Omicidio A Sesto San Giovanni: marito, moglie e amico arrestati per il delitto di Hayati Aroyo

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Omicidio a Sesto San Giovanni, tre arresti per la morte di Hayati Aroyo - Gaeta.it

Elisabetta Cina

20 Settembre 2025

L’omicidio di Hayati Aroyo, cittadino italo-turco accoltellato e poi bruciato in un appartamento di Sesto San Giovanni, ha portato all’arresto di tre persone, tra cui marito e moglie. Le indagini indicano un movente legato al timore che una donna coinvolta diffondesse un video compromettente, anche se tale filmato non è stato ritrovato. Ecco i dettagli della vicenda e la dinamica ricostruita dalla polizia.

La sequenza dell’aggressione e il ruolo dei fermati

Secondo la ricostruzione della Squadra mobile di Milano, l’omicidio è avvenuto in un’abitazione di Sesto San Giovanni nel mese di luglio. La donna fermata avrebbe preso un appuntamento con la vittima e sarebbe entrata per prima nell’appartamento, lasciando la porta aperta a un amico albanese. Quest’ultimo sarebbe poi irrotto nell’appartamento colpendo Hayati Aroyo con circa trenta coltellate. Nel frattempo, il marito della donna vigilava all’esterno dell’abitazione, facendo da palo e impedendo possibili interventi esterni.

Dopo l’aggressione, i tre hanno spostato il corpo della vittima sul letto e hanno cosparso lo stesso di candeggina. Successivamente hanno appiccato il fuoco al cadavere e all’appartamento, cercando probabilmente di cancellare le tracce del crimine. Questa dinamica è stata ricostruita soprattutto attraverso le dichiarazioni dei fermati e le evidenze raccolte dagli investigatori.

Il movente dietro il delitto: il presunto video compromettente

Il motivo principale indicato dagli arrestati riguarda il timore che la donna potesse diffondere un video in cui compariva in atteggiamenti intimi. Questo presunto filmato avrebbe spinto il gruppo a prendere decisioni drammatiche per impedire che girasse. Nonostante le perquisizioni, le forze dell’ordine non hanno però recuperato alcun video del genere.

Il legame tra i fermati sarebbe nato in ambienti frequentati per incontri personali, un dettaglio importante per contestualizzare la loro relazione e la motivazione alla base del delitto. La tensione dentro al gruppo, tra gelosia e sospetti, potrebbe aver sfociato in una violenza estrema. La natura del video, anche se non rintracciato, rappresenta quindi un elemento centrale nelle indagini.

Dettagli sulla vittima e il contesto del delitto a Sesto San Giovanni

Hayati Aroyo, la vittima del delitto, era di origine italo-turca e risiedeva nell’area metropolitana di Milano. L’evento violento ha scosso la comunità locale, soprattutto per la crudeltà dell’attacco e il tentativo di cancellare ogni traccia con il rogo in casa. L’aggressione è avvenuta in un appartamento al centro del comune di Sesto San Giovanni, una zona purtroppo non estranea a fatti di cronaca recenti.

La vicenda conferma come certi rapporti sociali e personali possano trasformarsi in contesti pericolosi, fino a sfociare in episodi estremi. Le autorità hanno raccolto testimonianze e dato priorità all’identificazione e al fermo dei responsabili. Il ruolo dei tre arrestati, completamente coinvolti nella dinamica del delitto, è stato collegato a rapporti nati da incontri sul web.

L’attività investigativa e la collaborazione dei fermati

Le indagini si sono mosse rapidamente dopo il ritrovamento del cadavere carbonizzato. La polizia ha ascoltato i tre fermati, che hanno raccontato la dinamica del crimine, fornendo particolari sul movente collegato al video e sull’azione coordinata. Il loro racconto coincide con alcuni elementi trovati in loco, anche se il video incriminato non è stato trovato come accennato.

Il lavoro della Squadra mobile ha puntato su interrogatori serrati e analisi delle prove materiali. Il fermo dei soggetti coinvolti è arrivato dopo aver verificato le loro dichiarazioni con i rilievi tecnici. La presenza del marito all’esterno, il ruolo decisivo dell’amico albanese e la partecipazione della donna hanno messo in luce un piano con una dinamica precisa. Le forze dell’ordine continuano a svolgere accertamenti per completare il quadro investigativo.