Oltre il 35% degli istituti penitenziari italiani risale agli anni ’50, emergono criticità strutturali secondo il garante irma conti

Oltre il 35% degli istituti penitenziari italiani risale agli anni ’50, emergono criticità strutturali secondo il garante irma conti

Il sistema carcerario italiano presenta edifici datati e degradati, con criticità evidenziate da Irma Conti; interventi coordinati tra Ministero della Giustizia, Dap e istituzioni mirano a migliorare strutture come Casal Monbello, Brescia e Sollicciano.
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L’articolo evidenzia le criticità delle vecchie strutture carcerarie italiane, sottolineate dal garante Irma Conti, e descrive gli interventi in corso per migliorare alcune prigioni degradate, grazie alla collaborazione tra istituzioni e ministero. - Gaeta.it

Il sistema carcerario italiano presenta una rete di edifici, molti dei quali ben datati, che influiscono sulle condizioni di detenzione. Secondo l’avvocata Irma Conti, garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, le visite effettuate negli istituti penitenziari evidenziano problemi strutturali di lunga data. La situazione ha attirato l’attenzione anche delle istituzioni, con interventi in corso per migliorare alcune carceri particolarmente degradate.

Le condizioni degli istituti penitenziari: irma conti racconta le criticità osservate

Durante circa ottanta visite effettuate in diverse carceri italiane, Irma Conti ha identificato problemi che già la Corte dei Conti aveva sottolineato in passato. Una delle criticità più rilevanti riguarda le strutture: oltre il 35% degli istituti risale alla metà del secolo scorso, quindi sono vecchi di più di settant’anni. Questi edifici sono spesso inadatti alle esigenze attuali, mancano di adeguati servizi e presentano segnali di degrado che complicano la vita quotidiana dei detenuti.

La vetustà delle strutture si riflette su tutto, dall’efficienza degli impianti di riscaldamento e areazione, all’assenza di spazi idonei per attività ricreative e sociali. La difficoltà nel garantire condizioni dignitose apre numerosi problemi sul fronte del rispetto dei diritti, affollamento e sicurezza. Secondo Conti, la vecchiaia degli istituti penali è al centro di una situazione che spesso sfocia in criticità sul piano umano e sanitario.

Interventi dopo la lettera di un detenuto: collaborazione tra ministero e garante dei diritti

La situazione ha ricevuto nuova attenzione dopo che Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, ha reso pubblica una lettera scritta da un detenuto del carcere di Casal Monbello, a Brescia. Questa comunicazione ha portato a un coinvolgimento diretto del garante Irma Conti con il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria . Conti ha riferito che è stata avviata una cooperazione efficace con Lina Di Domenico, capo facente funzioni del Dap, e Antonio Bianco, responsabile della Direzione gestione Beni e Servizi del ministero.

Questo lavoro comune ha già prodotto risultati concreti, intervenendo su situazioni giudicate inaccettabili. In particolare, il carcere di Brescia è stato al centro di alcune attività di riqualificazione. L’attenzione è poi passata a Sollicciano, l’istituto fiorentino, dove nell’arco di un anno sono state programmate opere imminenti per migliorare la struttura. La stessa casistica riguarda Casal Monbello, dove alcuni problemi sono stati risolti.

La sfida di rinnovare strutture carcerarie datate nel contesto italiano

Rinnovare edifici come quelli citati significa affrontare un compito complesso, visto che molte carceri si basano su costruzioni pensate per una realtà diversa da quella attuale. Il sistema penitenziario si confronta spesso con sovraffollamento, mancanza di spazi e infrastrutture inadeguate. Questi aspetti incidono sulla vita dei detenuti ma anche sul lavoro degli operatori penitenziari.

La programmazione degli interventi richiede coordinamento tra enti diversi, capacità tecnica e risorse. Il coinvolgimento del Ministero della Giustizia e delle figure dedicate nell’amministrazione penitenziaria mette in rilievo l’importanza di rispondere alle segnalazioni sia istituzionali che provenienti dai diritti umani. Gli interventi messi in campo per i luoghi citati rappresentano un passo avanti in questo senso.

I problemi associati all’invecchiamento degli istituti e alle condizioni di degrado restano tuttavia una sfida per l’intero paese. Nei prossimi mesi saranno necessari nuovi finanziamenti e scelte operative per estendere questi miglioramenti anche ad altre strutture in difficoltà. La situazione resta all’attenzione della pubblica opinione e delle istituzioni competenti.

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