Nel dibattito che precede la manovra finanziaria, il presidente di Confindustria Emanuele Orsini ha rilanciato la necessità di un piano industriale triennale per sostenere le imprese italiane. L’obiettivo è evitare provvedimenti materiali e parziali e puntare invece su una strategia di investimento a lungo termine che coinvolga innovazione, digitalizzazione e fiscalità. L’accordo siglato con la Cassa Depositi e Prestiti rappresenta un passo verso questo impegno condiviso per rafforzare il tessuto industriale nazionale.
Il patto con cdp per sostenere crescita e investimenti delle imprese
Lo scorso gennaio, presso la Luiss, Confindustria e Cdp hanno ufficializzato un’intesa volta a mettere a disposizione delle imprese risorse e strumenti finanziari dedicati. Questo accordo mira a incrementare le capacità produttive attraverso un piano che destina circa 8 miliardi l’anno per tre anni. Orsini ha sottolineato come questo investimento debba focalizzarsi in particolare su innovazione e digitalizzazione.
L’intento è estendere a tutta Italia, sulla falsariga delle Zone Economiche Speciali , le semplificazioni burocratiche finalizzate a velocizzare gli iter autorizzativi. Nel contempo è fondamentale alleggerire il carico fiscale sugli imprenditori e favorire la patrimonializzazione delle imprese, che spesso scontano difficoltà nel reperire capitale. La conferma e il potenziamento del Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese rientrano tra le misure prioritarie. L’accordo intende inoltre attivare una maggiore convergenza tra risparmi delle famiglie e investimenti istituzionali, dirigendo le risorse verso progetti industriali di ampio respiro.
Produttività In Calo: serve una svolta sugli incentivi e un piano di crescita strutturato
I dati del 2023 indicano un arretramento della produttività nel comparto manifatturiero, con un calo pari al 2,4%. Detta categoria rimane la base principale dell’economia italiana, pertanto il rallentamento rappresenta un campanello d’allarme per la tenuta della crescita complessiva. Orsini ha definito questa situazione “drammatica” e ha sottolineato come sia urgente intervenire con incentivi e investimenti mirati basati su un’analisi del centro studi di Confindustria.
Il rischio è che senza un piano strutturato si manifesti una crescita troppo modesta, vicina allo zero virgola, incapace di rivitalizzare le imprese. L’obiettivo auspicato da Confindustria è un’aumento del prodotto interno lordo compreso tra l’1,5 e il 2% annuo. Per raggiungerlo non si può prescindere da una strategia che stimoli la produttività attraverso investimenti sostenuti in tecnologie e filiere produttive.
Rilanciare un piano industriale con prospettiva europea e nazionale
Orsini ha rimarcato la necessità di un piano industriale per il Paese che sia anche coordinato a livello europeo. Ha invitato a mettere da parte iniziative temporanee e frammentate per favorire progetti stabili e impossibili da realizzare nel breve periodo. L’esempio portato è il “piano casa”, descritto come tra i più duraturi in campo infrastrutturale e di investimento.
Il messaggio è chiaro: occorre creare condizioni che permettano alle imprese di migliorare la produttività nel medio-lungo termine. Il presidente di Confindustria ha affermato che non si può procedere da soli: è essenziale unire forze, risorse pubbliche e private, adottando una visione comune che privilegia scelte strategiche su cui costruire la ripresa economica. In assenza di un piano d’azione stabile, la crescita rimarrà lenta e poco significativa.
Priorità e scelte per favorire una ripresa solida del sistema produttivo
Il leader degli industriali ha insistito sul fatto che il vero nodo da sciogliere è la capacità di incrementare la produttività, condizione irrinunciabile per sostenere l’economia nazionale. Senza prospettive di lungo termine e senza un coordinamento coerente delle politiche economiche, il rischio è di disperdere energie e risorse in progetti con orizzonti limitati.
Orsini ha individuato come cruciali i settori dell’innovazione, delle tecnologie e della sostenibilità ambientale, senza dimenticare l’importanza dei giovani e delle filiere produttive. Il lavoro congiunto con Cdp mira proprio a sviluppare strumenti di credito e finanza che rispondano a queste esigenze. Il piano triennale da 8 miliardi annui rappresenta dunque una proposta concreta per riattivare la crescita e arginare il calo produttivo, tenendo al centro la stabilità e la durata delle iniziative.
Il confronto tra Confindustria e le istituzioni pubbliche resta aperto, ma con l’accento sulla necessità di scelte rapide e coerenti che diano un nuovo slancio al sistema industriale italiano.