L’iran esprime riserve sulla soluzione a due stati proposta dai brics nel conflitto israelo-palestinese

L’iran esprime riserve sulla soluzione a due stati proposta dai brics nel conflitto israelo-palestinese

I Brics propongono la soluzione a due Stati per il conflitto israelo-palestinese, ma l’Iran, tramite Abbas Araghchi, si oppone e propone un referendum inclusivo per tutti gli abitanti originari della Palestina.
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L’Iran si oppone alla soluzione a due Stati proposta dai Brics per il conflitto israelo-palestinese, proponendo invece un referendum inclusivo per tutti gli abitanti originari, e denuncia gli attacchi subiti e le violazioni del Trattato di non proliferazione nucleare. - Gaeta.it

La recente dichiarazione finale dei leader dei Brics, diffusa domenica, ha riacceso il dibattito internazionale sulla questione israelo-palestinese. Il documento contiene un invito alla soluzione a due Stati per risolvere il conflitto, ma l’Iran ha espresso ufficialmente dubbi e opposizioni a questa linea. Abbas Araghchi, ministro degli Esteri iraniano, ha sintetizzato il punto di vista di Teheran in un messaggio sul suo canale Telegram, mettendo in luce le motivazioni dietro il dissenso.

La posizione dell’iran sulla proposta dei brics riguardo alla soluzione a due Stati

L’Iran ha chiarito subito che non aderisce alla formulazione della dichiarazione conclusiva presentata al recente vertice dei Brics. Nel post pubblicato da Abbas Araghchi, si legge che Teheran “esprime riserve” sul progetto di creare due Stati distinti, israeliano e palestinese, così come descritto nel testo. Il ministro ha aggiunto che la repubblica islamica registrerà la propria opposizione in una nota ufficiale, destinata al presidente del gruppo. Questo gesto formale serve a sottolineare la distanza di Teheran rispetto alla visione condivisa dagli altri paesi partecipanti al vertice.

Questioni di principio secondo teheran

La questione non è soltanto diplomatica ma coinvolge principi considerati da Teheran fondamentali, riguardo alla legittimità e all’equità di un’eventuale risoluzione del conflitto. L’idea del “due Stati” viene rifiutata come soluzione definitiva, indicando invece la necessità di ripensare la rappresentanza e la partecipazione degli abitanti di tutta la regione, in modo più inclusivo rispetto all’attuale dialettica politica.

Le critiche di araghchi agli attacchi contro l’iran e la denuncia al trattato di non proliferazione nucleare

Nel corso del vertice, Araghchi ha anche commentato la serie di attacchi che l’Iran ha subito negli ultimi tempi, considerandoli un “atto di aggressione”. Secondo lui, tali azioni danneggiano in modo grave la diplomazia internazionale e ledono il principio fondamentale della pace sancito dal Trattato di non proliferazione nucleare , a cui Teheran ha aderito. Il ministro ha definito queste offensive come un “colpo letale” non solo per la sua nazione ma per il rispetto globale delle regole sulle armi atomiche.

Le paure di violazioni e il ruolo del tnp

Questa posizione indica un allarme crescente da parte di l’Iran su possibili violazioni del trattato, che dovrebbe proibire lo sviluppo e l’uso di tecnologia nucleare a fini bellici. Araghchi ha voluto rimarcare che, pur facendo parte del Tnp, l’Iran si sente vittima di attacchi unilaterali che minano la stabilità regionale e internazionale. Questo scenario agita la scena politica mondiale, inserendo nuove tensioni nei rapporti già complicati tra Teheran e paesi occidentali, inclusi gli Stati Uniti.

La proposta iraniana di un referendum per tutti gli abitanti originari della palestina

Il ministro Araghchi ha illustrato la visione iraniana per risolvere la situazione della Palestina, offrendo un’alternativa netta rispetto alla soluzione dei due Stati. Secondo la Repubblica islamica, la giustizia nel territorio palestinese può realizzarsi solo con un referendum che coinvolga tutti gli abitanti originari: ebrei, cristiani, musulmani e altre minoranze. Questo meccanismo di voto, spiegato dal funzionario, non sarebbe né irrealistico né irraggiungibile, ma un passo concreto per restituire voce a chi vive nella regione.

Un voto inclusivo come chiave per la pace

L’idea di un referendum collettivo mira a superare la divisione politica che domina da decenni, includendo tutte le comunità nella scelta del proprio futuro. Teheran su questo punto critica la scarsa partecipazione o rappresentazione di alcuni gruppi nel processo politico attuale. Un voto che interessa tutti gli abitanti originari potrebbe, secondo l’Iran, portare ad una soluzione più stabile e legittima, in grado di eliminare le tensioni più profonde tra le parti.

Le pressioni iraniane per una condanna più dura dei bombardamenti da israeliani e americani

Durante la stesura della dichiarazione finale dei Brics, la delegazione iraniana ha spinto con forza per una posizione più severa contro i bombardamenti subiti da Israele e dagli Stati Uniti. Araghchi e il suo team hanno insistito affinché il documento condannasse esplicitamente le azioni militari che secondo Teheran colpiscono in modo sproporzionato le popolazioni civili nel Medio Oriente.

Questo comportamento riflette il clima teso e la volontà iraniana di denunciare apertamente le operazioni militari occidentali e israeliane, viste come fonte di instabilità. I Brics però non hanno accolto completamente questa richiesta, scegliendo un testo meno diretto e più diplomatico, che ha suscitato il malcontento di Teheran. La scelta del gruppo illustra le difficoltà di bilanciare posizioni contrastanti all’interno di un’alleanza che riunisce paesi con interessi molto diversi.

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