Operazione Rider: arresti e misure cautelari per narcotraffico a Montesilvano e Pescara, coinvolti anche minorenni

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Blitz antidroga a Montesilvano e Pescara, arresti anche tra i minorenni. - Gaeta.it

Elisabetta Cina

13 Settembre 2025

Un’indagine congiunta della Procura di Pescara e di quella per i Minorenni di L’Aquila ha portato a diverse misure restrittive nei confronti di un gruppo composto da due fratelli tunisini, un giovane di Montesilvano e due minorenni coinvolti nel traffico di droga. Tutto è partito da un arresto in flagranza nell’ottobre 2024, che ha acceso i riflettori su un giro di spaccio che si estendeva dalla provincia di Teramo fino a Ortona. Al centro dell’attenzione c’è l’uso organizzato di minori come corrieri. Le forze dell’ordine hanno scoperto numerose attività illegali e sequestrato grandi quantità di droga, soprattutto marijuana, hashish e cocaina, distribuite anche tramite canali digitali.

Spaccio e arresti: maggiorenni e minorenni coinvolti

Questa mattina, all’alba, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Montesilvano hanno notificato tre ordinanze di custodia cautelare: due fratelli tunisini residenti a Pescara e un giovane di Montesilvano. Due di loro sono finiti in carcere, mentre uno dei fratelli è stato messo sotto obbligo di dimora con l’obbligo di firmare regolarmente. Le misure sono state decise dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara, su richiesta del sostituto procuratore.

Non solo maggiorenni: l’inchiesta ha coinvolto anche due minorenni, per i quali è stato disposto il collocamento in comunità dalla Procura minorile di L’Aquila, dopo l’istruttoria del gip. Queste misure sono state eseguite già il 7 luglio 2025 e fanno parte dello stesso filone investigativo, segno di un lavoro coordinato tra magistrature per affrontare un caso complesso, che vede adolescenti impegnati in attività criminali. I ragazzi avevano un ruolo ben preciso: facevano da “rider” per consegnare la droga.

Minori al centro dello spaccio: il ruolo dei corrieri a due ruote

L’operazione è stata chiamata “Operazione Rider” proprio per il ruolo chiave che i due minorenni avevano all’interno dell’organizzazione: consegnavano marijuana, hashish e cocaina a domicilio per conto dei maggiorenni. Gli investigatori hanno ricostruito la struttura del gruppo, scoprendo che i ragazzi usavano biciclette elettriche a noleggio per muoversi agilmente tra scuole e piazze di spaccio sparse sul territorio. Questo sistema permetteva loro di raggiungere clienti di varie età e zone anche distanti, eludendo i controlli più severi su adulti e veicoli.

Le accuse principali sono spaccio e detenzione di droga con l’aggravante di aver coinvolto minorenni. Non solo: la droga era destinata anche a ragazzi sotto i 18 anni. Le leggi sugli stupefacenti prevedono pene più severe in questi casi, e gli inquirenti hanno raccolto prove che confermano queste circostanze.

L’indagine parte da un arresto e grandi sequestri nel 2024

Tutto è cominciato il 9 ottobre 2024, quando a Montesilvano è stato arrestato un giovane trovato a noleggiare garage usati per nascondere grosse quantità di droga. Durante le perquisizioni, i Carabinieri hanno sequestrato oltre 2 chili di marijuana e trovato involucri vuoti che avevano contenuto decine di chili di sostanze. L’analisi dei telefoni sequestrati ha permesso di ricostruire tutta la rete di detenzione e spaccio.

Le foto delle “panette” di droga scoperte nei telefoni mostrano simboli e codici usati per identificare le partite di sostanza. È emerso così un sistema ben organizzato, in cui ogni membro aveva un ruolo preciso. Seguendo queste tracce, gli investigatori hanno individuato anche i canali per rifornirsi della droga.

Spaccio via Chat Telegram e corrieri minorenni: il meccanismo

Il gruppo gestiva gli ordini attraverso un canale Telegram che copriva le città tra Teramo e Ortona. Gli ordini arrivavano via chat e venivano consegnati da minori in sella a biciclette elettriche a noleggio. Questi “fattorini” si muovevano liberamente in zone delicate come scuole e piazze, ampliando la rete di clienti.

Le indagini stimano ricavi per circa 50 mila euro in due mesi, con oltre 22 chili di droga movimentati. Numeri che danno l’idea di un traffico commerciale ben radicato, con minorenni che agivano sotto rigide regole imposte dagli adulti. Per esempio, in caso di sequestro, dovevano consegnare subito agli indagati i documenti rilasciati dalle forze dell’ordine.

In caso di maltempo o controlli, erano previste strategie di copertura: quando pioveva, i maggiorenni accompagnavano i giovani, mentre in caso di verifiche i minorenni dovevano fingere di essere semplici autostoppisti. Un’organizzazione precisa, con ruoli e protocolli chiari per evitare problemi durante le consegne.

L’operazione ha smantellato un traffico che si estendeva su più province, con adolescenti direttamente coinvolti come corrieri. L’indagine prosegue, con l’attenzione puntata sulle connessioni tra i vari soggetti, i fornitori esterni e le modalità operative, svelate grazie agli arresti e ai sequestri iniziali.