Il Paestum Wine Fest Business 2025 ha confermato la sua importanza come evento di riferimento per il mondo del vino nel centro-sud Italia. L’appuntamento, ospitato nel nuovo spazio del NEXT – Nuova Esposizione Ex Tabacchificio, ha riunito produttori, consorzi e operatori del settore con una formula rinnovata e all’insegna del business. Il festival ha incluso degustazioni, masterclass, focus tematici, e un’attenzione particolare alle innovazioni tecnologiche nel campo dell’enologia e del turismo del vino.
L’edizione 2025 tra partecipazione e innovazione nel cuore di paestum
L’evento si è svolto dal 10 al 12 maggio 2025 e ha visto la presenza di 152 cantine e 16 consorzi italiani, tra cui Consorzio Friuli DOC, Vita Salernum Vite e Piemonte Land. La scelta della location, il NEXT, ha offerto spazi più ampi e una cornice contemporanea per accogliere produttori, comunicatori e opinion leader sia nazionali che internazionali. La direzione artistica del festival, curata da Angelo Zarra e Alessandro Rossi, ha puntato su un design minimal chic firmato dall’architetto Fiorenzo Valbonesi, noto per lavori in cantine italiane di grande rilievo. I nuovi arredi hanno contribuito a creare un ambiente moderno e sostenibile, valorizzando la presentazione dei vini.
Il Paestum Wine Fest Business si svolge con il patrocinio della Regione Campania, Camera di Commercio di Salerno, Assoenologi e Provincia di Salerno. Gli sponsor hanno avuto un ruolo fondamentale nell’organizzazione, tra cui AEB, Oracom, TellyWine®, Kipin, Cioffi&Cioffi e Poste Italiane. Proprio Poste Italiane ha confermato l’intesa per la seconda volta con un annullo filatelico dedicato, un segno distintivo ormai riconosciuto nella storia dell’evento. Questo timbro speciale è stato distribuito ai visitatori e conserva un posto permanente presso il Museo Nazionale Poste Italiane.
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Masterclass e approfondimenti per raccontare l’italia del vino
Durante i tre giorni del festival sono state organizzate 11 masterclass tematiche che hanno valorizzato le tradizioni e le novità della produzione vinicola italiana e internazionale. Titoli come “Cannonau Likeness International”, “I vini doc friuli secondo Charlie Arturaola” e “Echi di Terra: i bianchi dell’Etna e del Vesuvio” hanno offerto una panoramica precisa e coinvolgente. La partecipazione di ospiti influenti, circa quaranta professionisti, ha arricchito il programma con approfondimenti tecnici e culturali.
Temi specifici hanno incluso anche il confronto tra vitigni italiani e francesi, a partire dallo Chardonnay, raccontato dalla famiglia Lunelli, fino alla presentazione del Franciacorta Riserva Palazzo Lana. Altri interventi si sono concentrati sui trend di mercato, specialmente in riferimento al mercato americano, approfondendo tendenze e nuovi gusti. Questi momenti hanno rappresentato la vera anima del festival, mettendo in connessione produttori, esperti e operatori con il pubblico più attento del settore.
I premi al talento e i riconoscimenti ai protagonisti del mondo del vino
La manifestazione non si è limitata alle degustazioni e ai dibattiti ma ha premiato figure di rilievo con 11 targhe consegnate in diversi ambiti. Federico Menetto ha ricevuto un premio speciale mentre Franco Pepe ha ottenuto il titolo di ambasciatore del territorio a livello internazionale. La giuria ha riconosciuto anche la carriera giornalistica di Bruno Petronilli, mentre Naima Aboussakkine ha vinto la borsa di studio e il premio Intrecci dedicato ai giovani. Fabio Piccoli si è guadagnato il titolo di miglior comunicatore dell’anno.
Altri premi hanno sottolineato l’innovazione, con Ivano Valmori CEO di TellyWine® premiato per i risultati in campo tecnologico. Antonio Calabrese è stato riconosciuto come professionista del vino e della vita, mentre Edoardo Cardella ha ricevuto il premio alla carriera. Anche le agenzie emergenti e la comunicazione digitale sono state valorizzate, con targhe destinate a Chiara Di Gianni e Giuseppe Mocciola. Infine, Lorenzo Taggio si è distinto come miglior responsabile area aziende vinicole.
