioni e l’impatto dello spettacolo nella società peruviana
“Proyecto Ugaz” ha stimolato un dibattito importante in Perù, portando sotto i riflettori temi ancora sensibili. La scelta di raccontare attraverso il teatro le storie di chi ha sofferto dentro un contesto religioso, ha creato interesse e discussione sia nel pubblico che tra gli addetti ai lavori.
Lo spettacolo ha il potenziale di coinvolgere nuove generazioni sull’importanza della libertà di stampa e della protezione delle vittime.
Un peso istituzionale conferito dalla presenza papale
La partecipazione simbolica di papa leone xiv ha conferito un peso istituzionale al messaggio, sottolineando la necessità di agire con attenzione e severità. In un contesto segnato da crisi sociali e politiche, l’evento assume un valore doppio: non è solo cultura, ma un appello a riconoscere i diritti e a non dimenticare le sofferenze subite.
Resta da vedere come questi segnali si tradurranno in provvedimenti effettivi per rafforzare il sistema di tutele e promuovere una società più giusta, in cui chi denuncia non venga isolato o perseguitato.