Il documentario “Tra natura e quota: Giovanni Storti sopravvive alle Alpi Apuane” arriva a Ortona, per un’anteprima regionale che sostiene la conoscenza della biodiversità e la sicurezza in ambiente montano. La proiezione, prevista per il 6 giugno al Cinema Auditorium Zambra, segue il successo riscosso al Trento Film Festival e fa parte di una serie di eventi dedicati alla montagna italiana e ai suoi cambiamenti. Il progetto è nato dalla collaborazione tra Cineblend, il Club Alpino Italiano e diversi esperti del settore, con l’obiettivo di avvicinare il pubblico a tematiche ambientali attraverso un racconto coinvolgente e accessibile.
Un viaggio tra le alpi apuane guidato da giovanni storti
Le Alpi Apuane si mostrano nello sguardo dell’attore Giovanni Storti, appassionato di montagna, che attraversa con ironia e delicatezza un territorio complesso e affascinante. Il documentario porta lo spettatore in una esperienza sensoriale che mescola immagini suggestive e testimonianze dirette. Storti diventa la voce narrante di due temi cruciali: la tutela della varietà biologica presente in montagna e la necessità di riconoscere e gestire i rischi legati all’escursionismo e alla frequentazione di questi ambienti.
Contributi di esperti del settore montano
Il racconto non si limita alla figura di Storti ma coinvolge anche esperti riconosciuti nel campo della montagna e dell’ambiente. Tra questi figurano Alessio Piccioli, che si occupa della cartografia e dei sentieri per il CAI, Andrea Ribolini, dottore forestale con esperienza in escursionismo, e Elena Alberti, biologa dell’Orto Botanico Pellegrini-Ansaldi. La narrazione si arricchisce inoltre con i contributi di Gionata Landi, guida alpina e socio del Soccorso Alpino, Alberto Grossi, esperto ambientale, e Veronica Pierotti, presidente della sezione CAI di Forte dei Marmi. Le testimonianze costruiscono un quadro variegato e concreto dei problemi e delle risorse del territorio.
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Biodiversità e sicurezza: due temi intrecciati nella narrazione del documentario
Al centro del documentario c’è la biodiversità, definita da Giovanni Storti citando Edward Wilson come “la ricchezza di vita che connette individui e specie diverse sul nostro pianeta.” Questo concetto viene esplorato attraverso gli ambienti naturali delle Alpi Apuane: dagli ecosistemi dell’Orto Botanico Pellegrini-Ansaldi fino alle ascese sul Monte Nona e alla ferrata del Monte Procinto, la più antica in Italia. Il percorso visivo porta a osservare specie animali e vegetali, oltre ai cambiamenti causati dall’intervento umano e dal mutamento climatico.
La frequentazione sicura dell’ambiente montano
Nello stesso tempo il documentario affronta la questione della riduzione del rischio legata alla frequentazione della montagna. Viene evidenziata l’importanza di aggiornare le conoscenze e le attrezzature necessarie per affrontare l’ambiente montano in modo sicuro. Giovanni Storti riesce a portare questo messaggio con leggerezza, senza rinunciare alla serietà del tema. “In un momento storico in cui l’aumento delle temperature e le alterazioni degli ecosistemi rendono il territorio più fragile,” il racconto invita a riflettere sulla necessità di una frequentazione consapevole.
Il progetto e le collaborazioni alla base del documentario
Il documentario è stato realizzato da Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon, prodotti da Cineblend e realizzato in collaborazione con il Club Alpino Italiano. Questi autori hanno già lavorato su progetti legati a eventi drammatici come la tragedia della Marmolada, ma con questo nuovo lavoro si sono concentrati su un racconto più leggero e positivo, pur senza ignorare le difficoltà legate all’ambiente montano. Hanno cercato un equilibrio tra informazione e intrattenimento, per raggiungere un pubblico più ampio possibile.
Sponsor e supporto tecnico
Il progetto si è avvalso del patrocinio e del supporto di realtà come Karpos, AKU, Vibram, Garmin Italia, Subaru Italia, Buona Visione Snc e Hotel La Lanterna srl. Questi sponsor hanno facilitato le riprese e la distribuzione del documentario, oltre a contribuire a diffondere messaggi sull’importanza della natura e della sicurezza. La collaborazione attiva con la sezione Abruzzo del Club Alpino Italiano ha permesso di organizzare eventi di proiezione sul territorio, con lo scopo di coinvolgere appassionati e cittadini.
Il tour di proiezioni e le tappe dell’esperienza montana raccontata
Il documentario è parte di un percorso che non si limita al semplice film ma offre un’esperienza articolata in tre giorni di esplorazione. Nel primo giorno si soggiorna all’Orto Botanico Pellegrini-Ansaldi, un luogo ricco di specie vegetali da osservare, per poi raggiungere, nel pomeriggio, il Rifugio Puliti. Il programma del secondo giorno prevede escursioni al Monte Nona, un punto panoramico significativo delle Apuane. Il terzo giorno è dedicato alla Ferrata del Monte Procinto, celebre per essere la più antica via attrezzata alpinistica d’Italia.
Un invito alla conoscenza e al rispetto della montagna
Questi momenti servono a far comprendere non solo l’aspetto naturalistico, ma anche le pratiche e le precauzioni necessarie per frequentare questi ambienti. Le riprese mostrano dettagli della flora, paesaggi suggestivi e l’azione di persone sul campo, come guide alpine e soccorritori. Il documentario non è soltanto un racconto di paesaggi, ma un invito a conoscere e rispettare un patrimonio montano delicato. Il tour porta così il pubblico al centro della montagna, tra esperienze dirette e riflessioni sul cambiamento ambientale.