Spazi di dialogo e prospettive sul vino e la ristorazione
Il festival ha dato spazio a momenti di confronto con tre monitor dedicati a “riflessioni sul vino nella ristorazione contemporanea”. Interventi di esperti come Davide Macaluso, sommelier del Principe di Piemonte Wine Club, e rappresentanti delle associazioni di ristoratori, hanno affrontato il rapporto tra la cultura enologica e le nuove tendenze gastronomiche. La partecipazione della presidente e di consiglieri di AGIVI ha arricchito la discussione in termini di evoluzione del settore.
Un altro momento importante ha riguardato l’enoturismo e il cineturismo, presentati attraverso “Calici e Pellicole” con la presenza del direttore del Parco Archeologico di Paestum e Velia, Tiziana D’Angelo, e altri esperti. Sono stati inclusi progetti di valorizzazione territoriale con Vinestour VR e collaborazioni con istituzioni locali. Questi interventi hanno evidenziato la voglia di espandere la promozione del vino oltre la semplice degustazione, coinvolgendo il patrimonio culturale e turistico.
Novità editoriali e masterclass tra vini e letteratura di settore
La seconda edizione del PWF Business ha riservato uno spazio dedicato all’editoria specializzata con la presentazione di due libri: “Uomini a la carte” di Francesca Negri e Anna Mazzotti, e “Untold”, guida innovativa sui distretti del vino italiano. Quest’ultima raccoglie racconti con un linguaggio contemporaneo e si appoggia a strumenti digitali per ampliare la diffusione.
La masterclass “Abbinare un’emozione tra calici e libri” ha coinvolto giornalisti e chef stellati come Francesco Cioria e Manuele Pirovano . Attraverso questi incontri si è esplorata l’interazione tra gusto, cultura e narrazione, aprendo nuove modalità di raccontare il vino attraverso esperienze sensoriali e creative.
Tecnologie digitali e realtà virtuale al servizio della promozione del vino
Il festival ha mostrato attenzione alle innovazioni digitali con la presenza di TellyWine®, prima web app italiana pensata per promuovere le cantine e le etichette tramite l’intelligenza artificiale e la realtà aumentata. Scansionando un’etichetta si possono ottenere dettagli su origini, caratteristiche gustative e abbinamenti gastronomici consigliati. Questa tecnologia rafforza la conoscenza del consumatore finale facilitando la scelta di prodotti di qualità.
Un’altra novità è stata l’introduzione del WineTour VR Immersivo, un’esperienza virtuale che permette di esplorare cantine e vigneti tramite visori per realtà virtuale. Offre la possibilità di visitare ambienti produttivi senza spostarsi fisicamente, agevolando la scoperta e incrementando il turismo legato al vino in chiave digitale.
Internazionalizzazione e presenza di buyer europei e extraeuropei
La quattordicesima edizione ha consolidato la vocazione internazionale del festival, accogliendo oltre venti buyer provenienti da paesi come Svezia, Serbia, Spagna, Norvegia, Estonia, Grecia, Sud Africa, Danimarca, Austria e Francia. L’accoglienza è stata curata da Eros Teboni, sommelier e consulente di fama, che ha accompagnato gli ospiti nella scoperta delle eccellenze italiane. Inoltre, Charlie Arturaola ha svolto il ruolo di brand ambassador estero, favorendo il dialogo tra produttori e mercati esteri.
La capacità di allestire un contesto fertile per l’incontro tra produttori e compratori internazionali rappresenta un elemento strategico che rafforza la reputazione del Paestum Wine Fest Business come punto di riferimento per le esportazioni del vino italiano.
Ruolo dei sommelier delle stelle michelin nel promuovere la cultura del vino
Un capitolo a parte è affidato al collettivo di 23 sommelier scelti da ristoranti premiati dalla guida Michelin, guidati da Matteo Zappile, brand ambassador del festival. Questi professionisti, in numero di 31, si sono impegnati a diffondere con competenza la cultura enologica durante l’evento. La collaborazione con la Cantina San Salvatore 19.88 ha rafforzato la loro presenza e il valore della loro attività.
Il coinvolgimento di esperti così qualificati ha prodotto un valore aggiunto nell’esperienza dei visitatori, accostando i vini a una narrazione alta e rigorosa, che contribuisce a far crescere l’interesse per i prodotti del territorio e favorisce una maggiore consapevolezza nel consumo.