La diffusione dell’intelligenza artificiale cambia il modo in cui le persone organizzano i propri viaggi. Un recente studio di Accenture ha rivelato che più della metà dei viaggiatori a livello globale si affida già a sistemi IA per pianificare e prenotare l’intero percorso. Questo dato segna un cambiamento importante nel settore turistico e apre nuovi scenari per le imprese legate a trasporti, alberghi e servizi.
L’uso crescente dell’intelligenza artificiale nella pianificazione dei viaggi
Lo studio “Me, My Brand, and AI: The New World of Consumer Engagement” si basa su un sondaggio con 18.000 consumatori in 14 paesi, condotto a gennaio 2025. Uno dei dati più rilevanti riguarda gli utenti definito “attivi” nell’utilizzo di IA generativa: coloro che impiegano questi strumenti almeno una volta alla settimana. Questa categoria considera l’intelligenza artificiale la principale fonte per scoprire nuove destinazioni, superando senza fatica le agenzie online tradizionali e i social media.
Quasi l’80% degli intervistati nelle compagnie aeree, hotel e piattaforme di prenotazione ha già adottato questi sistemi intelligenti. Tra chi usa regolarmente l’IA generativa, il 93% ha fatto o farebbe affidamento su queste tecnologie per prendere decisioni di acquisto legate ai viaggi. Una notevole richiesta emerge quindi per esperienze di ricerca che coinvolgano sensazioni immersive: l’81% dei viaggiatori vuole vivere questa dimensione, mentre il 79% si aspetta che i brand propongano interazioni su misura, capaci di farli sentire riconosciuti e valorizzati. Le aziende che riescono a generare questa risposta emotiva possono anche giustificare tariffe più alte.
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Il ruolo degli assistenti di intelligenza artificiale in viaggio secondo accenture
Emily Weiss, Global Travel Director di Accenture, ha offerto un quadro preciso dell’impatto dell’IA. Non si tratta solo di prenotazioni più rapide o semplici, ma di un supporto personalizzato che elimina lo smarrimento nel mare di opzioni a disposizione.
L’assistente digitale funziona come un consulente personale, suggerendo destinazioni, alloggi e attività calibrate sui gusti, abitudini di spesa e precedenti viaggi dell’utente. Se possibile, aggiunge informazioni aggiornate su eventi o attrazioni in corso, per rendere ogni viaggio unico e calzante. Questo strumento aiuta a semplificare la fase decisionale, offrendo proposte realistiche senza sovraccaricare l’utente.
La direttrice di Accenture ha inoltre sottolineato che un travel assistant IA riduce sensibilmente tempi e stress nel processo, lasciando più spazio alla scelta consapevole.
Le aspettative degli utenti verso i servizi personalizzati e la fedeltà al brand
Il sondaggio segnala un interesse marcato per offerte su misura: il 42% degli intervistati cambierebbe marca se questa fosse in grado di anticipare gusti e bisogni con soluzioni più pertinenti. Il dato spiega come la personalizzazione sia un fattore decisivo nella fidelizzazione.
Oltre ai viaggi, il 78% dei consumatori utilizza già assistenti di shopping basati sull’intelligenza artificiale, e l’86% di questi desidera un controllo attivo nella configurazione delle proprie esperienze. Questo controllo è cruciale per il 93% degli utenti che impiegano l’IA generativa, segno di un’attenzione alla trasparenza e alla partecipazione. Accenture ha focalizzato inoltre il concetto di “agenti”, ovvero sistemi IA capaci di gestire operazioni complesse senza un intervento costante, come prenotazioni automatiche, suggerimenti personalizzati, monitoraggio di prezzi o l’uso integrato dei punti fedeltà.
Le differenze generazionali nell’adozione dell’intelligenza artificiale per viaggiare
Sebbene lo studio di Accenture non divida i dati per età, un altro sondaggio recente di Phocuswright del 2025 ha messo in luce differenze evidenti tra le generazioni. Nel corso dell’ultimo anno il 62% dei millennial e dei giovani viaggiatori ha sfruttato strumenti di IA generativa per programmare le vacanze.
Al contrario, solo il 35% dei componenti della Generazione X e dei baby boomer ha adottato queste tecnologie. Questi dati sono stati confermati in paesi come Regno Unito, Francia e Germania, a indicare un divario marcato nell’approccio digitale alle esperienze di viaggio.
Questo scarto generazionale mostra quanto l’adozione dell’intelligenza artificiale nel turismo possa ancora ampliarsi, seguendo le abitudini digitali dei diversi gruppi d’età e modificando comportamenti consolidati.