Negli ultimi anni, le tensioni sociali e culturali hanno fatto emergere una richiesta crescente di giustizia, appartenenza e senso profondo. Papa leone xiv ha affrontato questi temi durante l’incontro con i membri della fondazione Centesimus annus pro pontificie, mettendo in evidenza le sfide attuali e l’urgenza di far conoscere e diffondere la Dottrina Sociale della Chiesa tra le nuove generazioni e le comunità più marginali.
Dalla pace sociale alle sfide della policrisi: il richiamo a un dialogo aperto e responsabile
Nel discorso, leone xiv ha richiamato il lavoro di papa leone xiii, protagonista di un’epoca altrettanto travagliata ma con una visione chiara: promuovere la pace attraverso il dialogo tra capitale e lavoro, tecnologia e intelligenza umana, culture politiche e nazioni. Quel modello di confronto resta oggi un punto di riferimento, mentre la realtà attuale presenta una serie di crisi intrecciate che papa francesco ha definito “policrisi”. Questa parola contiene molte emergenze: guerre diffuse, cambiamenti climatici, disuguaglianze economiche crescenti, migrazioni forzate che alimentano conflitti, povertà stigmatizzata, rivoluzione tecnologica rapida, condizioni di lavoro precarie e lacerazione dei diritti fondamentali.
La chiamata di leone xiv invita a riprendere il dialogo e la mediazione nel contesto di questa diffusa instabilità. Nel momento in cui le tensioni si moltiplicano e i problemi si sovrappongono, il pontefice crede che si debba puntare a un confronto che contempli la diversità, con rispetto e ascolto reciproco, per identificare soluzioni più giuste e condivise.
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Il ruolo dell’educazione e del senso critico nella rivoluzione digitale e nella società contemporanea
Il pontefice ha indicato con forza la necessità di rilanciare un percorso educativo mirato al senso critico, ossia quella capacità di valutare con attenzione le informazioni che giungono, a maggior ragione in un’epoca dominata dalla rivoluzione digitale. La diffusione di notizie false, di messaggi urlati anziché condivisi, rende difficile costruire un’agenda pubblica basata su fatti e ragionamenti corretti.
Ha richiamato l’attenzione anche sulle deviazioni che si possono manifestare all’interno stesso del corpo ecclesiastico, dove tentazioni opposte – chiusura o eccesso di semplificazione – finiscono per soffocare il dialogo. Il papa spinge quindi verso una riscoperta della pazienza nel discutere, nel fare spazio alle questioni complesse, rifuggendo il linguaggio aggressivo.
L’educazione al senso critico si configura come un presupposto per combattere le fake news e recuperare la capacità di ascoltare diversi punti di vista, anche quando scomodi o marginali. Questa opera si mostra indispensabile per mantenere vivo il discorso sociale all’interno della comunità e per dare strumenti che favoriscano una partecipazione consapevole alle vicende pubbliche.
Una domanda sociale di giustizia e spiritualità che cresce soprattutto nei giovani e negli emarginati
Papa leone xiv ha sottolineato un bisogno diffuso di giustizia che attraversa molte realtà, segnalando come questa richiesta spesso si intrecci con il desiderio di maternità e paternità, un modo per cercare appartenenza e radici. Ancora, ha evidenziato un forte bisogno di spiritualità che emerge soprattutto tra i più giovani e le fasce emarginate della società. Questi gruppi non sempre trovano canali adeguati per esprimersi, generando una forma di silenzio o marginalizzazione su questioni fondamentali. L’appello del pontefice si rivolge proprio alla necessità di rispondere a questa domanda crescente, riaffermando il valore della Dottrina Sociale della Chiesa come strumento capace di fornire punti di riferimento e orientamenti utili a interpretare le sfide contemporanee.
Questa realtà si configura come una spia di un malessere più profondo e di una ricerca di senso e stabilità in un contesto segnato da incertezze e trasformazioni rapide. Il papa ha proposto un recupero di dialoghi autentici e percorsi formativi che aiutino a far crescere una coscienza sociale attiva e integrata con la dimensione spirituale.
Il valore dell’ascolto e del riconoscimento delle periferie esistenziali e dei poveri
Nel corso dell’incontro, il papa ha ribadito un concetto essenziale: il dovere di ascoltare chi vive ai margini, i poveri, considerati il “tesoro della chiesa e dell’umanità”. Secondo il pontefice, queste persone portano punti di vista spesso ignorati ma fondamentali per vedere la realtà attraverso occhi nuovi, che inquadano i problemi con una sensibilità più profonda e autentica.
Non si tratta solo di trasmettere la dottrina ai più vulnerabili, ma di riconoscerli come protagonisti in grado di trasformarla e attualizzarla. Movimenti sociali, organizzazioni cattoliche dei lavoratori e testimoni di impegno nelle periferie mostrano come la speranza continui a germogliare anche in contesti difficili. Dare voce a queste esperienze permette di costruire un progetto sociale che mantenga il legame con la vita reale, lontano da teorie astratte o burocratiche.
Il papa ha sollecitato i presenti a coinvolgere queste realtà, aiutando la chiesa a guardare oltre i centri di potere e a restare vicina alle persone concrete, ai loro problemi, speranze e capacità di cambiamento. L’esperienza delle periferie nelle sue diverse forme diventa una risorsa vitale per tenere viva la missione sociale della chiesa.
L’incontro con la fondazione Centesimus annus pro pontificie si è così trasformato in un invito a guardare con attenzione e rispetto un mondo complesso, attraversato da tensioni e bisogni autentici. La sfida è mantenere aperto un dialogo che coinvolga tutti, senza escludere nessuno, per offrire risposte concrete e radicate nella dottrina e nella vita delle persone.