L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007, continua a sollevare interrogativi nel mondo della cronaca italiana. Il caso, che ha già condannato in via definitiva Alberto Stasi, presenta zone d’ombra riguardo il movente e la dinamica dell’omicidio. Una voce autorevole, l’avvocato Massimo Lovati, intervenuto per difendere uno degli indagati in fasi successive, Andrea Sempio, ha rilanciato l’ipotesi che dietro la morte di Chiara possa esserci un sicario, connesso a contesti controversi legati alla parrocchia frequentata dalla giovane.
I dubbi sull’assenza di un movente convincente
Massimo Lovati sottolinea il nodo centrale del processo: la mancanza di un movente valido che giustifichi l’omicidio da parte di Alberto Stasi o Andrea Sempio. Secondo il legale, non esiste alcun motivo concreto tale da spingere i due sospettati a compiere un delitto così grave. Questa considerazione spinge Lovati a evocare una figura estranea alla cerchia nota, un sicario, che avrebbe eseguito l’omicidio su commissione. La definizione di “personaggio scomodo” suggerisce che Chiara sia stata vista come un ostacolo da qualcuno con interessi non chiari. Di fatto, questa teoria stravolge la narrazione tradizionale, aprendo uno scenario in cui il delitto avrebbe motivazioni più profonde, nascoste e legate a dinamiche esterne all’ambito familiare o amicale della vittima.
L’avvocato ammette chiaramente che questa ipotesi non si basa su prove concrete. Non mancano, però, le argomentazioni che sostengono una possibile verità alternativa, destinata a scuotere le certezze acquisite nel corso degli anni. Questa lettura, sebbene cauta, mette in evidenza come la ricerca di risposte si estenda oltre le sentenze, coinvolgendo contesti sociali e culturali più ampi.
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Il legame con la parrocchia e le pratiche di esorcismo nel santuario della madonna della bozzola
Una delle piste più controverse indicate da Lovati riguarda la frequentazione da parte di Chiara Poggi del Santuario della Madonna della Bozzola. Il santuario si trova a soli 300 metri dalla sua abitazione e ospita non solo funzioni religiose ma anche l’oratorio, frequentato dalla ragazza. A quel tempo all’interno del santuario si praticava ancora l’esorcismo, un’attività che ha alimentato molte discussioni e polemiche nel corso degli anni.
Nel 2012, alcuni fatti inquietanti sono venuti alla luce con l’arresto di due giovani di nazionalità rumena, accusati di estorsione ai danni di sacerdoti della zona. Durante le indagini, sono emerse accuse pesanti: si parlava non solo di esorcismi, ma anche di episodi di pedofilia legati a quegli ambienti. Le testimonianze e le indagini hanno acceso i riflettori su una realtà inquietante, che potrebbe gettare luce su possibili motivi nascosti dietro l’omicidio di Chiara.
Lovati collega questi elementi e suggerisce che la giovane potrebbe essere venuta a conoscenza di segreti compromettenti, diventando una minaccia per chi voleva mantenere tutto nascosto. Questa pista lega la tragedia alla possibilità di un tentativo di insabbiamento, reso necessario da dinamiche oscure che coinvolgono persone all’interno o vicine alla parrocchia. Nonostante la mancanza di prove dirette, questa teoria apre nuovi scenari, richiamando l’attenzione sulle zone grigie di un caso che appare tuttora incompleto.
Le incongruenze nel racconto di alberto stasi e il dubbio sulla condanna definitiva
L’avvocato Lovati esprime anche forti riserve sul racconto offerto da Alberto Stasi, unico condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi. Definisce la versione dell’imputato inverosimile e poco convincente sotto diversi aspetti. Secondo Lovati, Stasi potrebbe non essere stato l’autore materiale del delitto, ma piuttosto una figura “guidevole” dentro un quadro più complesso.
Questo dubbio nasce dal fatto che molte delle ricostruzioni e delle prove fino ad oggi presentate non collimano perfettamente con i fatti. L’avvocato ipotizza che Stasi sia stato in qualche modo indotto o “imbeccato” dai veri responsabili, portando alla sua condanna un soggetto marginale invece di chi ha realmente eseguito l’atto. Questa versione richiede una revisione critica dei materiali processuali e degli accertamenti svolti, ponendo l’attenzione sull’importanza di non accettare passivamente l’esito giudiziario senza approfondimenti ulteriori.
Sospetti su manipolazioni e richieste di riapertura delle indagini
Il sospetto che Stasi sia stato incastrato o manipolato coglie alla radice il sistema investigativo e giudiziario intorno a questo caso, stimolando nuove richieste di attenzioni e magari di riapertura delle indagini. Sempre più frequentemente emergono richieste di chiarimenti controverse, proprio perché l’omicidio di Chiara rimane un punto interrogativo aperto che coinvolge non solo una famiglia, ma una comunità intera.